Se calcolato sul saldo netto da finanziare il contributo di viale Trastevere dovrebbe valere un sesto dei tagli complessivi (1,1 miliardi sui 6 attesi nel 2015). Che salirebbe a un quarto se calcolato sull'indebitamento (800 milioni sui 3 miliardi di risparmi attesi dalla manovra).
Risorse che, spiega Il Sole 24 Ore, arriveranno in parti quasi uguali dal comparto scuola, da un lato, e dal binomio università/ricerca, dall'altro.
Il risparmio più consistente arriverebbe dalla modifica degli esami di stato e dalla soppressione dei membri esterni (eccezion fatta per il presidente) nelle commissioni per la maturità: 144 milioni che scenderebbero a 99 se rapportati all'indebitamento.
Altri 130 milioni giungerebbero invece dalla riduzione del fondo di funzionamento delle scuole assicurata dalla razionalizzazione delle spese di pulizia. Sempre in tema di scuola paiono degne di nota altre tre decurtazioni: gli 80 milioni (43 ai fini dell'indebitamento) dovuti allo stop agli scatti di anzianità, che salirebbero a 189 alla fine del prossimo triennio; i 55 milioni (30 ai fini del rapporto deficit/Pil) attesi dall'eliminazione delle supplenze di un giorno; i 50 milioni sottratti ai progetti nazionali di istruzione.
Passando all'università, il primo intervento che balza agli occhi è una mini-sforbiciata alla quota rimodulabile del Fondo di finanziamento ordinario (Ffo), che dovrebbe valere 32 milioni ed essere collegata all'incremento di efficienza nell'acquisto di beni e servizi da parte degli atenei.
Per il resto, spiega sempre Il Sole 24 Ore, l'aiuto del comparto universitario dovrebbe giungere attraverso la cancellazione di una serie di micro-voci: altri 2 milioni dell'Ffo destinati ai piani triennali; 5 milioni per la sede di ingegneria di Genova (Erzelli); 3 milioni della scuola d'ateneo Jean Monnet; 500mila euro della mai decollata fondazione per il merito.
Lungo e variegato è anche l'elenco di misure per la ricerca. Accanto ai 140 milioni di giacenze del "vecchio" fondo Fsra, che dovrebbero passare a Intesa Sanpaolo e finire fuori dal comparto della Pa, comparirebbero i 50 milioni di recupero di efficienza sui consumi intermedi finanziati con il fondo ordinario degli enti (Foe). Ma i "contenitori" coinvolti sarebbero anche altri. Il Far (90 milioni di giacenze) e il Fisr (45 milioni) su tutti.