Niente obbligo di solidarietà per i ministri. Esentati dal contributo per i redditi altiLa riduzione dei redditi superiori a 90mila e 150mila euro vale solo per i dipendenti pubblici. Ma ministri e sottosegretari sono nominati e non assunti per concorso quindi hanno diritto al rimborso di quanto trattenuto Lo rivela il quotidiano Italia Oggi esaminando il testo di un comunicato emesso dalla Direzione centrale sistemi informativi del Ministero dell'Economia (il n. 150 dell'11 ottobre scorso, per l'esattezza). Una "postilla" alla legge che comporta il rimborso alle cariche di governo degli importi trattenuti finora a chi supera un reddito annuo di 90mila o 150mila euro, come previsto per tutti i dipendenti della pubblica amministrazione. Dipendenti, appunto. Ma - dice la nota - ministri e sottosegretari non lo sono: "tale personale ricopre una carica politica e non è titolare di un rapporto di lavoro dipendente". E' la legge. E quindi a novembre i membri del governo si ritroveranno in "busta paga" l'obolo che avevano versato. Con tante scuse. Cosa dice la legge La manovra 2010 (art. 9, comma 2, del decreto-legge n. 78/2010) prevedeva una riduzione per due anni (dal 1° gennaio 2011 al 31 dicembre 2013) dei trattamenti economici complessivi dei dipendenti delle amministrazioni pubbliche: • del 5% per la parte di reddito superiore ai 90.000 euro, • del 10% per la parte di reddito superiore ai 150.000 euro. Secondo la recente interpretazione del Ministero, questo prelievo riguarda solo i dipendenti in senso tecnico, quindi i funzionari di alto livello, ma non ministri, vice-ministri e sottosegretari, che sono nominati e non assunti per concorso. Con buona pace di chi credeva davvero in una autoriduzione dei redditi della casta. (A.D.M.) |