Mancano pochi giorni alla riapertura dell’anno scolastico. Molte sono le incertezze e le preoccupazioni che ci accompagnano ormai da tempo, ma quest’anno in modo particolare. La “riforma” Gelmini è a regime. Abbiamo cercato di prevederne gli effetti giorno dopo giorno e giorno dopo giorno abbiamo scoperto che era anche peggio di come avevamo previsto. E’ necessario riprendere i fili di una iniziativa che non può essere assolutamente abbandonata fino a che la scuola pubblica statale verserà nelle condizioni che tutti conosciamo. Ne va della nostra dignità di genitori e di insegnanti. Ne va del futuro che attende i nostri studenti e i nostri figli. Abbiamo così pensato di riaprire “il discorso” sulla scuola dell’obbligo incontrando i rappresentanti eletti della nostra città chiedendo, insieme al Coordinamento dei Presidenti dei Consigli di Circolo e d’Istituto, una Udienza Conoscitiva attraverso la quale tenteremo di informare e far comprendere al Governo della nostra città alcuni punti critici sui quali il Comune, se lo decidesse, potrebbe intervenire con effetti certamente positivi. L’udienza è aperta al pubblico e alla stampa. Vi invitiamo perciò a partecipare: è importante essere numerosi per sostenere le nostre richieste e sottolineare le nostre preoccupazioni UDIENZA CONOSCITIVA SUL FUNZIONAMENTO DELLA SCUOLA DELL’OBBLIGO A BOLOGNA Durante l’udienza saranno trattati i seguenti argomenti: 1) la sentenza definitiva del Consiglio di Stato del 29/7/2011 che dichiara illegittimo ed annulla il decreto interministeriale n. 35/ 2010 sulla base del quale sono stati operati i tagli di organico alla scuola pubblica (link alla sentenza) Per quanto riguarda i punti 2 e 3 dell’audizione sarebbe importante presentarci col maggior numero possibile di informazioni e dati. Perciò vi chiediamo di farci avere le seguenti informazioni: SICUREZZA: sulla base del documento del Comune di Bologna settore lavori pubblici che trovate sul sito dell’Assemblea che specifica per ogni scuola il numero di persone che possono essere presenti in aula (comprensivo del docente o dei docenti in caso di alunni certificati), quali e quante sono le classi non a norma nella vostra scuola? ALFABETIZZAZIONE E HANDICAP: rispetto alle richieste/necessità, ci cono stati tagli e riduzioni nelle ore di educatori destinati all’alfabetizzazione e al sostegno (se possibile specificandone l’entità)? Credo che capiate l’importanza di raccogliere rapidamente questi dati non solo in funzione dell’audizione, ma anche per fare il punto per ripartire con un quadro dettagliato della situazione in vista delle nostre prossime iniziative a difesa della qualità della scuola pubblica. INVIATECI I DATI DI CUI SIETE A CONOSCENZA all’indirizzo: assembleascuolebo@gmail.com Il gruppo di lavoro dell'assemblea delle scuole www.assembleascuolebo.orgFacciamo un piccolo passo indietro di qualche ora. Sono le 8 del mattino quando la maestra Marta entra nella sua aula, ancora silenziosa. Manca quasi mezz'ora all'arrivo delle sue bambine e dei suoi bambini. Sa che il numero è aumentato, sono 26, sa che i loro genitori parlano non più quattro ma cinque lingue diverse. Non sa ancora che Yuri è appena giunto dalla Moldova tre anni dopo l'arrivo di sua mamma, insegnante laureata in patria e badante in Italia. A quell'ora, mentre la campana accompagna l'ingresso dei ragazzi nel liceo vicino, Maria, Antonia e Giovanni sono già a scuola nell'aula "del tempo lungo". Per loro la scuola comincia prima e non finirà alle 4 e mezzo ma "continueranno a giocare" anche durante l'ora successiva, perché i genitori lavorano fino a tardi e sono anche un po' arrabbiati perché la retta (qualunque cosa voglia dire quella parola) è raddoppiata. La maestra Marta legge il giornale mentre aspetta, legge che ovunque le aule sono sovraffollate, che l'insegnante di sostegno ci sarà per meno ore in tante scuole compresa la sua, che ci sono corridoi lunghi 40 metri senza sorveglianza di una dada. Prova ad immaginare per un attimo a cosa può provare quella bambina... come si chiama... Fatima, che è arrivata questa estate e, come Yuri, avrà la metà delle ore di alfabetizzazione. Però sono fortunati, perché nella classe di Marta i bambini avranno per quasi tutto il tempo le loro due maestre, anche se non potranno fare uscite, anche se chi rimane indietro non avrà le ore di recupero perché non ci sono più le compresenze, anche se in aula informatica ci andranno sei volte in due anni. Nella classi di una scuola primaria vicina, i bambini hanno mediamente sei maestre. Invece i suoi ex alunni, ora in terza media, cominceranno presto quei simpatici giri da una classe all'altra con le sedie in mano, perché manca la prof di Matematica e la supplente non si chiama perché non ci sono i soldi per la carta igienica, figuriamoci per le supplenti. L'anno scorso il primo premio per la classe pollaio dell'anno l'ha vinto la terza G: 34 presenze per quattro giornate in un'aula che dovrebbe tenerne 26! Del resto al liceo dove va sua figlia nelle terze sono in 33 per classe tutti i giorni, quasi quanti insegnanti precari hanno ruotato durante gli ultimi tre anni. Mancano pochi minuti alla prima campanella dell'anno e la maestra Marta pensa all'incontro surreale del giorno prima con una sua ex compagna di classe. "Marta sai non ti invidio, mi hanno detto come è ridotta la scuola pubblica. Per questo la più piccola l'ho già iscritta alla materna privata. Fanno già una seconda lingua, un corso di danza e uno di teatro... Certo si paga molto, però ne vale la pena per il bene dei bambini". Ricordando quella scena la maestra Marta ripensa alla generosità del suo comune democratico, che a quella scuola dove si paga complessivamente una quota di 9.900 euro all'anno dona altre decine di migliaia di euro, non sia mai che un domani dovessero rinunciare a uno stage di yoga! Il tempo di riporre il giornale e arriva il suono della campanella, lo stesso di tanti primi giorni di scuola. La maestra Marta apre la porta dell'aula. Loro corrono, la salutano, si salutano, l'abbracciano, già litigano e fanno la pace, si siedono e già ti chiedono di cambiare posto. Marta chiude la porta. Allora, in quel momento, lei dimentica i tagli, il tempo pieno ridotto a un collage orario, il disprezzo gridato dai ministri, l'elogio dell'ignoranza e gli insulti al lavoro e alla cultura, la rabbia per quanto le è stato tolto del suo lavoro. E ritrova il suo orgoglio. Lei sa di fare una cosa importante. Pensa alle sue colleghe, con cui ha passato giorni estenuanti per fare orari e riempire inutili moduli, a discutere le differenza tra un sei e un sette meno, come se le cose che contano potessero essere contate. "Ma ci pensate? - avrebbe voglia di dire a tutte loro - Noi siamo la scuola pubblica! La scuola pubblica!" E vorrebbe con tutte le sue forze comunicare ai suoi bambini quanto è importante quello che stanno facendo insieme. La maestra Marta e le sue colleghe mandano avanti la cosa più preziosa che noi possediamo: il nostro futuro. Oggi è il primo giorno di scuola. Cerchiamo di essere anche noi all'altezza della storia di questo Comune e delle persone che lavorano per il futuro. Non lasciamole sole. Non lasciamole sole. Mirko Pieralisi. Intervento in consiglio comunale a Bologna |