Stamattina alle 12 in tante aule scolastiche della nazione gli insegnanti della scuola pubblica hanno fatto un minuto di silenzio per denunciare l'offesa ricevuta da parte del presidente del consiglio Silvio Berlusconi.
E' stata l'occasione per spiegare ai nostri ragazzi lo sdegno per l'ennesimo schiaffo alla democrazia, alla Costituzione, alla verità e alla decenza, oltre che alla nostra professionalità di educatori.
E' stata l'occasione per spiegare loro per quale ragione i padri della Costituzione hanno voluto una scuola pubblica, laica, pluralista e democratica, una scuola inclusiva e gratuita, nella quale tutte le opinioni che rispettino il dettato costituzionale siano libere di esprimersi.
E abbiamo potuto parlare del ruolo istituzionale della scuola pubblica e delle scuole private senza oneri per lo Stato, leggendo il discorso di Piero Calamandrei del 1950, del diritto allo studio e della libertà di insegnamento.
Ringrazio l'onorevole Berlusconi per avermi dato l'opportunità di affrontare questi argomenti e discuterne con i miei alunni e le mie alunne.
Il presidente si vanta del suo bunga bunga e poi vuole una scuola dove io sia giudicata sulla base della mia "reputazione"? E sulla base di quali parametri essa verrà valutata? Forse sulla base della mia sorridente obbedienza?
Certo, se i valori delle famiglie cui faceva riferimento il presidente Berlusconi somigliano ai suoi, ebbene, mi dichiaro colpevole: il mio impegno quotidiano è di trasmetterne, prima di tutto con il mio comportamento, altri, profondamente diversi, ai miei studenti. E continuerò a farlo, malgrado tutto.
Roberta Roberti
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Caro lettore,
è paradossale e inaccettabile che un presidente del Consiglio, chiamato a incarnare e tutelare la cosa pubblica, attacchi frontalmente la scuola statale pubblica, conquista democratica, e quindi milioni di persone, docenti, operatori, ma, soprattutto studenti, che in questa credono e alla quale quotidianamente dedicano, in condizioni spesso molto difficili, la loro personale fatica: DIFENDIAMOLA!
FIRMA IL NOSTRO APPELLO
Concita De Gregorio
COMUNICATO CGIL
lascuolasiamonoi/misc/file/Scuola%20pubblica.doc
Ciao, come Retescuole abbiamo deciso di aderire alla giornata nazionale del 12
marzo che sta lievitando come appuntamento in difesa della scuola pubblica. Le
parole di Berlusconi hanno fatto da detonatore ad uno stato d'animo di
frustrazione e rabbia tra docenti e genitori che però stentava a tramutarsi in
mobilitazione. Grazie a Silvio, mi pare che la voglia di "manifestarsi" nelle
scuole abbia subito una improvvisa impennata. Beh: approfittiamone. A questo
proposito la manifestazione del 13 febbraio delle donne ha fatto "scuola". Una
manifestazione senza corteo, senza sigle, "di popolo". Ma che è riuscita per uno
straordinario passa parola. Che è quello che ognuno di noi potrebbe impegnarsi a
fare. Ognuno di noi ha qualche decina di colleghi, qualche decina o centinaia di
contatti e-mail e facebook, mettiamoli in moto. Di sotto il comunicato di
Retescuole, ma la manifestazione non è di nessuno, quindi ognuno può costruirsi
il suo appello, basta che sia in difesa della scuola pubblica. A breve la
comunicazione della piazza. Ciao. Michele
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12 MARZO: io difendo la scuola pubblica, io difendo la costituzione.
Abbiamo ascoltato con sgomento le parole pronunciate dal Premier sulla - anzi
contro - la scuola pubblica, che denotano una visione della Scuola e persino
dello Stato che allarmano chiunque abbia a cuore la democrazia. Facciamo sentire
la voce del popolo della scuola: genitori, insegnanti, studenti, ata.
Incontriamoci sabato 12 marzo alle 15 senza bandiere né sigle per manifestare la
dignità della scuola pubblica statale in una piazza che comunicheremo prima
possibile. Se non ora quando? Retescuole
http://www.retescuole.net/contenuto?id=20110301084548
http://www.facebook.com/retescuole/12-marzo-io-difendo-la-scuola-pubblica-io-difendo-la-costituzione/10150099067993031
Sono il Presidente del Consiglio d'Istituto e quindi, come tale, ho un ruolo istituzionale che non mi consente di prendere posizioni politiche.
Tuttavia stavolta mi espongo e, credo, a ragione.
Nell'ambito del convegno dei Cristiano-Riformisti il Capo del governo ha usato le seguenti parole:
… potere educare i figli liberamente e liberamente vuol dire di non essere costretti a mandare i figli a scuola, in una scuola di Stato dove ci sono degli insegnanti che vogliono inculcare dei principi che sono il contrario di quelli che i genitori vogliono inculcare ai loro figli educandoli nell’ambito della loro famiglia..
Chiedo a voi genitori se la scuola che frequentano i vostri figli inculca valori contrari a quelli che inculcate voi.
Chiedo se i vostri figli frequentano una scuola di stampo sovietico e illiberale.
Vi chiedo se è ammissibile che il Presidente del Consiglio possa disprezzare e denigrare la scuola pubblica, la quale è tra i pilastri dei suoi compiti istituzionali come azione di governo (e che, ce ne stiamo accorgendo, sta demolendo).
L'unica ragione che posso trovare per cotanto accanimento è che, per avere l'appoggio della Chiesa in un momento in cui l'immagine ed i valori che lui trasmette sono tutto fuori che cristiani, debba cavalcare il fantasma del comunismo e l'odio verso ciò che è pubblico.
Ma anche spiegando questo attacco con l'opportunismo elettorale, sono profondamente indignato nel vedere che la scuola dei nostri figli viene disprezzata e attaccata senza precedenti, con accuse ridicole e offensive non solo per chi ci lavora, ma anche per noi genitori (siamo tutti deficienti a mandare i nostri figli in una scuola contraria ai nostri valori?).
Credo che stavolta quello che lui ha detto superi molte altre affermazioni precedenti, e credo che il mio ruolo di Presidente debba essere quello di difendere la scuola dei nostri figli non solo da continui tagli economici, ma anche da attacchi di tipo culturale-ideologico.
Flavio Capelli
potete fare copia-incolla di questo indirizzo sulla barra di explorer, e ascoltate da 3'53'' (ma anche dall'inizio si capisce il delirio)
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