International day of students
Parma - I Draghi Ribelli approdano a Parma per la parade del 17 novembre
Se mi toccano il futuro mi incazzo come un drago!
Il drago cinese aveva il potere della metamorfosi, il dono di rendersi, a piacimento, visibile o invisibile, e le sue apparizioni - sempre folgoranti - erano accolte come presagi di messi abbondanti, garanzie di future ricchezze. Si riteneva che i draghi potessero nascondersi e annidarsi ovunque, nei cieli, in acqua, sulla terra e sottoterra.
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I Draghi Ribelli sono stati avvistati a New York, Atene, Madrid, Londra, Tunisi, Santiago. Li abbiamo visti in Zuccotti Park opporsi con i proprio corpi allo strapotere delle banche e di Wall Street. Li abbiamo visti, folli e sognanti, il 12 ottobre cercare di occupare Bankitalia a Roma. Li abbiamo visti mobilitarsi ovunque il 15 ottobre a Roma e l’11 novembre nelle Acampade gridando forte che la dittatura della finanza sta espropriando la democrazia, sta saccheggiando le nostre vite. Si sono incontrati in molte piazze italiane, organizzando assemblee pubbliche, riaprendo luoghi morti e abbandonati nel cuore delle nostre città, donandogli nuova linfa e attraversamento.
Per questo il 17 Novembre, giornata internazionale di mobilitazione studentesca, i Draghi Ribelli saranno nuovamente presenti nelle scuole, nelle università, nelle strade e nelle piazze di tutta Italia.
Per dire basta ai tagli all’istruzione e al diritto allo studio, per ribadire che questa crisi non siamo noi a doverla pagare, per urlare che il nostro futuro non è in debito.
Saremo noi, tutt* insieme, a decidere che forma prenderà il drago. Insieme determineremo le frequenza delle sue apparizioni e la potenza del suo fuoco.
I Draghi Ribelli lanciano l’appuntamento del 17 novembre anche a Parma:
* mercoledì 16 novembre alle ore 14.30 presso Art Lab in borgo Tanzi 26: laboratorio Art Attack per costruire insieme il nostro drago ribelle;
* giovedì 17 novembre alle ore 09.00 in Barriera Bixio percorteo cittadino
In seguito apriremo uno spazio di dibattito all'interno dell'università, con un'assemblea di ateneo, per riempire di significato la parola "alternativa". Appuntamento alle ore 18 nel cortile delle Facoltà di via Kennedy.
Invitiamo, pertanto, tutti i ricercatori, professori e studenti dell’Ateneo di Parma ad essere presenti, e ad apportare un proprio contributo.
I Draghi ribelli sono animali multicefali e multiformi , in cui convivono e cooperano collettivi, reti, singoli e movimenti. Il loro aspetto è ibrido: sono uomini, donne, student*, lavorator*, precar*, migrant*. Sono parte di quel 99% che, alle assurde politiche di austerity dei nostri governanti , alla speculazione dei mercati finanziari, ai diktat della Banca Centrale Europea e dell’ FMI, rispondono liberando spazi decisionali e creando momenti costituenti, che mettano al centro i beni comuni e l’applicazione di un’alternativa reale che parta dalle nostre esigenze e desideri.
La fine dell'epopea berlusconiana, che ha tenuto in scacco il Paese e reso monolitico il dibattito politico per più di un quindicennio, certo, non può che farci gioire. Allo stesso tempo, però, ci pone dinanzi ad una realtà amara, che mostra il completo scollamento della politica istituzionale rispetto alla società civile. E la prospettiva politica che ci viene narrata come l'unica possibile ripropone un agglomerato di tecnocrazia, burocrazia e privatizzazione di ogni potere decisionale in capo ai poteri forti globali.
Col nuovo governo di Mario Monti e della Goldman & Sachs saremo di fronte alla consegna, certificata, della piramide istituzionale italiana alla governance economica europea e mondiale.
Le conseguenze che affronteremo sono sempre le stesse: svendita e privatizzazione del patrimonio pubblico, saccheggio dei beni comuni, aumento vertiginoso delle tasse universitarie, tagli alla spesa sociale e smantellamento delle già misere politiche del welfare e del lavoro. Una ricetta che indica delle scelte ben precise, scelte che cercano di condannare un'intera generazione ad un'esistenza precaria e che cancellano la possibilità di immaginare e delineare un futuro all'altezza dei nostri desideri ed i nostri bisogni.
Per questo riteniamo sia fondamentale ridare centralità agli spazi formativi, continuamente vessati dalla violenza aziendalistica delle politiche di governo che, soprattutto nell'ultimo anno, hanno subito una forte accelerazione nella direzione della segmentazione e dequalificazione dei saperi, sempre più inviluppati in meccanismi escludenti di gerarchizzazione.
Il famigerato ddl Gelmini, è vero, si è ormai tramutato in incubo. Dati che si toccano con mano (quest’anno saranno disponibili ben 70.000 borse di studio in meno (su un totale di 184.043), che non verranno concesse nemmeno a chi i requisiti per riceverle li ha tutti, con buona pace del principio secondo cui tutti dovrebbero avere la libertà e la possibilità di farsi un’istruzione, solo nell'ateneo di Parma verranno tagliate 1700 borse di studio.
Ma riteniamo che il quadro all'interno del quale si pone il dibattito sulla formazione sia quello di una crisi strutturale, sistemica e globale, che lesiona la qualità della vita in tutti i suoi aspetti. Aspetti che non possono più essere presi in considerazione come camere stagne, ma che necessitano di essere considerati secondo la loro naturale interconnessione.
Il costo esorbitante degli affitti, la difficoltà di inserirsi (e la sottrazione costante di diritti) nel contesto lavorativo, l'aumento del costo della vita in generale, la mancanza di un welfare diretto e indiretto che faccia da ammortizzatore rispetto al fenomeno povertà sempre più dilagante, sono aspetti che investono e avvolgono le nostre vite, schiacciandole sull'impossibilità di costruire un'esistenza dignitosa.
La mercificazione della conoscenza e la mutilazione della ricerca, ad esempio, hanno ripercussioni dirette su tutto il bios, portando ad un paradigma che lesiona drasticamente l'autonomia dei cittadini. Nell'era del capitalismo cognitivo, l’università-azienda funziona attraverso la rendita e la cattura dei processi di cooperazione, consegnando intere generazioni ad un futuro di precarietà, intesa come elemento trasversale.
In un contesto europeo in cui nessun governo agisce in nome degli elettori che dovrebbe rappresentare, bensì trascrive fedelmente i dettami del FMI, BCE e mercati finanziari, noi vogliamo rilanciare una campagna che parli di reddito di esistenza e di riconquista, attraverso un processo di ricomposizione sociale, del nostro protagonismo politico, aprendo spazi di vera democrazia.
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