CONVEGNO SERVIZI EDUCATIVI TRA PUBBLICO E PRIVATO
SINTESI DEI CONTRIBUTI
Servizi educativi: buone idee dai Comuni dell’Emilia Romagna
Estremamente interessante il Convegno organizzato l’11 aprile scorso dal Pd di Parma su Servizi Educativi tra pubblico e privato – esperienze a confronto. Grazie agli interventi di Paola Cagliari (Direttrice Istituzione Nidi e Scuole dell'Infanzia- Reggio Emilia), Francesco Colaiacovo (Presidente Consiglio Comunale – Ferrara); Patrizia Zanoli (Responsabile Unità Servizio Politiche Educative- Forlì); Giovanni Brunazzi (Assessore Pubblica Istruzione – Collecchio - Parma), si è potuto toccare con mano che il modello di gestione dei Servizi Educativi attuato a Parma costituisce un caso più unico che raro, non è affatto più efficace di altri modelli e non promuove un plurale e creativo apporto di soggetti privati al compito educativo della comunità.
La rappresentante di Reggio Emilia ha spiegato che la stragrande maggioranza delle strutture sono gestite direttamente dal Comune attraverso l’”Istituzione Scuole e Nidi d’Infanzia” che è organo strumentale del Comune e i cui dipendenti sono dipendenti del Comune. Vi sono poi alcune strutture convenzionate gestite da cooperative e infine le venti scuole della FISM (di ispirazione cristiana) che il Comune sostiene attraverso una convenzione che nel 2010 valeva 1.200.000 euro (a Parma ne vale 430.000).
Poche decine di bimbi in lista d’attesa sia per i Nidi che per le Scuole dell’infanzia.
Il dato più interessante fornito da Forlì riguarda il raggiunto azzeramento delle liste d’attesa dai Nidi in su, obiettivo che a Parma viene sbandierato da anni ma che è ancora di là da venire. Nemmeno qui, come del resto in nessun Comune dell’Emilia Romagna, compaiono S.p.A. con soci privati di maggioranza ma, oltre alla gestione diretta difesa “con le unghie e con i denti”, convenzioni e concessioni. Una sana distinzione tra Comune e soggetti privati permette a ciascuno di fare al meglio il proprio mestiere senza confusioni tra controllori e controllati.
Un po’ ovunque, per ovviare ai vicoli di bilancio imposti da Roma, si sta pensando a forme di razionalizzazione e flessibilità nei servizi a gestione diretta ma nessuno immagina di affidarsi a un’unica impresa sociale. Tutti i Comuni hanno anche fare con una pluralità di gestori privati i quali hanno nella pubblica istituzione un chiaro punto di riferimento che indirizza e controlla. Nessuno, inoltre, si sogna di affidare la formazione di docenti ed educatrici dipendenti del Comune e l’elaborazione della cultura educativa a un gestore privato. Esattamente ciò che avviene a Parma attraverso il Centro Studi di Parmainfanzia.
E mentre a Parma scelte come Parmainfanzia nel 2003 e ParmaZeroSei nel 2011 vengono annunciate sui giornali anche ai diretti interessati, negli altri Comuni, perfino per progettare minimi cambiamenti sono al lavoro tavoli tecnici, sindacati, Consulte della famiglia.
Il vicesindaco Buzzi, nel vano tentativo di confondere le idee, rispondendo alla protesta di un genitore per i cambiamenti che il Comune imporrà dall’anno prossimo, così conclude: “Non di secondaria importanza risulta poi l’art 23 bis del D.L. 112 del 2008 in ordine ai Servizi Pubblici aventi rilevanza economica secondo cui è possibile tale gestione attraverso società miste pubbliche/private a condizione che il socio sia individuato attraverso procedura concorsuale ad evidenza pubblica e non detenga meno del 40% di partecipazione alla società. Inutile dire che praticamente tutti i Comuni capoluogo hanno seguito questa strada nella gestione dei servizi educativi”.
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