Sopralluogo dei vigili del fuoco in una scuola: gli studenti dovevano essere 25, erano di piùI vigili del fuoco denunciano il Preside di una scuola Bolognese, perchè là dove per le norme di sicurezza e antincendio potevano stare solo 25 alunni, in realtà ce ne stavano alcuni in più. Aule affollate, scatta la denuncia per il dirigente scolastico. Un preside bolognese ha una denuncia alla procura della Repubblica in seguito al verbale d’ispezione dei vigili del fuoco che hanno sollevato rilievi su alcuni aspetti. Uno di questi riguarda l’affollamento delle aule: là dove per le norme di sicurezza potevano stare solo 25 alunni in realtà ce ne stavano alcuni in più. Troppi, per garantirne la sicurezza. L’interessato ha nominato un legale e per il momento non parla. Una relazione dei vigili del fuoco di un paio di anni fa segnalava in un centinaio le scuole ancora non a norma contro il rischio incendio tra Bologna e provincia. Questo caso ha spinto il coordinamento dei dirigenti scolastici di Cgil e Cisl a richiamare i colleghi «al rigoroso rispetto delle normative» nella formulazione delle proposte di organico all’Ufficio scolastico. In altre parole, nel calcolare le classi, e quindi i docenti necessari, i due coordinatori, Alessandra Francucci e Carla Neri, invitano ad attenersi al tetto massimo di alunni previsto, da cui è «consentito derogare in misura non superiore al 10 per cento», mentre gli alunni devono essere al massimo 20 se uno di loro è certificato. Non solo: se la porta d’uscita è inferiore a un metro e 20 in classe possono starci al massimo « 24 alunni (più il docente 25)», scrivono, mentre se la porta misura proprio 1 metro e 20 deve essere «garantito un sufficiente spazio tra i banchi per consentire l’esodo degli alunni in caso di emergenza». Il tema è complesso e delicato. «La formazione di classi troppo affollate — ricordano i dirigenti sindacalisti — non solo incide direttamente sulla qualità della didattica e preclude la possibilità di percorsi personalizzati, ma rientra tra le responsabilità del dirigente che ne risponde personalmente e penalmente in caso di sopralluogo degli organi di controllo». Proprio quello che è successo al collega, storico preside di diverse scuole in città. Il coordinamento dei dirigenti conclude assicurando che «sosterrà in tutte le sedi opportune il rispetto delle normative, diffidando l’Ufficio IX (l’ex provveditorato di Bologna, ndr) dall’operare deroghe al limite massimo degli alunni per classe». Insomma, il preside si trova nel mezzo. Con molte responsabilità (anche penali) sulle spalle. Però non può intervenire autonomamente sugli edifici, che sono di proprietà del Comune (se elementari e medie) o della Provincia (superiori). Potrebbe semmai rifiutarsi di aprire la scuola in caso di situazioni di rischio. «Ci sono vari casi in regione di ispezioni e verbali ai dirigenti — fa notare Sandra Soster, segretario della Flc-Cgil —, per questo c’è il richiamo all’osservanza rigida delle normative. L’Ufficio scolastico spinge a fare classi più numerose, ma non tutte hanno la stessa capienza e possono accogliere anche 28-30-32 alunni come è successo quest’anno. E chi ne risponde è il dirigente scolastico». Il tema è ben presente ad Asabo, l’associazione delle scuole bolognesi. «Segnaleremo all’Ufficio scolastico che non si può usare solo il parametro numerico per fare le classi — dichiara Filomena Massaro della giunta Asabo —, ci sono le norme di sicurezza da rispettare in primo luogo». Marina Amaduzzi08 marzo 2011 |