Test d'accesso, albi e concorsi regionali:
così cambia il reclutamento dei docenti
Accordo sulla proposta leghista: al Ministero si lavora alle nuove regole
Alessandra Migliozzi Il Messaggero, 9.1.2011
La Lega: basta prof del Sud
graduatorie su base regionale
Il ministro Gelmini: sì ai privati negli atenei. Pronto il disegno di legge: nel meridione concorsi facili, un danno per i docenti del Nord
Caterina Pasolini la Repubblica 9.1.2011
Prof "regionali", Fioroni apre alla Lega: "Idea da valutare"
L’ex ministro Giuseppe Fioroni, oggi deputato del Partito Democratico, non chiude la porta alla proposta di Pittoni di regionalizzare le graduatorie degli insegnanti: "È un’idea da valutare". Critica la responsabile scuola del Pd nazionale, Francesca Puglisi: "Dalla Lega solo demagogia"
Test d'accesso, albi e concorsi regionali:
così cambia il reclutamento dei docenti
Accordo sulla proposta leghista: al Ministero si lavora alle nuove regole
Alessandra Migliozzi Il Messaggero, 9.1.2011
ROMA - Iscrizione obbligatoria ad appositi albi regionali dopo l'effettuazione di una prova da ripetere in caso di spostamento da una regione all'altra. Concorsi banditi in base al numero dei posti effettivamente vacanti e realizzati su base territoriale (non più a livello nazionale) con una forte valutazione delle prove effettuate, più che dei titoli posseduti dal candidato. Obbligo di rimanere un numero di anni prestabilito nella scuola dove si è preso servizio al momento dell'assunzione a tempo indeterminato.
Il ministero dell'Istruzione lavora alle nuove regole per il reclutamento dei docenti. E su questi punti ci sarebbe già l'accordo. Dopo aver messo mano alla formazione degli insegnanti la Gelmini prepara il prossimo colpo. In queste ore la Corte dei Conti sta registrando il provvedimento che ha rivisto le procedure di preparazione alla docenza: laurea, tirocini formativi e abilitazione saranno i titoli necessari per accedere alla professione.
Ma come verranno reclutati i prof in futuro? Il tema è la "priorità" per le prossime settimane. Sul tavolo del ministro sono già arrivate tre proposte. Quella del governatore della Lombardia Formigoni prevedeva la chiamata diretta dei docenti da parte delle scuole. E' stata accantonata: ad oggi «non è fattibile». Restano in ballo quella del consigliere del ministro Max Bruschi, che ha già lavorato alla nuova formazione dei prof, e quella del senatore leghista Mario Pittoni, un disegno di legge a cui il Carroccio tiene molto e su cui sta facendo pressing, visto anche il suo peso politico nell'attuale maggioranza e governo. Il testo Pittoni è in pole position e ha già trovato l'appoggio informale anche di una parte dei sindacati. Nel futuro della scuola la firma leghista sembra essere dunque assicurata, con una forte territorializzazione delle procedure di reclutamento degli insegnanti. «I concorsi proposti sono su base regionale, ma il meccanismo è in linea con le norme nazionali ed europee, il testo è inattaccabile», assicura Pittoni, che è capogruppo della Lega in commissione Istruzione al Senato.
Il testo definitivo delle nuove regole di assunzione sarà elaborato nei prossimi mesi. Su alcuni punti, che il Messaggero è in grado di anticipare, ci sarebbe già l'accordo. Le graduatorie saranno sostituite da albi professionali regionali con accesso regolato non più solo in base ai titoli, come avviene per le graduatorie: bisognerà fare un test di accesso. Si entra anche con punti zero, ma il "voto" peserà in sede di concorso. Ogni docente dovrà scegliere una regione come proprio «domicilio professionale». Per spostarsi dovrà rifare il test. La Lega vuole la garanzia che chi ha preso certificazioni «facili» non scavalchi «chi merita». E per il Carroccio al Sud su alcuni titoli c'è la «manica larga».
All'inizio gli albi avranno un doppio canale: in uno confluiranno automaticamente i precari (230.000) inseriti nelle graduatorie. Nell'altro saranno messi i nuovi abilitati. Solo essendo iscritti all'albo di una regione si potrà partecipare ai concorsi indetti su quel territorio. Chi sarà assunto dovrà restare nella stessa scuola per un numero di anni minimo, almeno cinque. Con la doppia «blindatura» (concorsi locali per aspiranti locali, numero di anni minimo in una scuola) si eviteranno le migrazioni da una regione all'altra per ottenere assunzioni e supplenze (tema caro alla Lega) e i cambiamenti annuali di scuola a scapito della continuità didattica.
Lo strumento normativo per varare le nuove regole ancora non è stato definito. Ma l'obiettivo è chiudere presto e avere i primi concorsi già nel 2012. Concorsi che saranno banditi solo in base al numero di posti necessari. La vittoria avverrà soprattutto in base ai risultati, i titoli avranno un peso più marginale. Per i primi anni i contratti a tempo indeterminato saranno assegnati per una quota maggioritaria agli iscritti nelle graduatorie attuali che il ministro vuole chiudere in 7-8 anni. Tolte di mezzo le liste dei precari, saranno solo i docenti iscritti negli albi a partecipare ai concorsi e ad accaparrarsi le supplenze. È ancora da decidere che ruolo potranno avere le scuole nel reclutamento. Il ministero non vuole tagliarle del tutto fuori..
La Repubblica
La Lega: basta prof del Sud
graduatorie su base regionale
Il ministro Gelmini: sì ai privati negli atenei. Pronto il disegno di legge: nel meridione concorsi facili, un danno per i docenti del Nord
Caterina Pasolini la Repubblica 9.1.2011
ROMA - Gli insegnanti verranno reclutati solo su base regionale, da albi regionali. «Perché siamo stufi di vedere arrivare qui docenti che hanno fatto i concorsi al Sud dove sono di manica ben più larga, dove c´è il business dei titoli. Basta, vogliamo che sia premiato il merito e finisca il valzer dei professori».
Albi regionali, questo prevede il disegno di legge presentato dal senatore leghista friulano Mario Pittoni per la prima volta due anni fa e che ora, corretto e integrato, è stato valutato e considerato «molto serio» dal ministero alla Pubblica istruzione. Avrebbe ricevuto commenti positivi dai sindacati (tranne Cgil) e persino da alcuni esponenti dell´opposizione. Tanto che la sua approvazione sarebbe ora in pole position, con la benedizione del ministro Gelmini che ieri, parlando di riforma della scuola, ha insistito sul fatto che «mettere privati, imprese e fondazioni bancarie nei cda dell´università pubblica non è uno scandalo ma un beneficio per tutti».
Ma torniamo al ddl scuola: prevede che possano concorrere alla docenza solo gli iscritti ad appositi albi regionali. Per assegnare il punteggio di base ai candidati non si farebbe dunque più riferimento, se non in misura ridotta, alla valutazione acquisita sul proprio territorio. Gli aspiranti insegnanti dovranno infatti scegliere una e una sola regione nella quale eleggere il proprio domicilio professionale - che può essere diverso dalla residenza - e sottoporsi a un test di preparazione, attraverso il quale si verificherà l´attitudine all´insegnamento e l´effettivo livello di preparazione nelle singole materie.
«L´Albo regionale non significa che ci saranno solo professori veneti in veneto, ma che gli insegnanti decidono di candidarsi per una regione, e stabiliscono li il loro domicilio professionale, magari mille chilometri lontano da dove sono nati e vivono. Docenti che una volta vinto il concorso dovranno impegnarsi a restare per 5 anni nella stessa scuola e altri due in regione prima di chiedere il trasferimento». Così specifica il senatore friuliano Pittoni che aggiunge: «L´obiettivo è risolvere il problema di quei 72 mila docenti che cambiano sede ogni anno lasciando sguarniti gli istituti del Nord ma soprattutto di evitare che candidati valutati con "manica larga" in altre realtà possano scavalcare chi effettivamente merita». E il senatore leghista non ha dubbi su dove si trovino le regioni dove le valutazioni sono immeritate: «Molti dal Nord spostano la residenza al Sud, fanno gli esami e poi tornano su con voti ben più alti dei loro colleghi magari più bravi rimasti al loro posto. È una cosa notoria, non è razzismo, è solo questione di cultura: culture diverse, diverso modo di valutare».
Quello che immagina Pittoni è l´avvio di «un percorso virtuoso che può mettere fuori gioco il business dei titoli, pessima realtà in alcune regioni, e la pantomima delle supervalutazioni che per decenni ha relegato in fondo alle graduatorie diplomati e laureati di Regioni come la nostra».
Da una lettura della bozza Pittoni che potrebbe diventare legge mi pare che essa
preveda:
1) Abolizione delle graduatorie entro il 2012.
2) Introduzione di un test per iscriversi agli albi regionali, da cui poi si
accederà ai concorsi a cattedra.
Se questa è la bozza si può sin da ora dedurre una conclusione, che vorrei
sottoporre alla mailing list:
evidentemente il governo sta pensando di risolvere il problema del
precariato nella scuola italiana sottoponendo un test agli iscritti nelle
graduatorie a esaurimento, sottintendendo che non tutti gli attuali iscritti
nelle graduatorie rientreranno poi nell'albo, altrimenti il test non avrebbe
senso. Questo a sua volta fa pensare che il test e gli albi siano, fra le altre
cose, uno strumento per ridurre i precari in attesa di assunzione in ruolo,
escludendone una parte.
e.
*****************************
red - C'è accordo per la bozza Pittoni sul nuovo sistema di reclutamento. Entro
il 2012 si prevedono i nuovi concorsi. Per Centorrino un provvedimento
"razzista".
A quanto pare la linea di Pittoni ha avuto la meglio sulle altre proposta
presenti sul tavolo del ministro. L'approvazione sarebbe giunta anche dalla
maggior parte dei sindacati. Le nove regole per l'assunzione dei docenti saranno
dettate dalla Lega.
Riassumiamo i punti salienti della proposta secondo alcune indiscrezioni
pubblicate da "Il Messaggero" di giorno nove gennaio:
* istituzione di albi professionali regionali ai quali si potrà accedere
attraverso un test. Chi vorrà cambiare regione dovrà sostenere nuovamente il
test;
* istituzione di un doppio canale per i precari storici iscritti nelle attuali
graduatorie. Da questo canale, alle cui modalità di accesso non si fa menzione
(immaginiamo saranno mantenuti i punteggi attuali), si pescherà una quota
maggioritaria per le prossime assunzioni. Il ministro prevede l'esaurimento
entro 7-8 anni;
* blocco della mobilità. Il docente assunto dovrà restare nella stessa scuola
per un minimo di 5 anni.
Saranno queste, per sommi capi, le nuove regole per il reclutamento degli
insegnanti. Ancora da definire le modalità di bando dei concorsi, che comunque
saranno a numero chiuso. La Gelmini vuole che le scuole abbiano un ruolo, non è
escluso che si riprenda la proposta dell'Aprea di concorsi banditi da reti di
scuole. Sarebbe stata, fortunatamente, bocciata la proposta dell'amministratore
della regione Lombardia Formigoni della chiamata diretta da parte dei Presidi.
Il progetto, però, non ha trovato tutti d'accordo. Dal Sud partono le prime
proteste, come quella dell'Assessore siciliano Mario Centorrino che ha tacciato
il progetto Pittoni come "razzista". E ha sottoposto al Presidente della Sicilia
la richiesta di "fissare un incontro urgente con il ministro del Miur, Maria
Stella Gelmini, per protestare con forza contro l'ipotesi di un reclutamento dei
docenti della scuola solo su base regionale e di graduatorie locali." Secondo
l'Assessore, infatti, la norma sarebbe "palesemente incostituzionale oltre che
permeata (e sostanzialmente motivata), da inaccettabile spirito razzista". "...
scorie, purtroppo, di un modello federalista in corso di introduzione inteso da
molti, a prescindere dagli schieramenti ideologici, non come strumento per
mettere in ordine i conti pubblici, ma come una sorta di "liberi tutti", per
realizzare puri egoismi territoriali".
Prof "regionali", Fioroni apre alla Lega: "Idea da valutare"
L’ex ministro Giuseppe Fioroni, oggi deputato del Partito Democratico, non chiude la porta alla proposta di Pittoni di regionalizzare le graduatorie degli insegnanti: "È un’idea da valutare". Critica la responsabile scuola del Pd nazionale, Francesca Puglisi: "Dalla Lega solo demagogia"
TRIESTE L’ex ministro Giuseppe Fioroni non chiude la porta alla proposta di Pittoni di regionalizzare le graduatorie degli insegnanti, ma sulla questione il Pd si spacca. «È un’idea da valutare – sostiene Fioroni, oggi deputato del Partito Democratico – e lo faremo nei prossimi giorni». Un’apertura alla proposta leghista? «
Ci mancherebbe – afferma l’ex ministro – le idee vanno tutte approfondite».
In Regione il Pd vede al suo interno idee piuttosto distinte. Ma la responsabile scuola del Pd nazionale, Francesca Puglisi, è di parere diverso: «C’è solo tanta demagogia da parte della Lega, sul reclutamento dei docenti. Ma mentre parla di merito, vota il taglio di migliaia di cattedre e di posti di lavoro nella scuola, trovando negli insegnanti meridionali il capro espiatorio del precariato scolastico». Tra i punti definiti «preoccupanti» del ddl «c’è che non si comprende da chi sarebbero composte le commissioni di valutazione per l’accesso all’albo regionale». Anche in regione il Pd è diviso; Sergio Lupieri guarda con interesse alla proposta del senatore Pittoni.
«Non mi sento di bocciarla, concettualmente ci sono buoni passaggi che vanno verificati. Mi sembra comunque un proposta innovativa e di buon senso» aggiunge Lupieri, che conferma come «a livello nazionale le prime valutazione sono state incoraggianti. La proposta non andrebbe contro i diritti dei cittadinanza e garantirebbe soluzioni ad alcune criticità, quali la grande immigrazione di insegnanti e le graduatorie senza fine». Il consigliere regionale considera «sbagliato fare demagogia. Il Pd ha una decina di proposte pronte sulla scuola, si tratta ora di mettere insieme le buone idee, indipendentemente da quale partito provengano».
Di segno decisamente opposto la posizione di Franco Codega, secondo cui «la presenza degli insegnanti meridionali, anche se fosse significativa, non sembra essere poi così deleteria se è vero, come è vero, che in tutte le rilevazioni nazionali e internazionali le nostre scuole risultano essere tra le migliori d’Italia e d’E uropa». Per l’esponente del Pd «sarebbe ora di smetterla di creare problemi che agitano la scuola di oggi, come il taglio dei dirigenti scolastici, 27 nella sola nostra regione». Il problema di una riformulazione delle modalità di reclutamento degli insegnanti, secondo Codega, «esiste, ma non è la sola logica localistica che ci porta nella direzione giusta».
Concetto sostanzialmente condiviso anche dal segretario regionale della Cisl, Giovanni Fania, secondo cui «i problemi della scuola sono altri: un corpo docente tra i più anziani d’Europa, il precariato giovanile, strutture inadeguate, l’abbandono scolastico. Se il senatore Pittoni vuole confrontarsi con noi su queste cose, siamo aperti al dialogo. Non ci interessano invece gli spot elettorali: non è con le graduatorie regionali che si risolvono le criticità».
Roberto Urizio (11 gennaio 2011)
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