Posted by comitatonogelmini su 10 maggio 2015
Leggiamo con stupore e sgomento la notizia che – in anticipo addirittura sui tempi contingentati e forti della ghigliottina imposta sugli emendamenti – il ddl scuola del Governo è stato interamente discusso ed approvato in Commissione Cultura ed è pronto per approdare alla Camera.
Il Comitato per il sostegno alla legge di iniziativa Popolare Per la Buona Scuola per la Repubblica considera inaccettabile l’incuria ed il dileggio con cui Governo e PD hanno risposto al più grande sciopero della scuola di tutti i tempi; nella giornata del 5 maggio – dati provvisori del ministero della Funzione Pubblica alla mano – almeno il 65% dei lavoratori avrebbe scioperato. La previsione relativa ai dati definitivi si attesterebbe attorno all’80%. A fronte di questi inediti numeri e della consistenza della protesta – per la quale i lavoratori della scuola hanno sacrificato 42 mln di euro delle proprie giornate di salario in nome della democrazia – siamo stati apostrofati nelle maniere più volgari ed irriverenti nei confronti di una protesta democratica, consapevole e diffusa che, innanzitutto, meriterebbe rispetto.
– Chiediamo a opposizioni e sindacati di mantenere unitariamente e intransigentemente l’impegno assunto con chi ha scioperato ed è sceso in piazza: continuando a chiedere lo stralcio delle assunzioni dei precari ed il ritiro del ddl per un reale confronto.
– Chiediamo a tutti i soggetti interessati dalla nuova tornata di audizioni-farsa del Partito-Governo e del Governo-Partito di non abboccare al tentativo di rompere il fronte del dissenso: la scuola vi guarda!
– Chiediamo a tutti i lavoratori della scuola, agli studenti, ai genitori, ai cittadini di non allentare vigilanza e mobilitazione. Ci attende un confronto duro, ed è necessario ribattere colpo su colpo con gli strumenti della condivisione e della partecipazione. Senza esitazioni ed intempestivi rilassamenti.
Il Comitato per il Sostegno alla Legge di iniziativa popolare per una buona scuola per la repubblica aderisce con convinzione allo sciopero del 12 maggio contro i test Invalsi alle scuole superiori, nonché all’assemblea in piazza Montecitorio, organizzata dagli Autoconvocati, per le ore 17 dello stesso giorno.
In ragione della condivisione trasversale della Lipscuola, ritiene inoltre fondamentale continuare l’impegno unitario per la scuola della Costituzione, propone che il 18 maggio fioriscano mille iniziative nelle scuole e che la giornata del 19 maggio, giorno in cui il Ddl entrerà in Aula, sia caratterizzata ancora una volta da una forte mobilitazione in tutto il Paese; a Roma, Montecitorio sia circondato da una imponente catena umana, così come le prefetture, terminali locali del governo centrale.
Chiediamo a tutte/tutti di essere presenti alle mobilitazioni portando con sé una copia del testo della Legge di Iniziativa Popolare per una buona scuola per la repubblica (scaricabile dal sito http://lipscuola.it/blog/), l’unica alternativa democratica e partecipata alla scuola del podestà Renzi.
Il Comitato nazionale di sostegno alla Legge di Iniziativa Popolare per una buona scuola per la Repubblica
Car*, oggi non ho fatto i test. Un abbraccio
L'obbedienza (all'Invalsi) è una virtù?
Oggi non ho somministrato i test e ho fatto la lezione programmata.
Oggi sono andato a scuola e ho fatto la mia normale lezione. Sono entrato nella classe quinta della scuola primaria dove sono titolare e ho svolto le attività di matematica e di scienze che avevo programmato da tempo. Per farlo ho dovuto comunicare alla mia dirigente che non avrei somministrato le prove Invalsi. Ho deciso cioè di fare obiezione di coscienza, di disobbedire a chi mi ordinava di sospendere la mia funzione di maestro e di divenire il burocrate somministratore di quiz per conto di un'istituzione esterna al Ministero.
Ciò non sarebbe avvenuto se il ministero avesse mantenuto le date programmate per lo svolgimento delle prove, perché avrei avuto a disposizione lo strumento costituzionalmente garantito dello sciopero per esprimere il mio dissenso. Invece il recentissimo spostamento del calendario deciso unilateralmente dall'Invalsi mi ha posto di fronte alla scelta tra tradire le mie convinzioni oppure tenervi fede pagando un prezzo. Ho scelto la seconda strada.
Non ho “somministrato” i test perché li ritengo una intromissione dirompente e dannosa nella mia didattica e nella didattica dei docenti italiani; perché ritengo che i quiz Invalsi non abbiano alcun elemento di scientificità sia per la somministrazione censuaria (risibile in termini statistici), sia per i contenuti che intendono misurare che sono o riduttivi o confusi (non possono che fermarsi alla superficie dei processi di apprendimento). Non ho “somministrato” perché le modalità di “somministrazione” che vengono richieste contraddicono i principi di inclusione, di cooperazione, di eguaglianza, di rispetto per i tempi di ogni bambina o bambino, principi che invece stanno alla base della mia attività didattica in classe.
Per affermare queste mie convinzioni ho dovuto disobbedire. Ma credo che l'obbedienza - in alcuni casi - non sia una virtù.
Gianluca Gabrielli, maestro, scuola Fortuzzi, Bologna
Roma, 7 maggio 2015
Egregio Dirigente,
il tempo corre in una sola direzione. E sarà proprio il tempo a fare chiarezza, trovando una giusta e precisa definizione alle nostre azioni, togliendo di mezzo la retorica, le facili giustificazioni e le ipotesi di legittimità che oggi fanno da scudo alle nostre scelte e alle nostre condotte. Alle sue come alle mie.
Quello che resterà sarà soltanto la memoria dei nostri comportamenti e delle loro conseguenze. Perché il tempo saprà lavare via le tante chiacchiere inutili, farà luce nel polverone e sarà perfino capace di colmare l'evidente sperequazione delle forze oggi in campo. E allora si saprà. Si saprà chi è stato davvero l'Efialte nella Termopili scolastica di questi tempi.
A me non resta ora che manifestare nuovamente una decisa obiezione di coscienza al sistema Invalsi.
Oggi più che mai. Visto che il mio diritto allo sciopero (comunicato il 23 aprile in relazione alla circolare n. 229 del 22 aprile 2015) è stato invalidato dall’arroganza di un sistema che non rispetta più neanche le regole del gioco democratico, e, in aggiunta, sono ancora in attesa di conoscere il parere del giudice in merito ai fatti del 2013.
Distinti saluti
Flavio Maracchia