Da che parte sta la Cisl?


Da che parte sta la Cisl?

 

Stimato Federico Ghillani

Segretario generale Cisl Parma e Piacenza

 Ho letto il suo intervento sulla Gazzetta di Parma di domenica 4 settembre, che si conclude con la frase “abbiamo dunque ancora tanto lavoro da compiere nel prossimo autunno!”.

Chiedo: tra i lavori da compiere da parte della CISL c’è anche l’appoggio al governo e al partito di governo per far sì che il SI vinca il referendum confermativo costituzionale?

Sarebbe coerente, come posizione, dopo aver contribuito in modo molto significativo (insieme a PD e Coldiretti) alla raccolte delle firme per il SI.

Sarebbe coerente che la CISL gridasse forte e chiara la propria posizione, insieme a Confindustria, al governo e a tanta parte della stampa e dei mezzi di informazione.

Spiegando le proprie ragioni, in modo chiaro e pubblico.

Non da fiancheggiatori occulti. Centri di raccolta firme.

Spiegando chiaramente ai cittadini ed ai lavoratori italiani e di Parma perché la proposta di modifica Costituzionale sia ritenuta da questo sindacato legittima, opportuna, fonte di maggiore democrazia e di crescita economica.

 
Intanto che spiegherete queste ragioni, spiegherete anche, mi auguro, le ragioni del mancato appoggio ad un’altra campagna referendaria: quella sui quesiti abrogativi di punti controversi della L.107/2015.

Tutti coloro che vivono la scuola hanno sotto gli occhi lo sfacelo provocato dalla chiamata diretta dei docenti, dall’introduzione del bonus premiale discrezionale, dal clima di sempre maggiore autoritarismo instaurato dai Dirigenti Scolastici, allergici ad ogni forma di collegialità e democrazia, di imparzialità. Dall’impoverimento dei lavoratori, lasciati da anni, in modo illegittimo, senza un adeguamento del proprio salario. Dall’impoverimento delle risorse reali della scuola (vedi fondo d’istituto, finanziamenti, ecc.). Dalla presa in giro dell’organico di potenziamento (a parole maggiore risorsa per progetti e didattica , nelle realtà strumento per fare supplenze, agli stessi costi, se non inferiori, di prima).

Credo sarebbe giusto che la CISL spiegasse la propria posizione, a chi vorrà ancora ascoltarla e la riterrà seria e credibile.

 Per quanto mi riguarda, buon cammino con il governo di turno.

Giordano Mancastroppa

Maestro Elementare



Caro collega,
se, come affermi nella tua, hai letto con attenzione quanto scrivevo alla Gazzetta, avrai notato che la questione del referendum costituzionale non figurava negli obiettivi prioritari dell’azione sindacale della CISL dei prossimi mesi e, una conoscenza anche minima dell’organizzazione e del suo statuto fondativo, ti porterebbe a capire che non potrebbe essere diversamente data la sua totale autonomia rispetto ai partiti politici.

Ciò tuttavia non impedisce che, come ogni associazione che vuole stare con responsabilità dalla parte del bene comune, come è avvenuto pubblicamente lo scorso 12 luglio a Roma, e come avverrà prossimamente anche a Bologna e nei nostri territori, la CISL non si occupi anche di promuovere un serio e libero confronto sui contenuti di questa iniziativa che ci chiamerà come cittadini a decidere se confermare o meno le modifiche che il referendum propone, e ciò sentendo sempre le due campane (a Roma a confronto c’erano nientemeno che Calderoli e la Serracchiani).

Da almeno 10 anni poi, molto prima quindi della nascita di questo governo, proprio la CISL è andata facendo varie proposte in relazione ad alcuni degli obiettivi che la riforma costituzionale potrebbe ora conseguire, obiettivi che ha sempre valutato utili per il paese e per il miglioramento delle opportunità per il mondo del lavoro. La modifica proposta dell’ordinamento istituzionale potrà infatti avere riflessi positivi sulla capacità di governo del Paese, per dare risposte adeguate a chi vuole vivere, lavorare e investire in Italia, e anche sulla capacità di creare l’auspicato sviluppo necessario per poter uscire dalle secche di una fase particolarmente complicata. Elementi, infatti, come riduzione dei costi della politica, snellimento dell’iter delle leggi, superamento dei conflitti istituzionali derivati dal titolo V, riduzione dei livelli di articolazione della struttura statale, l'introduzione di forme partecipative di democrazia economica, solo per citarne alcuni, fanno parte di queste proposte che non abbiamo mai smesso di fare a tutte le forze politiche, convinti del riflesso positivo che tali cambiamenti, attesi da tempo, possono avere sulla nostra economia e sul lavoro, cose di cui ammetterai ci occupiamo con pieno diritto.

La CISL, tuttavia non ha fatto come altre organizzazioni che, pur legittimamente, si sono spinte fino a dare indicazioni di voto, ma si è invece posta anzitutto l’obiettivo di aprire un dibattito serio tra i propri iscritti e i cittadini, per evitare che anche in questa occasione si decida su materie così importanti per il futuro del paese, influenzati solo da conventicole correntizie ideologicamente prevenute, senza invece approfondire almeno sinteticamente i contenuti che saranno sottoposti a referendum. E’ infatti chiaro a tutti che sulle modalità e soprattutto sui contenuti su cui saremo chiamati a esprimerci, il livello d’informazione non è adeguato, nonostante le chiacchiere mediatiche che a tutti i livelli non si risparmiano, ragione per cui non ci sentiamo di lasciare che una discussione così importante, relativa alla composizione a al funzionamento delle Istituzioni e quindi inerente il modello di Democrazia, possa ridursi ad un dibattito meramente partitico.

Come sindacato, abbiamo a cuore il futuro del Paese e soprattutto, crediamo in una Democrazia partecipativa, dove chi rappresentiamo, lavoratrici e lavoratori, pensionate e pensionati, siano, non solo consapevoli delle scelte da fare, ma come in tante occasioni passate anche traino, affinché questa consapevolezza sia diffusa, nella convinzione che ogni scelta di cambiamento debba essere assunta con cognizione di causa.

E’ la nostra responsabilità e libertà, infatti, che ci impone di discutere, confrontarci, riflettere, approfondire nel merito, diradando i vecchi fumi ideologici. Dopodiché a ognuno la propria scelta.

Circa poi le motivazioni della non adesione della CISL Scuola al referendum abrogativo della L. 107, legge sulla quale non ha certo espresso né continua ad esprimere pubblicamente giudizi benevoli, due le motivazioni fondamentali che ricordo: primo una valutazione di certo opinabile ma plausibile della assoluta incertezza circa il raggiungimento delle firme necessarie, con conseguente figuraccia di fronte all’opinione pubblica, secondo la consapevolezza che, essendo il referendum abrogativo votato non tanto solo dal personale della scuola quanto da tutta la cittadinanza, che non sembra oggi condividere le nostre valutazioni negative su aspetti fondamentali della legge, il rischio di insuccesso col conseguente effetto di “consacrazione” popolare della legge stessa senza possibilità di recupero, fosse assolutamente da evitare.
Per questo CISL Scuola ha preferito piuttosto avviare un serio contenzioso legale sugli aspetti più avversati della legge stessa, come ad esempio la questione del limite dei 36 mesi per i precari, l’esclusione del Bonus premiale dalla contrattazione, la cosiddetta chiamata diretta ed altri.

Federico Ghillani
Segretario Generale

CISL - Unione Sindacale Territoriale Parma e Piacenza
Via Lanfranco, 21/A 43126 Parma





Stimato segretario generale Cisl di Parma e Piacenza
(definirci colleghi credo sia irrispettoso per i rispettivi incarichi e stipendi)

in realtà sono una persona molto concreta, e quando faccio domande, vorrei risposte precise.
Forse non sono stato chiaro e le riformulo:

1) A me risulta (ma forse sono informazioni errate) che la CISL abbia contribuito in modo DIRETTO ed IMPORTANTE alla raccolta delle firme per la presentazione del referendum confermativo. referendum presentato da più di 500.000 cittadini e che ha permesso al Comitato per il Sì (di cui non capisco se la CISL fa parte) di ottenere un cospisco rimborso elettorale (previsto dalla legge).
E' vero?  E' vero a Parma?
Quante firme sono state raccolte in meno di due mesi a Parma con la vostra collaborazione?

2) Se fosse vero il punto precedente, si tratterebbe di molto di più di un tentativo di indicare ai cittadini il bisogno di approfondire il testo. Si tratterebbe di una scelta di campo ben precisa.
Leggendo i 3 volantini che Lei mi ha allegato, solo il primo parla genericamente di necessità di informarsi e scegliere in modo consapevole. Gli altri due contengono testi che evidenziano SOLO aspetti positivi delle Pseudo-Riforma, NON evidenziano nessun limite o pericolo, ed invitano implicitamente, senza scriverlo (ancora peggio, perchè c'è un motivo anche in questo) a votare SI', appoggiandola.
Legittimo farlo, basta dichiararlo. Perchè non farlo in modo esplicito, come le indicava il sig. Ghirarduzzi, citando in modo preciso gli interventi della Segretaria Nazionale Furlan?

3) Se per citare l'imparzialità della Cisl e la voglia di promuovere momenti di confronto qualificati e con par condicio cita un confronto tra CALDEROLI (sì CALDEROLI! il padre del Porcellum, abiurato nella culla) come rappresentante del NO e Serracchiani come rappresentante del Sì, allora ho qualche dubbio sulla Sua reale buona fede.
Crede che Calderoli rappresenti le ragioni del No del sottoscritto e di tutti coloro che credono e difendono i valori della Costituzione?
Forse ci rifletta meglio, la prossima volta, prima di fare esempi.
Se vuole un esempio qualificato di confronto, La invito invece a diffondere a tutti gli iscritti CISL di Parma il video (lo troverà certamente) del confronto svoltosi ieri sera tra il prof. Zagrebelsky e la sen. Finocchiaro a festaReggio.
Ero presente, come centinaia di cittadini preoccupati del processo politico in atto, e credo sia stata una lezione di cittadinanza e di democrazia indimenticabile!


www.radioradicale.it/scheda/485563/festareggio-2016-la-riforma-costituzionale
Le cito solo il finale, nel caso non avesse la pazienza di rivedersi tutto il filmato.
Alla domanda su quali sono le ragioni per votare NO, il prof. Zagrebelsky ha risposto che:
- basta leggere il testo, non i commenti o gli slogan, per farsi un'idea
- non avrebbe MAI voluto che il governo o il parlamento di turno avessero portato l'Italia ad una scelta divivisa. Sia che vinca il No, sia che vinca il Si, l'Italia è spaccata. E la Costituzione è la legge suprema, a garanzia di TUTTI, non di una parte.
- parafrasando lo slogan coniato da una ministra esperta in comunicazione, che ha invitato all'orgoglio di essere "padri e madri" della nuova Costituzione, il professore ha evidenziato la propria VERGOGNA nell'essere ricordato come padre o nonno di una Costituzione scritta a piene mani con il senatore Verdini.

Se a Lei tutto questo non crea problemi, buona campagna "informativa".

4) REFERENDUM SCUOLA: se prendo per buone le motivazioni che Lei ricorda sulla mancata partecipazione della CISL alla raccolta firme, superato lo stupore per ragioni di questo spessore, Le obietto alle ragioni da Lei scritte:

- una valutazione di certo opinabile ma plausibile della assoluta incertezza circa il raggiungimento delle firme necessarie, con conseguente figuraccia di fronte all’opinione pubblica 
non diventa molto più probabile se uno dei maggiori sindacati della scuola si astiene dalla raccolta e dalla campagna?
Se con le forze in campo siamo arrivati a 515.000 firme depositate in Cassazione, non avremmo raggiunto una quota molto più alta di firme (così da raggiungere la certezza al vaglio della Cassazione e al netto delle certificazioni) con il vostro supporto?


- secondo: la consapevolezza che, essendo il referendum abrogativo votato non tanto solo dal personale della scuola quanto da tutta la cittadinanza, che non sembra oggi condividere le nostre valutazioni negative su aspetti fondamentali della legge, il rischio di insuccesso col conseguente effetto di “consacrazione” popolare della legge stessa senza possibilità di recupero, fosse assolutamente da evitare.
La Coalizione Referendum Sociali è nata appunto con la consapevolezza che solo una coscienza e mobilitazione diffusa sui diritti avrebbe permesso il raggiungimento di un quorum ormai meta lontana per tutti i referendum abrogativi (a parte quelli sull'acqua e sul nucleare del 2102, che avevano sviluppato un senso diffuso di appartenenza e di interesse nella cittadinanza, salvo poi essere disattesi dalla politica, almeno per quanto riguarda i quesiti sull'acqua pubblica).
Nel 2107 si terranno i referendum sul Jobs Act promossi dalla CGIL, e una coalizione più allargata che rimetta al centro delle scelte politiche scuola, lavoro, ambiente, diritti e costituzione, secondo noi è quanto serve all'Italia, più che promesse di efficenza e sviluppo economico in caso di vittoria del SI'.

Ma legittimo da parte del suo sindacato fare scelte di PARTE.
Chiare e visibili.


Buon lavoro
Giordano Mancastroppa

1) sono e rimango con orgoglio docente della scuola secondaria, quindi mi sembra giusto dire collega; pur distaccato per il lavoro sindacale, vengo ancora regolarmente pagato dal Tesoro come dipendente del MIUR e percepisco dall'organizzazione solo una piccola indennità legata alla carica che ricopro.
2) la CISL di Parma e Piacenza non ha mai raccolto ne ha mai ospitato iniziative volte a raccogliere le firme per il referendum, a meno che qualcuno non faccia confusione con la raccolta firme da noi promossa per la legge di iniziativa popolare sul fisco dello scorso anno che abbiamo presentato in parlamento.
3) così come siamo abituati a riflettere prima di prendere decisioni, siamo anche abituati ad assumerci pubblicamente le responsabilità delle scelte che facciamo.

Federico Ghillani
Segretario Generale





Articolo tratto da: Istruzione: bene comune - https://www.rknet.it/lascuolasiamonoi/
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