1. Quel flop… vincente dei Cobas per le prove Invalsi È stata una settimana, a dir poco, vivace quella che si è chiusa venerdì scorso con l’ultima somministrazione delle prove Invalsi per la rilevazione degli apprendimenti di lingua italiana e matematica in tutte le scuole statali e paritarie. Avevano “aperto le danze” il 10 maggio le seconde classi della secondaria superiore; dopo le prime della secondaria di I grado, hanno chiuso il 13 maggio le seconde e le quinte della primaria. I Cobas della scuola si sono battuti per boicottare i test Invalsi, chiedendo l’astensione degli insegnanti e cercando in tutti i modi di minarne la credibilità. Oltre ai comunicati e agli interventi sul territorio i Cobas hanno anche indetto uno sciopero dell’ultima ora e una manifestazione per venerdì 13 davanti al Ministero dell’istruzione. Come è andata? Se si guardano i dati finali sull’adesione delle classi resi noti dall’Invalsi, non si può certamente parlare di successo dei Cobas; anzi si può dire che sotto l’aspetto quantitativo si sia trattato di un flop, completato dalla manifestazione di protesta a Roma davanti al Miur alla presenza di una ventina di persone. Ma… Ma se l’adesione è stata molto contenuta, non si può dire che i Cobas non siano riusciti nell’intento di promuovere una riflessione sulle prove Invalsi. Mai come nei giorni scorsi ci sono stati commenti, riflessioni, critiche, apprezzamenti sui test predisposti dell’Invalsi. Mai come in questi giorni il mondo politico ha preso piena consapevolezza della necessità di disporre di un sistema di valutazione libero da utilizzi strumentali, serio, attendibile e capace di sostenere la scuola nell’impegno quotidiano di assicurare qualità al servizio per gli alunni. È stato chiaro a molti che i test non devono essere utilizzati per usi impropri. E il Parlamento ha chiesto di discuterne a viso aperto con il ministro. Merito anche, forse inconsapevole, dei Cobas. ____________________________ Una risposta a Tuttoscuola Cari redattori/trici di Tuttoscuola, vi scrivo a proposito della vostra newsletter n.490 e della valutazione che, in uno degli articoli della stessa, date a proposito del ruolo svolto dai COBAS nella vicenda dei quiz Invalsi. Non entro nel merito, la discussione sarebbe lunga e complessa e non riassumibile in poche righe. Le nostre posizioni le potete trovare agevolmente nel nostro sito, articolate e dettagliate. Vi scrivo solo per tre precisazioni. 1) I dati sulle astensioni dai quiz che abbiamo fornito nella giornata del 10 maggio (quella davvero cruciale, perchè le prove si svolgevano, come sapete, per la prima volta alle superiori e non erano state precedute, quasi ovunque, da decisioni dei Consigli che vincolassero i docenti alla effettuazione dei quiz) sono reali e si riferiscono all'intero campione di 2 milioni e 200 mila studenti circa; la replica Miur non ha senso perchè si rivolge alle sole 2000 classi campione (studenti coinvolti meno di 50 mila, neanche il 3% del totale) dove a far svolgere i quiz ci hanno pensato gli ispettori ministeriali; l'astensione reale è stata diffusa e ampia, pur se spesso neutralizzata da interventi pesanti, minacciosi e repressivi di tanti presidi-padroni che sono stati convinti dal Miur di essere i proprietari dei loro istituti. 2) Noi non abbiamo convocato alcuno sciopero, perchè abbiamo ritenuto essenziale stare a scuola e condurre lì la nostra lotta, ora per ora. Lo sciopero, del tutto inutile e persino controproducente poi l'ultimo giorno di prove, è stato convocato da una micro-organizzazione che usa un nome simile al nostro, creando molta confusione nell'informazione, ma che non ha alcun peso nelle iniziative e mobilitazioni e che appunto, come giustamente rilevate voi, non è in grado di mettere in piazza più di una ventina di persone. Le nostre mobilitazioni nazionali di piazza, quando le facciamo, muovono sempre migliaia (o decine di migliaia) di persone: ed è facile dimostrarlo. 3) Dire che è "merito anche, forse inconsapevole, dei Cobas" di aver posto la questione dell'Invalsi e della valutazione alla attenzione nazionale come mai era successo in precedenza, è una pessima "chiusa" di articolo, che non fa onore al vero, che contraddice il titolo e l'intero scritto e che é davvero ingiusta nei nostri confronti. Il merito è TUTTO nostro (non "anche") e sopratutto è totalmente CONSAPEVOLE: le nostre tesi sono state le uniche, in questi anni, di radicale opposizione ai quiz Invalsi (e i motivi, lo ripeto, li trovate ben argomentati sul nostro sito www.cobas-scuola.it), il nostro lavoro capillare e assiduo (nonostate la dittatura sindacale vigente in Italia ci neghi persino il diritto di svolgere assemblee nelle scuole in orario di lavoro) in questi mesi ha toccato tutte le province e le città ed è stato l'unica fonte di informazione e di protesta; il lavoro verso i massmedia è stato altrettanto diffuso e ampio. Tutto in piena consapevolezza: come ritengo avvenga per i vostri articoli, di cui non dirò mai che siano"inconsapevoli". Grazie comunque dell'attenzione e buon lavoro Piero Bernocchi portavoce nazionale COBAS |