Punire senza spiegare nulla…..
Oggetto: Come si può punire senza spiegarne e motivarne le ragioni?
Stimati Ministro e Dirigenti degli organi territoriali del Miur, oggi mi sono visto notificare dal mio Dirigente Scolastico una sanzione disciplinare per non aver tabulato le prove INVALSI, come misura di protesta. Ad inizio giugno ho prodotto sei pagine di memoria difensiva sui motivi che rendono inapplicabile la sanzione disciplinare e ne ho chiesto l’archiviazione. Il Dirigente scolastico ha liquidato tutte queste ragioni, maturate insieme a tante altre persone che in Italia cercano di mettere in luce le contraddizioni del “Sistema INVALSI” con due semplici righe, in cui dice che “i motivi addotti dalla SV docente non siano idonei a giustificare i comportamenti contestati”. Nessuna spiegazione sul perché il Dirigente Scolastico propone di pagare come attività aggiuntiva un’attività che si imputa come obbligatoria. Nessuna spiegazione sul perché in qualche scuola italiana l’attività è considerata obbligatoria, mentre in altre è facoltativa. Ci sono forse legislazioni diverse in Italia? Nessuna spiegazione sul perché alcuni Dirigenti Scolastici hanno archiviato i provvedimenti disciplinari, come risulta dagli atti da me prodotti, mentre altri li applicano, come nel mio caso. C’è forse discrezionalità nella legge? Nessuna spiegazione sulla contraddittorietà della normativa vigente, che in nessun caso esprime l’obbligatorietà per i docenti, né la esplicita nel contratto di lavoro.
Eppure il Dirigente Scolastico ha il potere di essere giudice ed avvocato dell’accusa allo stesso tempo, punendo senza la necessità di motivarne il perché, con un’argomentazione motivata alla mia memoria difensiva. Altrimenti che senso ha chiedere una memoria difensiva, se poi la si può liquidare semplicemente dicendo che “i motivi addotti non sono idonei” ? Chi lo dice se sono idonei o sensati? Come si può sperare che un Dirigente smentisca sé stesso, i propri ordini di servizio, se non corazzandosi dietro l’imposizione di una cieca obbedienza, senza ragioni di supporto?
Non vi scrivo certo per alleviare la sanzione, peraltro insignificante, né per fare un ricorso gerarchico, che so impossibile, nel nostro ordinamento. Vi scrivo perché vi rendiate conto dell’assurdità della situazione in cui state lasciando le scuole, prive di certezze e di regole non discrezionali, che permettono di esercitare il potere in modo arbitrario.
Se gli insegnanti, i genitori, gli alunni, non hanno una certezza di giustizia, smettono di credere che le regole siano a tutela di tutti, diventando strumento di arbitrio e di possibile abuso. Questa non è certo la base di un sistema democratico e giusto.
Per ricorrere contro il provvedimento, dovrei pagare migliaia di Euro per un avvocato, per le spese processuali, mentre i Dirigenti Scolastici sono tutelati dall’Avvocatura di Stato (cioè dall’erario pubblico). Credo che l’equità non esista, in tutto ciò.
Ma se smetto, se smettiamo di lottare, di far emergere le ragioni che sottostanno a questa nostra protesta, dove va a finire la dignità, l’autorevolezza, che sono una delle componenti fondamentali del nostro essere educatori? Se io mi ponessi, ogni mattina, davanti ai miei alunni dicendo: “è così e basta” non sarei un educatore democratico, ma una debole macchietta di autorità. E loro lo capirebbero.
Provate a riflettere su cosa volete realmente da noi. Obbedienza o cittadinanza?
Cordiali saluti Giordano Mancastroppa
Parma, 28 giugno 2013 |