Parma, 10 ottobre 2013
- Al Direttore della Gazzetta di Parma - All’Asapa (nella persona del Presidente prof. Ughetti) e ai suoi associati
e p.c. - Al Dirigente dell’U.S.R. Emilia-Romagna - Al Dirigente dell’Ufficio XIII – Ambito Territoriale per la Provincia di Parma - alle organizzazioni sindacali - agli organi di stampa
Oggetto: Richiesta di pubblicazione comunicato stampa in risposta all’articolo della Gazzetta di Parma del 7 ottobre u.s. Stimato Direttore, con la presente Le chiediamo di pubblicare il comunicato stampa allegato, come rettifica e risposta a quanto affermato nell’articolo del 7/10/2013 dal titolo: “INVALSI, i Presidi in campo a difesa dei test”. Prima di scrivere la risposta a tale articolo abbiamo sollecitato il Preside Ughetti, il giornalista Enrico Gotti, il Dirigente Brunazzi ed altri Dirigenti Scolastici, affinchè ci venisse fornita copia del documento “di solidarietà e pieno appoggio al Dirigente della DDBandiera”, approvato dall’ASAPA e citato nell’articolo. Ne abbiamo avuto copia (che alleghiamo) e riteniamo che le affermazioni ivi contenute, così come ciò che afferma il Dirigente Ughetti nell'articolo a nome dell'ASAPA, meritino rettifiche e risposte nel merito. La preghiamo di pubblicare quindi, nei modi che Lei ritenga opportuni, la nostra risposta. Certi dell’accoglienza di questa richiesta, porgiamo distinti saluti.
Giordano Mancastroppa Roberta Roberti La Scuola Siamo Noi COSA SIGNIFICA IL RISPETTO DELLE REGOLE...
Abbiamo letto sulla Gazzetta di Parma di lunedì 7 ottobre u.s. le dichiarazioni del Preside Ughetti, (https://www.rknet.it/lascuolasiamonoi/index.php?mod=read&id=1381428603 ) a nome dell'ASAPA, manifestando solidarietà e pieno appoggio al Dirigente Scolastico della DDBandiera, che ha sanzionato un maestro della scuola stessa, per essersi rifiutato di correggere le Prove INVALSI. Tali dichiarazioni del Preside Ughetti sono state concordate nell'assemblea ASAPA ed è stato approvato all'unanimità dai Dirigenti presenti un documento, che abbiamo esaminato.
Il Preside Ughetti e l'ASAPA dichiarano: “Spetta a tutti noi educare al rispetto delle regole”. Poi vanno oltre e dichiarano che “se le regole non vengono rispettate, si viene sanzionati” e che “ciò pare incomprensibile nel nostro paese”, lasciando intendere che i docenti che stanno obiettando all'uso delle Prove INVALSI vengono meno a questo rispetto.
L'ASAPA ed il suo Presidente prima affermano che “i dirigenti scolastici parlano con gli atti e bene ha fatto il Dirigente Brunazzi a non rilasciare interviste o dichiarazioni”, poi si sentono in dovere di difenderlo con comunicati pubblici, attaccando ed offendendo il maestro che si è semplicemente rifiutato di eseguire un ordine illegittimo e contraddittorio, come centinaia di altri docenti in Italia. Quando il Presidente Ughetti dichiara che il dissenso alle Prove INVALSI si limita “a pochi singoli casi” non tiene conto che solo nella DDBandiera 21 docenti hanno firmato un documento di critica (https://www.rknet.it/lascuolasiamonoi/index.php?mod=read&id=1367856507 ) all'obbligatorietà di queste prove, tanto che la Dirigente Gianferrari ha chiesto spiegazioni di tale adesione al Dirigente della scuola. Evidentemente non si tratta di casi isolati. Poi molti di questi docenti hanno somministrato e corretto le prove, sotto la minaccia di sanzioni disciplinari. Ma una scuola costruita sulla minaccia, crediamo non regga a lungo.
Non capiamo perchè i Dirigenti di Parma, una volta letto l' articolo della Gazzetta del 17 agosto (https://www.rknet.it/lascuolasiamonoi/index.php?mod=read&id=1377003600 ), nel quale il maestro ha manifestato le proprie ragioni , si siano sentiti in dovere di richiedere uno spazio per “par condicio”, in modo collettivo e corporativo, in difesa del Dirigente. Questo sì ci pare errata interpretazione del proprio ruolo. L’assemblea ASAPA è diventato un luogo in cui sollecitare ed esprimere solidarietà ai dirigenti, minacciati dalle azioni pubbliche di protesta dei docenti? Ci chiediamo a che titolo l'ASAPA si sostituisca alle istituzioni preposte (UST, USR, MIUR), esprimendo in assemblea plenaria pesanti e sarcastici giudizi sul docente e sulle sue intenzioni ed “assolvendo” il comportamento del Dirigente, in modo consociativo. Non ci pare che questo sia il fine dell'ASAPA, contenuto negli statuti, e per il quale le scuole pagano la quota associativa, sottraendola ai pochi fondi che hanno.
Il Dirigente Brunazzi ha comminato una sanzione disciplinare nonostante il maestro Mancastroppa abbia dimostrato, con un centinaio di pagine di memoria difensiva (https://www.rknet.it/lascuolasiamonoi/index.php?mod=read&id=1370789953 e https://www.rknet.it/lascuolasiamonoi/index.php?mod=read&id=1372441042 ), che in Italia e a Parma, stante la stessa normativa, ci sono: a) Dirigenti che pagano con il FIS tale correzione, ritenendola quindi opzionale e non obbligatoria; b) Dirigenti Scolastici e dell'USR che archiviano i procedimenti per gli “obiettori”, ritenendo contraddittoria la legislazione vigente; c) Dirigenti scolastici che cercano volontari retribuiti per la correzione delle Prove o se le correggono loro stessi; d) Dirigenti che fanno ordini di servizio, obbligando i docenti contro la loro volontà e portando a giustificazione le sentenze dei tribunali del lavoro, che considerano questo compito parte della funzione docente; e) Dirigenti, come quello della DDBandiera, che emettono sanzioni.
Tutti dicono di applicare e rispettare la stessa legge. Tutti hanno votato la solidarietà piena ed incondizionata al Dirigente della DDBandiera, nonostante operino in modo assolutamente contraddittorio tra loro.
Quindi la domanda è: chi di questi rispetta la Legge e le Regole tanto invocate? Perchè se le regole e la legge diventano discrezionali, c'è qualcosa che non va. E urge chiarezza. Proprio la chiarezza che il maestro Mancastroppa e tanti altri docenti in Italia, con i loro comportamenti, stanno chiedendo. Non impunità. CHIAREZZA!
Al di là di qualunque considerazione di carattere pedagogico e didattico, sulla base della quale potremmo ampiamente motivare la nostra resistenza contro i quiz, che consideriamo gravemente dannosi e iniqui per la preparazione delle giovani generazioni e per il futuro del Paese, ci limiteremo a mettere a fuoco due ordini di problemi: 1) Se ha ragione il Dirigente, e la correzione dei test è obbligo del docente, ci chiediamo come mai nella quasi totalità dei casi tale impegno è stato retribuito col Fondo d’Istituto come tutte le altre attività aggiuntive non obbligatorie. Lo stesso Dirigente Brunazzi aveva proposto in Collegio Docenti di pagare l'attività. Si prefigurerebbe in questo caso l’ipotesi di danno erariale con possibile esposto alla Corte dei Conti nei confronti di tutti i dirigenti che avessero autorizzato o volessero autorizzare tale spesa. 2) Se invece ha ragione il docente e la correzione è facoltativa, non solo la sanzione è ingiusta e assolutamente arbitraria, ma corretta è la retribuzione delle ore ad essa dedicate. In questo caso ci chiediamo però per quali ragioni il costo della correzione dovrebbe gravare sulle scarsissime risorse delle scuole, quando l’InValSi è finanziato con fior di milioni di euro, per svolgere in autonomia le sue operazioni, non per utilizzare i docenti e le risorse della scuola.
Vorremmo che a tali domande, a cui il Dirigente Brunazzi non ha risposto per motivare la sua sanzione, venisse data una risposta esaustiva. Per questo il sindacato Gilda ha sollecitato ed ottenuto un'interrogazione parlamentare da parte della sen. Gambaro. Questo è ciò che chiederemo alla Dirigente Gianferrari e al Dirigente Versari, quando accetteranno di riceverci, a nome del MIUR, oltre a chiedere conto di questa “deriva” nei fini associativi dell'ASAPA. Risposte da parte degli organi istituzionali. Chiare. Non accuse e mancate risposte da parte di un'associazione come l'ASAPA, che si erge a giudice delle leggi e della loro applicazione. I Dirigenti scolastici dovrebbero essere i primi a sollecitare al MIUR chiarezza e risposte incontrovertibili sui limiti della normativa INVALSI, assolutamente contraddittoria, visto che sono preoccupati anche loro del rispetto delle regole. Le regole devono valere per tutti, senza distinzione, altrimenti si scade nell'arbitrio e nell'abuso di potere. E chi oggi lotta per il cambiamento delle leggi che ritiene ingiuste, come hanno fatto per anni gli obiettori di coscienza al servizio militare e Don Milani, non è un malfattore; è un uomo che ama la legge. Anche su questo si fonda la società democratica.
Giordano Mancastroppa Roberta Roberti La Scuola Siamo Noi
|