Egregio sen. Pagliari,
Visto che alla fine del dibattito di venerdì sera si è allontanato dopo alcune domande che le ho rivolto faccia a faccia, lamentando che ancora una volta la interrompo e non ascolto le Sue risposte, le rifaccio le domande, in modo che se vuole può rispondere con calma e io non la interrompo….
Prima delle domande voglio però spiegarle perché l’ho interrotta.
Lei stava dicendo (come sta facendo il Presidente del Consiglio e segretario del suo partito), che non si può mescolare la legge elettorale esistente alla Camera (approvata non più tardi di un anno fa dalla Sua maggioranza) con le modifiche alla Costituzione oggetto di referendum confermativo.
Il “Combinato disposto” per Lei non esiste….o non ha rilevanza…
Meglio scindere i due aspetti….
A questo punto non potevo stare ad ascoltarla. Non ne potevo più!
Non può rispondere con la falsificazione della realtà e la sua manipolazione….ripetendo pari pari i suoi argomenti nell’articolo che la Gazzetta Le pubblica (non un cenno al dibattito di venerdì e alle posizioni espresse dal prof.Viroli, mentre ampio spazio dato a Calderoli e alla Lega...come autorevoli esponenti del No…).
Non sono disposto ad ascoltarla in questi termini….dibattere non serve, se le ragioni dell’altro non ci dicono nulla….
Sono schifato (sì schifato, seppur un tempo la stimavo a livello personale) di questo atteggiamento.
Sono schifato perché vi ho pure votato (come coalizione che si era presentata alle politiche 2013 ed ha ottenuto un ampio premio di maggioranza alla Camera, poi dichiarato Incostituzionale dalla Corte) e mai avrei immaginato di contribuire in qualche forma a ciò che state realizzando oggi.
Non mi rappresentate per nulla...e questo dovrebbe il vostro ruolo, il vostro mandato!
Come si fa a dire che un Governo deve governare e un Parlamento legiferare per 5 anni, se salta il vincolo di rappresentanza tra il cittadino e chi lo rappresenta?
Se si sentisse tranquillo in coscienza, sen.Pagliari, il suo tono non sarebbe stato quello di venerdì. ...mesto e noioso, di chi deve recitare una parte in cui nel fondo non crede neppure lui…Non scriverebbe ciò che scrive, arrampicandosi sugli artifici delle negazioni…...
Anni fa, di fronte ad un politico che avesse risposto parlando del porta a porta di fronte ad una precisa domanda sullo strapotere mediatico del presidente del Consiglio e di chi lo appoggia, Lei si sarebbe indignato…..
Ora recita questa mesta parte, neppure convinto delle finzioni che sta sostenendo…
Veniamo quindi alle domande che avrei voluto porre venerdì, ma che ora non ho più la curiosità di ascoltare nelle Sue eventuali risposte, se rimarranno sui toni mostrati….
Se la stessa riforma costituzionale che state proponendo al paese (nessuno ve l’ha chiesta, se non il Presidente Napolitano) fosse stata proposta dal Governo Berlusconi o da altra forza politica l’avreste sostenuta nel merito come state facendo ora?
Contiene elementi e bilanciamento di poteri per i quali cui non vi lamenterete quando sarete all’opposizione, come avete fatto per anni quando vi lamentavate dell’impossibilità di avere un ruolo significativo e democratico, di fronte allo strapotere della maggioranza?
Lei ha espresso più volte critiche all’arroccamento del sindaco di Parma, alla sua sostanziale intoccabilità, vista la blindatura di maggioranza che la legge elettorale gli permette. Lei è cosciente che la stessa situazione si creerà con il Presidente del Consiglio, con poteri ben maggiori di un Sindaco, la cui sfiducia potrà venire soltanto da una Camera sbilanciata da un premio di maggioranza concesso ad una “minoranza reale”?
Visto che nel suo articolo e nel suo intervento continua ad accusare il fronte del No di voler mantenere costi della politica con 215 senatori in più, ci può dire in questi ultimi due anni di quanto è cresciuto il debito pubblico? Quanto gli interventi del Governo (spending review, riforme istituzionali, ecc.) sono capaci di incidere su questa cifra, migliaia di volte maggiore, che genera colossali introiti per il sistema bancario e speculativo, sui prestiti del debito?
Come mai decine di parlamentari PD hanno sottoscritto un appello del sen.Tocci che dichiara la propria contrarietà alla riforma costituzionale e tra le altre cose dice che la Riforma non riesce a perseguire gli obiettivi dichiarati: semplificazione e conferimento di efficenza ed efficacia al sistema istituzionale, oltre a costituire una complessiva alterazione degli equilibri, delle garanzie e dei bilanciamenti, di cui cui si nutre il costituzionalismo a tutto vantaggio del governo?
Siamo sicuri che ciò che ora mostrate al paese come un progetto di rinnovamento meditato, affidabile e solido, non venga poi dichiarato da voi stessi e dalla realtà , tra poco tempo, come problematico e disfunzionale?
Può spiegarmi che differenza c’é , in merito ad affidabilità che non regge alla prova dei fatti, con queste “riforme epocali” mese in piedi dal suo partito e rivelatesi inaffidabili e disfunzionali?
Riforma del Titolo V del 2001
Legge elettorale “Italicum” (che il suo stesso partito sta mettendo sul piatto come controparte per poter far passare la riforma costituzionale)
Abolizione delle Province (con lo sfacelo che abbiamo tutti sotto gli occhi, in ordine ai servizi ai cittadini e alle competenze che nessuno ricopre)
Legge 107/2015, cosiddetta “Buona Scuola”
Jobs Act e sistema di tutela sociale (provi a guardare Io Daniel Blake….che in altro contesto sviluppa la prospettiva che attende il nostro sistema di tutele sociali in caso di disoccupazione e malattia invalidante)
Se le va….risponda pure a quella parte di cittadini che tifano come una squadra di calcio la vittoria del Vostro progetto di Costituzione e di Stato….da parte mia ho perso la voglia di ascoltarla…..
Già l’averci costretti ad un confronto di questo tipo é una sconfitta, altro che vittoria….
Se poi vuole continuare a crogiolarsi con il mantra che “siamo quelli del No a tutto”, faccia pure, sapendo perfettamente che le proposte in campo ci sono tutte, basta ascoltarle.
E la capacità di ascoltare é ciò che più manca al Suo Segretario e presidente del Consiglio.
E voi ubbidiente soldatini avete troppa paura di contraddirlo e contraddire i poteri che vi sostengono (non certo quella base di cittadini e di bisogni che ha storicamente sostenuto e animato la sinistra italiana e vi hanno portato dove siete ora), pena la perdita dei vostri scranni, per il futuro.
Per finire, due piccoli esempi di errori mai riconosciuti né emendati a partire dalla Scuola e da due articoli pubblicati:
La legge 107 ha assunto personale in modo disfunzionale rispetto alle esigenze delle scuole, con tempistiche ed equilibri geografici pazzeschi. Le disfunzionalità si sentiranno per anni, non basta la retorica del “periodo di rodaggio” per sistemare i guai generati. Ad oggi non è stata pronunciata alcuna parola di scusa o di rettifica di rotta, ed i decreti delegati del Governo, che usciranno dopo il Referendum, sono una spada di Damocle assolutamente autoritaria e pericolosa.
Come si fa a ringraziare Banca Intesa per la donazione di 65.000 € di banchi per le scuole superiori, nell’ambito dell’accordo di tesoreria con la Provincia? Ciò che è un ruolo istituzionale dell’ente pubblico preposto fino ad ora (Provincia) è stato smantellato di fatto (con grande enfasi rottamatrice e di presunto risparmio), salvo poi dover ricorrere alla carità e alle donazioni di una banca che lucra sulla gestione di tesoreria, per garantire dignità e decoro alla scuola pubblica.
Augurarle di riflettere penso sia inutile, perchè non vedo nessuna volontà di ascolto reale, solo la volontà di difendere la Vostra azione e giustificarla.
Quindi ognuno per la Sua strada, augurando ad altre forze politiche maggiore capacità di analisi critica.
Giordano Mancastroppa
maestro elementare e membro Comitato per il No-Parma
Il Comitato per il No di Parma invita a partecipare al dibattito sulle riforme costituzionali che si terrà
Martedì 25 Ottobre alle ore 18 alla Corale Verdi – vicolo Asdente 9 – Parma
Relatori: Paolo Caretti Professore di diritto costituzionale all'Università di Firenze
Alessio Grancagnolo studente universitario che all'Università di Catania ha contestato la Boschi
APPELLO DI DOCENTI PER IL NO ALLE MODIFICHE COSTITUZIONALI
Siamo docenti della scuola: pubblica, laica, pluralista, democratica.
Ci sentiamo vincolati ai principi della Costituzione Italiana e alla funzione che essa assegna alla Scuola, luogo di promozione dell’emancipazione umana, del sapere critico e della libertà di pensiero.
La Costituzione entra ogni giorno, come creatura viva e pulsante, nel nostro agire e nelle nostre aule.
Ne insegniamo la genesi antifascista, lo spirito unitario dei costituenti, i valori cui si ispira ed i contenuti imprescindibili: il lavoro a fondamento della Repubblica, della dignità umana e come diritto inalienabile, la parità dei diritti, il ripudio della guerra, la partecipazione democratica, la tutela dei beni comuni e del patrimonio artistico e culturale, la libertà di pensiero e di espressione, l’uguaglianza, la ricerca scientifica e tecnologica libera, la sovranità popolare.
Crediamo in una scuola come laboratorio di democrazia. Per questo ci opponiamo a tutte le operazioni che ne stravolgono il ruolo, svilendola e deformandola a mero strumento di esercizio del potere e di omologazione, compatibile con una società basata sulla competizione e sull’individualismo, gerarchizzata e subordinata al mito del mercato e del profitto.
Ci sentiamo impegnati a promuovere percorsi di crescita culturale e sociale e ad avversare, con tutti gli strumenti costituzionalmente garantiti, un’idea oligarchica di scuola e di società veicolata sia dalla presunta “Buona scuola” che dalle cosiddette “riforme costituzionali”.
Di entrambe ci allarmano tanto il metodo del “finto ascolto” e del mancato confronto quanto il merito dei provvedimenti, che prefigurano un paese deprivato non solo sul piano economico ma anche su quello culturale e della democrazia.
Al potere concentrato nelle mani del dirigente scolastico, allo svuotamento degli organi collegiali, alla frantumazione della comunità educante e del sistema nazionale d’istruzione, fino alla subalternità agli interessi dell’azienda con l’alternanza scuola lavoro, corrispondono la concentrazione dei poteri nelle mani del Governo e l’umiliazione del Parlamento e, dunque, l’asservimento alle oligarchie industriali e finanziarie e la sottrazione di sovranità popolare.
Il discorso pubblico appare dominato da un linguaggio arrogante fatto di parole d’ordine fuorvianti, propagandate come valori costituenti.
Ad esse opponiamo le parole della cultura e dei diritti: al mito della velocità il tempo della riflessione, alla meritocrazia l’impegno responsabile, all’esaltazione della semplificazione banalizzante la capacità di cogliere la complessità, alla governabilità il buon governo, alle false promesse di risparmio l’investimento in democrazia, al decisionismo l’equilibrio dei poteri, alla cultura del capo la partecipazione consapevole, alla logica maggioritaria il valore del pluralismo, al pensiero unico il pensiero plurale e critico.
La difesa della Costituzione ci chiama tutti in causa.
Ci riguarda!
Per questo votiamo e invitiamo a votare NO al referendum
sulle modifiche costituzionali.
Carissimi,
allego la locandina con il programma per il 23 e 24 settembre pregandovi di darne la massima diffusione.
Di seguito anche l'evento FB, diffondete ed invitate i vostri amici
https://www.facebook.com/events/660259754131672/
Da che parte sta la Cisl?
Stimato Federico Ghillani
Segretario generale Cisl Parma e Piacenza
Ho letto il suo intervento sulla Gazzetta di Parma di domenica 4 settembre, che si conclude con la frase “abbiamo dunque ancora tanto lavoro da compiere nel prossimo autunno!”.
Chiedo: tra i lavori da compiere da parte della CISL c’è anche l’appoggio al governo e al partito di governo per far sì che il SI vinca il referendum confermativo costituzionale?
Sarebbe coerente, come posizione, dopo aver contribuito in modo molto significativo (insieme a PD e Coldiretti) alla raccolte delle firme per il SI.
Sarebbe coerente che la CISL gridasse forte e chiara la propria posizione, insieme a Confindustria, al governo e a tanta parte della stampa e dei mezzi di informazione.
Spiegando le proprie ragioni, in modo chiaro e pubblico.
Non da fiancheggiatori occulti. Centri di raccolta firme.
Spiegando chiaramente ai cittadini ed ai lavoratori italiani e di Parma perché la proposta di modifica Costituzionale sia ritenuta da questo sindacato legittima, opportuna, fonte di maggiore democrazia e di crescita economica.
Intanto che spiegherete queste ragioni, spiegherete anche, mi auguro, le ragioni del mancato appoggio ad un’altra campagna referendaria: quella sui quesiti abrogativi di punti controversi della L.107/2015.
Tutti coloro che vivono la scuola hanno sotto gli occhi lo sfacelo provocato dalla chiamata diretta dei docenti, dall’introduzione del bonus premiale discrezionale, dal clima di sempre maggiore autoritarismo instaurato dai Dirigenti Scolastici, allergici ad ogni forma di collegialità e democrazia, di imparzialità. Dall’impoverimento dei lavoratori, lasciati da anni, in modo illegittimo, senza un adeguamento del proprio salario. Dall’impoverimento delle risorse reali della scuola (vedi fondo d’istituto, finanziamenti, ecc.). Dalla presa in giro dell’organico di potenziamento (a parole maggiore risorsa per progetti e didattica , nelle realtà strumento per fare supplenze, agli stessi costi, se non inferiori, di prima).
Credo sarebbe giusto che la CISL spiegasse la propria posizione, a chi vorrà ancora ascoltarla e la riterrà seria e credibile.
Per quanto mi riguarda, buon cammino con il governo di turno.
Giordano Mancastroppa
Maestro Elementare
I criteri sono solo un riferimento per la sua azione valutativa, per nulla vincolanti.
Non intende, come altre scuole stanno facendo, permettere e proporre la presentazione di “autocandidature” al bonus premiale, nè richiederà documentazione per accertare la realizzazione di singoli punti dei criteri da parte dei docenti. L’accertamento e l’individuazione avverrà per sua azione esclusiva, di cui non vuole chiarire le modalità di realizzazione.
I criteri non possono essere vincolanti perchè è essenziale l’esercizio del potere discrezionale, proprio dell’azione dirigenziale.
Le somme del bonus “merito” saranno significative e rivolte a pochi docenti (visto l’ammontare del fondo disponibile).
L’aver soddisfatto criteri di merito approvati non significa l’automatico riconoscimento premiale da parte del Dirigente, nè il diritto al ricorso, nel caso il bonus premiale non venga assegnato.
Il Dirigente deve rendere conto solo delle motivazioni per cui ha assegnato il bonus, non delle motivazioni per cui ne ha privato docenti che abbiano compiuto i criteri approvati dal Comitato di Valutazione.
L’entità premiale sarà, secondo le intenzioni del Dirigente (è da verificare la legalità di tale affermazione ed intento) differenziata per docente e segreta.
La premialità potrà toccare anche a figure che ricevono già compensi accessori perchè incaricati fiduciari (Vicaria, Referenti di Plesso, Funzioni Strumentali, ecc.) attraverso il FIS/MOF. Il bonus, secondo il Dirigente, premia la qualità, il FIS la quantità.
Lettera di un maestro non appassionato alle “pseudo-riforme”
Ho letto con dubbi crescenti la lettera indirizzata dal Dirigente Scolastico Eramo alla Gazzetta di Parma, pubblicata domenica 24 luglio.
Provo a rispondere, da maestro elementare assolutamente non “pronto” a pseudo-riforme che non tutelino l’essenza della scuola pubblica, per come è disegnata nella Costituzione.
Privo delle granitiche certezze “riformatrici” fornite dal Dirigente Eramo, provo a formulare alcune domande:
Qual è l’essenza della scuola pubblica, garantita dalla Costituzione? Garantire (ai sensi dell’art.3) il pieno sviluppo della persona umana o certificare i livelli di raggiungimento delle competenze?
Accontentarsi di “riformare” l’esame finale di un percorso scolastico non è un semplice inganno, se non si riflette su ciò che la scuola pubblica (organo costituzionale dello Stato) ha offerto ed offre ad ogni singolo/a alunno e alunna, per permettere il pieno sviluppo delle proprie potenzialità?
Da giorni leggiamo le polemiche e l'indignazione cittadina legate alla lettera di rifiuto e selezione nei confronti di un un minore da parte di una squadra di calcio cittadina (frutto di una cultura competitiva e selettiva). Non è sulla stessa linea anche lo scrivere, da parte del Dirigente Eramo, che avrebbe più senso certificare “ciò che i ragazzi sanno e quello che non sanno”, “chi merita 4 o 5”? Si ha coscienza di quale sia la funzione della scuola, in quanto a riconoscimento e valorizzazione del sé? Non è assolutamente più delicata di quella di una squadra di calcio? Non deve porsi attenzioni ancora maggiori?
Non è assodato e frutto di cultura pedagogica sapiente il fatto che “le prove siano valutate in relazione al percorso dell’alunno”? Il Dirigente Eramo ci vuole dire che l’affermazione della Scuola di Barbiana “Non c’è nulla che sia ingiusto quanto far parti uguali fra disuguali” è da rottamare?
Sono un maestro, felice di non dover valutare in modo pseudo-oggettivo (magari su indirizzo INVALSI), stilando graduatorie numeriche che presumano di stilare graduatorie e riconoscere competenze (in soggetti in piena fase evolutiva, sensibili a enormità di variabili e potenzialità).
Sono felice che il livello di scuola in cui insegno mi permetta ancora di occuparmi di cosa faccio tutti i giorni con i/le mie/i alunni, quali esperienze educative e di apprendimento posso mettere in atto, con i/le mie colleghe/i, senza dover inventarmi “riforme” per sistemare esami finali traballanti ed incoerenti. Mi sentirei in enorme difficoltà a dover rinchiudere (da anni il Movimento di Cooperazione Educativa sostiene la necessità di cammini valutativi diversi dal voto numerico http://www.mce-fimem.it/il-documento-delle-associazioni-sul-voto-numerico/) il percorso umano e didattico di un alunno in una scala numerica comparativa e fonte di discrimine sulla promozione/bocciatura.
NON sono pronto a riforme (come del resto la Riforma Gelmini, la L.107, ecc.) che nascondano i veri problemi della scuola pubblica con piccoli ritocchi su aspetti “coreografici”, nascondendo dietro un’immagine parziale la complessità di accompagnare in un cammino unico e personale questi ragazzi e ragazze che ci vengono affidati dalle famiglie e dalla società.
Mi piacerebbe che ci fossero Dirigenti scolastici e docenti PRONTI DA TEMPO a lottare per il diritto ad una scuola dell’obbligo degna ed adatta ad ognuno di loro, che li faccia sentire valorizzati e capaci di scoprire le proprie potenzialità, in una relazione educativa significativa.
Che facessero sentire pubblicamente la propria voce per QUESTO, non per altro, di scarso valore sostanziale.
A questo sarei PRONTO e disponibile a collaborare, sempre che la Scuola pubblica che oggi si sta costruendo abbia ancora fiducia nella collegialità e nelle scelte democratiche e condivise.
Giordano Mancastroppa
Parma, 14 Luglio 2016 |
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Grande soddisfazione del Comitato Provinciale Referendum Scuola: raggiunto l'obiettivo nazionale |
Sono state depositate in Cassazione più di 2 milioni di firme complessive per i 4 referendum contro la "Buona Scuola".
Il Comitato Provinciale Referendum Scuola, che ieri ha comunicato in conferenza stampa l'esito della campagna referendaria sul nostro territorio, si dice molto soddisfatto della positiva risposta registrata con le oltre 18mila firme raccolte da parte dei cittadini parmensi.
Si tratta di un risultato che, superando ampiamente le aspettative, dimostra il valore e la fondatezza delle ragioni di chi ha sostenuto questa battaglia in difesa della scuola pubblica - in Emilia Romagna dal 9 aprile sono state raccolte complessivemnte 212mila firme, a livello nazionale oltre 2milioni -, evidenziando come per migliaia di cittadini solo una scuola laica, di tutti, aperta e democratica sia in grado di garantire la tenuta del Paese.
Il Comitato ha poi richiamato i temi della raccolta firme per i quattro referendum abrogativi della cosiddetta Buona Scuola, ovvero: il potere discrezionale del Dirigente Scolastico per l'assunzione del personale docente (chiamata diretta), l'attribuzione unilaterale di quote di salario accessorio, il buono scuola a favore delle scuole private ed infine, l'obbligatorietà di 200/400 ore di alternanza scuola lavoro.
"Nel più assordante silenzio generale, dal 9 aprile scorso in pochi mesi, in tutto il territorio sono stati attivati, con il Comitato, decine di banchetti, sono stati coinvolti migliaia di cittadini, siamo entrati nei luoghi di lavoro e nelle scuole e abbiamo raccolto circa 5mila firme per ogni quesito, oltre 20mila quindi, di cui più di 18mila certificate. È doveroso ringraziare tutti coloro che si sono resi protagonisti, con la loro firma, di questra battaglia di civiltà in difesa dei valori coistituzionali, ma anche i tanti volontari, delegati e delegate, che a vario titolo si sono spesi con convinzione per la riuscita dell'obiettivo".
"Ma il nostro impegno - ha spiegato il Comitato - non finisce qui e questa è solo la prima tappa di un lungo cammino di contrasto agli aspetti più deleteri della Legge 107/2015. L'obiettivo è rimettere al centro delle priorità del Paese la scuola pubblica come luogo di uguaglianza per tutti i cittadini, nella convinzione che proprio nella scuola si incardina un futuro migliore per lo sviluppo democratico ed economico della società. Restiamo in fiduciosa attesa della convalida della Cassazione, confidando sull'ammissibilità dei quesiti".
La doppia "Conferenza Stampa"
Stimati tutti/e
prendo atto attraverso la Gazzetta di Parma di una "doppia conferenza stampa" convocata ieri sull'esito dei referendum sociali a Parma.
Una conferenza, di cui parla l'articolo della Gazzetta, parla di 2.700 firme raccolte dalla Gilda, che ha fatto da "capofila" delle azioni.
Un'altra conferenza, convocata dal Comitato Referendum Sociali
http://www.tvparma.it/Video/tg-parma---telegiornale/referendum-scuola--depositate-in-cassazione-oltr-1
ha illustrato i dati che da tempo vi erano stati inviati (sia a livello nazionale 515.000 firme autenticate 505.000 firme certificate per ogni referendum - sia a livello provinciale, poco più di 5000 autenticate e 4500 certificate per ogni referendum scuola, meno di un migliaio per ognuno dei due referendum ambientali e la petizione dell'acqua pubblica).
La Gazzetta di Parma, stranamente (ma non ha quasi mai coperto gli eventi referendari) ha parlato solo della prima e non ha partecipato alla seconda.
Non perdo neppure tempo a commentare l'ennesimo tentativo di esibizionismo e di esposizione personale da parte del coordinatore della GILDA (se poi gli iscritti GILDA si riconoscono in questo stile, valuteranno loro).
Credo che ogni singolo volontario ed autenticatore che in questi tre mesi ci ha aiutato a raggiungere un pezzo di questo risultato sappia bene come siano andate le cose, e sarebbe poco elegante sottolinearlo.
Ringrazio Simone Saccani per l'ospitalità e la correttezza dimostrate, e ancora una volta ogni singola donna ed uomo che hanno collaborato.
Arrivederci a settembre per la campagna referendaria sul Referendum Confermativo!
Giordano Mancastroppa
Coordinatore Referendum Sociali-Parma
P.S. allego anche il commento di Eliseo Tambone, pugliese, alla luce dell'esperienza referendaria e del disastro di Corato.
Se anche a Parma si riflettesse su ciò che Eliseo afferma, forse certe "cadute di stile" neppure si immaginerebbero!
----Messaggio originale----
Da: "Eliseo Tambone" <eliseotambone@alice.it>
Data: 14/07/2016 0.17
A: <lip-scuola@googlegroups.com>
Ogg: Re: R: [lip-scuola] Corato