Posted by comitatonogelmini su 10 maggio 2015 di Comitato nazionale di sostegno alla Legge di Iniziativa Popolare per una buona scuola per la RepubblicaLeggiamo con stupore e sgomento la notizia che – in anticipo addirittura sui tempi contingentati e forti della ghigliottina imposta sugli emendamenti – il ddl scuola del Governo è stato interamente discusso ed approvato in Commissione Cultura ed è pronto per approdare alla Camera. Il Comitato nazionale di sostegno alla Legge di Iniziativa Popolare per una buona scuola per la Repubblica Scarica qui e aiutaci a diffonderloDue maestri che non cedono agli opportunismi e pensano che avere dei principi ed adeguare il proprio comportamento ai propri principi non sia né banale ne insignificante, ma semplicemente doveroso. Car*, oggi non ho fatto i test. Un abbraccio
L'obbedienza (all'Invalsi) è una virtù? Oggi non ho somministrato i test e ho fatto la lezione programmata. Oggi sono andato a scuola e ho fatto la mia normale lezione. Sono entrato nella classe quinta della scuola primaria dove sono titolare e ho svolto le attività di matematica e di scienze che avevo programmato da tempo. Per farlo ho dovuto comunicare alla mia dirigente che non avrei somministrato le prove Invalsi. Ho deciso cioè di fare obiezione di coscienza, di disobbedire a chi mi ordinava di sospendere la mia funzione di maestro e di divenire il burocrate somministratore di quiz per conto di un'istituzione esterna al Ministero. Ciò non sarebbe avvenuto se il ministero avesse mantenuto le date programmate per lo svolgimento delle prove, perché avrei avuto a disposizione lo strumento costituzionalmente garantito dello sciopero per esprimere il mio dissenso. Invece il recentissimo spostamento del calendario deciso unilateralmente dall'Invalsi mi ha posto di fronte alla scelta tra tradire le mie convinzioni oppure tenervi fede pagando un prezzo. Ho scelto la seconda strada. Non ho “somministrato” i test perché li ritengo una intromissione dirompente e dannosa nella mia didattica e nella didattica dei docenti italiani; perché ritengo che i quiz Invalsi non abbiano alcun elemento di scientificità sia per la somministrazione censuaria (risibile in termini statistici), sia per i contenuti che intendono misurare che sono o riduttivi o confusi (non possono che fermarsi alla superficie dei processi di apprendimento). Non ho “somministrato” perché le modalità di “somministrazione” che vengono richieste contraddicono i principi di inclusione, di cooperazione, di eguaglianza, di rispetto per i tempi di ogni bambina o bambino, principi che invece stanno alla base della mia attività didattica in classe. Per affermare queste mie convinzioni ho dovuto disobbedire. Ma credo che l'obbedienza - in alcuni casi - non sia una virtù. Gianluca Gabrielli, maestro, scuola Fortuzzi, Bologna
Roma, 7 maggio 2015
Egregio Dirigente,
il tempo corre in una sola direzione. E sarà proprio il tempo a fare chiarezza, trovando una giusta e precisa definizione alle nostre azioni, togliendo di mezzo la retorica, le facili giustificazioni e le ipotesi di legittimità che oggi fanno da scudo alle nostre scelte e alle nostre condotte. Alle sue come alle mie.
Quello che resterà sarà soltanto la memoria dei nostri comportamenti e delle loro conseguenze. Perché il tempo saprà lavare via le tante chiacchiere inutili, farà luce nel polverone e sarà perfino capace di colmare l'evidente sperequazione delle forze oggi in campo. E allora si saprà. Si saprà chi è stato davvero l'Efialte nella Termopili scolastica di questi tempi.
A me non resta ora che manifestare nuovamente una decisa obiezione di coscienza al sistema Invalsi.
Oggi più che mai. Visto che il mio diritto allo sciopero (comunicato il 23 aprile in relazione alla circolare n. 229 del 22 aprile 2015) è stato invalidato dall’arroganza di un sistema che non rispetta più neanche le regole del gioco democratico, e, in aggiunta, sono ancora in attesa di conoscere il parere del giudice in merito ai fatti del 2013.
Distinti saluti Flavio Maracchia |