Il partito dell'inceneritore
In un mondo di incertezze, percorsi a zig zag e inversioni a u, fa piacere oggi avere una presa di posizione finalmente chiara sull'inceneritore di Parma.
Sappiamo, finalmente, oggi, qual'è il partito dell'inceneritore.
Si chiama partito democratico, Roberto Garbi apparentemente lo guida a livello provinciale, Vincenzo Bernazzoli ne è il vero padrone.
Oggi finalmente possiamo fissare definitivamente la bandierina del Pd tra coloro che sostengono, ribadiscono, incensano come necessario, il forno di Ugozzolo.
Bravi democratici ad uscire dal pantano e dire a tutti noi che non avete timore alcuno di un oncologo di fama internazionale come Dominique Belpomme, che proprio in questa città, pochi mesi orsono, affermò “Costruire un inceneritore a ridosso di una città è uno scandalo sanitario”.
Ma tant'è sono i politici a doversi prendere la responsabilità delle scelte.
Oggi sappiamo che è il Pd, Bernazzoli in testa, a volere il forno, sappiamo, dalle parole del comunicato, che la responsabilità di tale scelta la assume il partito di Bersani, rinnovando e confermando il piano sciagurato del 2005 che prevedeva un inceneritore per i nostri concittadini.
Sappiamo che l'interesse per l'impianto va oltre la gestione dei rifiuti, ma si rileva un business per una società ormai slegata dal nostro territorio, ma che con il connubio con Torino e Genova, quali partiti governano quelle città?, supera la nostra capacità di comprensione.
Noi conosciamo la storia dei disastri che altri inceneritori, anche di ultima generazione, stanno causando in altri territori.
Noi conosciamo le curiose idee di dove nascondere le ceneri dell'inceneritore nascente: nei mattoni delle nostre case, nelle discariche di chissàdove, anche se non troviamo menzione nel progetto di Iren della destinazione finale di questo mucchietto cospicuo di 40 mila tonnellate di materia bruciacchiata e insalubre, e tossico nociva.
Noi conosciamo l'alternativa e sappiamo che è possibile già da oggi giungere all'80% di raccolta differenziata, percentuale che cancellerebbe l'inceneritore per mancanza di materiali da bruciare.
Noi conosciamo lo stato di salute del nostro territorio, gli sforamenti dei livelli di Pm 10, e sappiamo che ogni anno l'inceneritore ne aggiungerà oltre 3 tonnellate.
Conosciamo l'insensatezza, nel 2011, di parlare ancora di bruciare materia nobile come carta, plastica, e l'assurdità di bruciare fango.
Non sappiamo invece quale sia il motivo di scartare il riciclaggio a freddo delle plastiche. Anche nell'ottica di voler proseguire con l'impianto di incenerimento, come mai parallelamente non si prevede di privilegiare tecniche e pratiche di recupero già in funzione altrove, per ridurre al minimo il materiale da incenerire? Forse perché mancherebbe combustibile al forno?
Sappiamo che le diossine non verranno misurate in continuo e quindi le emissioni sfuggiranno ai controlli, anche perché questi impianto producono una emissione talmente minuscola da passare attraverso tutti i filtri di questo mondo.
Oggi finalmente, dopo tanto chiacchierare, il Pd sceglie da che parte stare.
Quella del passato, mentre altri Paesi stanno chiudendo per sempre la porta agli inceneritori.
Noi stiamo invece dalla parte dei cittadini, della nostra terra, dal futuro dei nostri figli.
E non ci arrendiamo, perché sappiamo cosa ci aspetta.
Sentiamo continuamente gente a cui viene detto che l'inceneritore farà pulizia, fugando il rischio Napoli. Sappiano che la discarica verrà trasferita in cielo, ancora più pericolosa perché non la si vede, ma la si respira.
Cerchino tutti i parmigiani di informarsi per davvero su che cosa è un inceneritore e su che cosa fa.
Inizia da questa presa di coscienza l'affrontare il tema dei rifiuti con cognizione di causa.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 4 febbraio 2011
-457 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+249 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?
Invio in allegato il testo integrale del documento approvato dalla Direzione provinciale del Partito Democratico di Parma in merito al problema della gestione rifiuti, tema da diverso tempo oggetto di varie iniziative da parte di un Comitato di cittadini contrari in particolare all’impianto termovalorizzatore per lo smaltimento della quota residua indifferenziata dei rifiuti urbani, dei rifiuti industriali, ospedalieri e dei fanghi dei depuratori.
Il tema è delicato e complesso.
Come sosteniamo nel documento bisogna invece dire con chiarezza come stanno le cose e dare ragione delle scelte compiute, oltre a ribadire la consapevolezza che per il futuro occorrere cambiare il modo di progettare e produrre le cose (prodotti) per consumare meno materia prima, usare meno imballaggi e ridurre, idealmente a zero, i rifiuti, oltre che estendere e migliorare qualitativamente la raccolta differenziata.
L’esperienza consolidata degli altri impianti analoghi in Regione rassicura che la tecnologia è in grado di garantire che tali emissioni siano ampiamente al disotto dei limiti di soglia di centinaia e, talvolta, migliaia di volte. Il modo migliore per rendersi conto di ciò è accedere al sito facente parte del progetto MONITER dell’ARPA regionale (http://www.arpa.emr.it/moniter/ ) che mette a disposizione i DATI (e non delle semplici dichiarazioni o suggestioni) di un costante monitoraggio attivo dal 2007 su tali impianti.
Scusandomi per questo piccolo “sproloquio” (ma la delicatezza del tema me lo ha imposto!), resto a disposizione per chiarimenti o approfondimenti.
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