Posted by comitatonogelmini su 12 ottobre 2014
Tutto ciò che è proposto in questo Rapporto lo abbiamo studiato, vagliato, incubato negli ultimi mesi. Oggi lo offriamo perché sia oggetto di dibattito e confronto fino a novembre, nel quadro di quella che vogliamo diventi la più grande consultazione – trasparente, pubblica, diffusa, online e offline – che l’Italia abbia mai conosciuto finora. (dal sito labuonascuolagov.it)
FLC/GBW: “La visita della ministra, una rappresentazione scenica”. (dal sito FLC CGIL Scuola)
“È stata una sfilata efficientemente organizzata in ossequio alla notabile ospite, non certo l’occasione di confronto vero sulle tante questioni problematiche aperte nella scuola italiana e altoatesina. Se alla fine del tour ci racconteranno di aver inaugurato un modello di consultazione finalmente moderno ed efficace, sarà bene ricordarsi di quello che abbiamo effettivamente sperimentato oggi”.
La FLC/GBW commenta con queste parole l’evento di questa mattina (9 ottobre 2014, ndr), a Bolzano, con la ministra dell’Istruzione, in una delle prime tappe del tour che accompagna la consultazione sul progetto del governo Renzi per cambiare la scuola italiana.
“Sui grandi quotidiani nazionali – evidenzia la FLC/GBW – si sono lette parole che magnificano il nuovo metodo di consultazione. Abbiamo purtroppo invece misurato la distanza tra la realtà e la sua presentazione mediatica. Fatto salvo il ritardo iniziale, la manifestazione al liceo Pascoli si è svolta nel segno della rapidità. Interventi preselezionati ad invito, da svolgersi in pochi secondi, il tempo di un saluto cordiale, di una riferimento orgoglioso alle peculiarità della nostra autonomia e alle sfide del sistema formativo provinciale e di concludere ringraziando l’ospite per l’opportunità concessa. Chi ha segnalato l’esistenza di problemi e questioni insolute, infatti ha potuto farlo soltanto sommariamente, per titoli, nel rigoroso rispetto del tempo concesso”.
Apprendiamo solo stamani (12 ottobre, ndr) che in gran segreto il Ministro Giannini sarà a Lucca lunedì 13 ottobre per presentare la Cattiva Novella della Buona Scuola al Liceo Machiavelli. La notizia è apparsa sul sito del Miur l’11 ottobre e la lettera di invito del DS del Machiavelli è del 10 (vedi qui ); l’invito è riservato solo ai rappresentanti locali delle istituzioni e ai membri del Consiglio d’istituto: i docenti, gli studenti, i genitori e le RSU fino a sabato non ne sapevano niente! Solo oggi è apparso un trafiletto sui giornali. E’ evidente la paura anche della semplice manifestazione del dissenso!
Non solo, ma l’incontro dura solo un’ora con 10 minuti di saluti, 20 di presentazione della Giannini per un documento di 136 pagine e 20 minuti di “interventi e discussione senza filtro (sic!) con 3 minuti di tempo a dirigenti scolatici, docenti, studenti, famiglie, organizzazioni di rappresentanza per dire la propria sul Piano”!! In questi 20 minuti sono previsti anche 3 interventi di uno studente della Consulta provinciale e di due rappresentanti di genitori e docenti in Consiglio d’Istituto. Bell’esempio di democrazia, di partecipazione e di dibattito: notizia riservata, pubblico selezionato e interventi iper- contingentati!
Prove di autunno caldo: 100.000 studenti in piazza
Migliaia di ragazzi – 100.000 secondo le associazioni studentesche (Udu, Uds, Rete degli studenti) che hanno promosso la protesta – sono scesi in piazza oggi in tutta Italia per la prima mobilitazione dell’anno scolastico 2014-2015.
Hanno gridato slogan contro la #Buonascuola, la riforma proposta dal governo Renzi, ma anche contro il Jobs Act.
Quasi un centinaio i cortei da Nord a Sud con lo slogan: “La Grande Bellezza siamo noi“. Al loro fianco i Cobas per chiedere – ha spiegato il loro leader storico Piero Bernocchi – “massicci investimenti, lo sblocco del contratto e che siano recuperati i 300 euro mensili netti“.
Schierata con gli studenti pure la Flc-Cgil. “Il Governo Renzi vuole eliminare i diritti nel lavoro con la cancellazione dell’art.18, precarizzare ulteriormente il lavoro, ridurre i salari e – ha affermato il segretario generale Mimmo Pantaleo – continuare a tagliare risorse alla scuola e alle università pubbliche“.
Puglisi (responsabile scuola del Partito Democratico): “Il Governo Renzi ha messo la scuola al centro dell’agenda politica italiana.
Ma ai ragazzi chiediamo di essere liberi da totem ideologici che hanno difeso solo i già garantiti, facendo pagare il prezzo dell’immobilismo alle nuove generazioni“.
La ministra dell’istruzione, Stefania Giannini, non ha dubbi nel sostenere che gli esami di Stato, così come sono strutturati, metà membri interni e metà esterni, compreso il presidente, vanno aboliti e bisogna ritornate alla formula introdotta da Letizia Moratti: tutti membri interni, vale a dire coinvolgendo il solo consiglio di classe, e un solo presidente esterno per tutta la scuola.
Il motivo di questa proposta lo ha spiegato la stessa Ministra: i notevoli risparmi che si otterrebbero, stabiliti in diversi milioni, perché non si pagherebbero soprattutto le trasferte degli esterni. D’altra parte, aggiunge il sottosegretario, Gabriele Toccafondi, la percentuale di promossi ha raggiunto il 98,5%, mentre, lo ricordiamo noi, col sistema implementato da Moratti nel 2002, i promossi furono un po’ meno del 100%. E infatti da molte parti, all’epoca, si gridò alla “scuola degli asini”, cosicché appena giunto al ministero dell’istruzione il democratico Giuseppe Fioroni, quello del cacciavite e della pinza, venne ripristinato il sistema ideato da Luigi Berlinguer nel 1996. Anche questo tuttavia era comunque il risultato di un compromesso fra la commissione tutta esterna, come chiedevano le sinistre, e quella tutta interna, come invece voleva il centro e parte della destra per garantire le scuole private, sempre in bilico tra una verifica troppo rigorosa e una un po’ più blanda: al solito insomma.
A distanza di meno di 10 anni, Giannini, espressione di un governo guidato dalla sinistra, ritorna sui passi del governo Berlusconi e per motivi di stretta finanza, anche se, stringi stringi, qualche altra motivazione interna forse c’entra pure.
E partendo proprio da tutte queste considerazioni che vogliamo sottoporre ai nostri lettori un ulteriore test per sapere come la pensano su una materia che li riguarda, non solo come professionisti dell’istruzione, ma anche come genitori e cittadini.
Esprimi la tua opinione. Vota il nostro sondaggio!
Come pensi si possa riformare l’Esame di Stato?
Va bene così com’è Voti: 670 (51.1%)
Solo commissari interni con il presidente esterno Voti: 258 (19.7%)
È sufficiente lo scrutinio finale Voti: 383 (29.2%)
Totale dei voti: 1311
Primo voto: 09/10/14
Ultimo voto: 12/10/14 ore 19.50
Puglisi (responsabile scuola del Partito Democratico): “Il PD è impegnato in tutta l’Italia ad ascoltare le proposte di studenti, insegnanti, famiglie, imprese, perché il nostro Paese possa rivivere un nuovo Rinascimento delle idee, capace di far diventare la scuola l’avanguardia e non la retrovia del Paese.”
Dall’intervento di Marina Boscaino (Associazione Per la Scuola della Repubblica): “In questo documento non trovo nulla che mi parli dei temi cari a me e all’associazione che coordino e ai soggetti con i quali lavoro:
- apprendimento disinteressato. Quello stesso concetto cui faceva riferimento poc’anzi il prof. Vertecchi, che significa studio, conoscenze e competenze finalizzati non all’avviamento precoce ad un mestiere ma alla costruzione dell’identità del cittadino consapevole;
- libertà di insegnamento, completamente dimenticata, come si diceva. Scalzata dalla libera entrata di soggetti privati nelle istituzioni scolastiche, destinate – all’interno del consiglio di amministrazione delle futuro fondazioni – a scambiare favori economici, finanziamenti, con la dismissione di diritti e principi.
- laicità, principio strettamente legato al precedente, peraltro continuamente ignorato dalle dichiarazioni del governo rispetto alle scuole paritarie che – fatto inedito -, nel documento, costituisco insieme alle statali, il sistema pubblico.
- Democrazia scolastica: l’aumento a dismisura delle prerogative del dirigente, elemento apicale in un organigramma in cui buon gioco potrebbero avere clientele più o meno esplicite, scorciatoie, e pratiche volte ad omologare il modello della scuola di tutte e di tutti a quello dell’organizzazione aziendale.
- Unitarietà del sistema scolastico nazionale: principio che garantisce la concretizzazione dell’art.3 della Costituzione, attaccato anche dalle recenti dichiarazioni sull’esame di Stato.
E’ alla Costituzione che si ispira direttamente una legge di iniziativa popolare scritta nel 2006 con la collaborazione di docenti, studenti, genitori, cittadini. Decaduta dopo la presentazione in Parlamento grazie alla raccolta di 100mila firme e oggi ripresentata in entrambe le Camere dome disegno di legge da sentatori e deputati appartenenti a diversi schieramenti.
Chiedo a Francesca (Puglisi) come mai una norma che è depositata in Parlamento e che pertanto seguirà l’iter costituzionale non viene presa in considerazione almeno quanto un PDF promosso da un’unica persona – Matteo Renzi – che, viceversa imperversa oltre che sui media anche su tutti i siti istituzionali e sul quale ci si chiede un confrotno tramite un questionario capzioso e sulla cui adeguatezza rispetto ad un reale ascolto democratico moltissimi nutrono dubbi?“
Puglisi: “Questo accade perché si tratta di una proposta del presidente del Consiglio”
Boscaino: “Le ricordo che nel nostro Paese e nel nostro ordinamento – se non in casi particolari – le leggi le fa il Parlamento e comunque le chiedo di rispondere”.
Puglisi: “Sono a conoscenza che ci sono centinaia di proposte incardinate “.
Boscaino: “Le faccio presente che la situazione della Legge di Iniziativa Popolare per una Buona Scuola per la Repubblica è diversa”.
Puglisi: “Quando sarà il turno della Legge di Iniziativa Popolare per una Buona Scuola per la Repubblica si prenderà in considerazione”.