Noureddine- ordinario razzismo a Palermo- manifestazione 1 Marzo



No alla discriminazione: anche a Parma il "Primo Marzo Antirazzista"

www.parmatoday.it/cronaca/manifestazione-antirazzista-parma-1-marzo-2011.html#

I
l primo marzo alle 17,30 partirà da piazzale Santa Croce la manifestazione antirazzista di Parma. Di seguito riportiamo il testo del volantino distribuito dagli organizzatori."Siamo persone accomunate dal rifiuto al razzismo, stanche di essere considerate come un peso o semplici produttori di ricchezza per altri.
Condanniamo e rifiutiamo gli stereotipi e i linguaggi discriminatori, il razzismo di ogni tipo, in particolare quello istituzionale, l'utilizzo strumentale del richiamo alle radici culturali e della religione per giustificare politiche locali e nazionali di rifiuto ed esclusione. La contrapposizione italiani e immigrati è destinata a cadere perchè l'attacco ai diritti del lavoro, casa, studio colpisce indistintamente le fasce più deboli a prescindere dal luogo di nascita. Solo considerandoci un tutt'uno possiamo prenderci ciò che ci spetta e che c'è sempre stato negato, in nome di un futuro dignitoso!

Storie terribili ... accanto a noi ...

saluti, nanni

  http://fortresseurope.blogspot.com/2011/02/noureddine-adnane.html

Mimmo dentro la camera mortuaria del civico di Palermo a vedere  Noureddine non c'è voluto andare. Perché ha avuto paura di vedergli il volto carbonizzato dalle fiamme. Paura che quelle immagini di morte si sovrapponessero per sempre nei suoi ricordi alle immagini dei  sorrisi di Noureddine e dei suoi occhi pieni di vita e di sogni. I sogni di un  ragazzo di 27 anni partito appena diciottenne, nel lontano 2002, carico di aspettative e responsabilità, deciso a lavorare sodo in Italia per  farsi carico dei sette fratelli e dei genitori.
 


Oggi Noureddine Adnane, Franco per gli italiani, non c'è più. La sua  salma è sulla via del ritorno per Ben Ahmed. Arriverà in Marocco tra oggi e  domani per il funerale. Ad attenderlo, nove anni dopo la sua partenza, ci  saranno la moglie Atika, una ragazza di 21 anni, e sua figlia, la piccola  Khadija, di due anni e mezzo. Chi spiegherà alla bambina che cosa è davvero  successo al papà?
  I fatti risalgono allo scorso 10 febbraio. Noureddine come ogni  giorno ha allestito la propria bancarella mobile davanti al bar Massaro, in via Basile, nella zona universitaria. Ha i documenti in regola, sia il  permesso di soggiorno che la licenza per la bancarella. Ma è in apprensione  perché la settimana precedente ha già avuto quattro verbali dei vigili urbani. E infatti anche quel giorno si ripresentano, intorno alle tre del  pomeriggio.
Gli ripetono lo stesse cose, che non può stare fermo per più di  un'ora nello stesso posto e che deve continuamente spostarsi di almeno 500 metri.
  Raccontano i parenti e gli amici che a quel punto i vigili avrebbero disposto il sequestro di parte della merce, giocattoli, fazzoletti, guanti.
  In quel momento Noureddine inizia a dare in escandescenza, lascia i  propri documenti ai vigili, si allontana e ritorna poco dopo con una  bottiglia di benzina che si cosparge addosso sui vestiti minacciando di bruciarsi  con l'accendino in mano. Non è chiaro a quel punto cosa succede. Se i  vigili lo tranquillizzano o se invece infieriscono su di lui. Non ci sono  testimoni per ora. Solo i video delle telecamere a circuito chiuso del bar  Massaro, che intanto sono state acquisite dall'autorità giudiziaria, che con  tutta probabilità aprirà un'inchiesta per istigazione al suicidio.

  Dal canto loro i vigili hanno negato di avere sequestrato la merce di Noureddine, e hanno sottolineato il fatto che uno dei due vigili sia prontamente intervenuto con la propria giacca per tentare di  spegnere le fiamme sul corpo di Noureddine.
  Ma tra i marocchini all'obitorio dell'ospedale civico di Palermo  circolano versioni diverse. I vigili hanno una pessima reputazione. Le  vessazioni dei vigili contro gli ambulanti marocchini a Palermo negli ultimi mesi si sono fatte sentire in modo crescente. Soprattutto da parte di due vigili.
  I loro nomi circolano sulle bocche di tutti. In particolare quello del  vigile che si fa chiamare Bruce Lee, già militante di Forza Nuova, segni  particolari di riconoscimento: una svastica tatuata sul braccio.
  Ci sarebbe lui dietro l'accanimento contro il povero Noureddine  Adnane, che con la sua bancarella tentava di guadagnarsi da vivere? Sarà la  magistratura a fare le sue indagini. Noi intanto abbiamo trovato un'altra storia.
  Ce l'ha raccontata un altro venditore ambulante, di cui preferiamo mantenere l'anonimato per sicurezza.
  I fatti risalgono al gennaio scorso. Questo ragazzo, con permesso e  licenza registrata, sta vendendo delle borse in prossimità di un popolare  mercato di Palermo. Si avvicinano i due vigili di cui sopra e fanno per  portarlo via.
  Lui si oppone mostrando loro i documenti. Insiste che controllino i documenti, che è tutto in regola, ma i due lo forzano a entrare in  macchina.
  Lui rifiuta con tutte le forze, allora lo immobilizzano a terra e gli sbattono la testa sull'asfalto, ferendolo. A quel punto lo  ammanettano, gli sequestrano la merce e lo caricano in auto diretti al commissariato  San Lorenzo, nell'indifferenza generale dei passanti. Una volta arrivati  in commissariato, lo trattengono per 24 ore, senza acqua né cibo. Lo  tengono ammanettato, in una stanza. Sono 4 poliziotti e gli stessi due  vigili. Uno a un certo punto gli dà uno schiaffone e lo butta a terra, mentre gli altri si scaraventano su di lui con calci e pugni, gli sputano in faccia  dicendogli "monnezza!". Il giorno dopo, ai suoi danni si apre un processo per contraffazione e resistenza a pubblico ufficiale, per il quale rischia il ritiro del permesso di soggiorno.
  Da quelle accuse si difenderà in tribunale. Ma intanto oggi è venuto alla manifestazione in solidarietà con Noureddine. Lui a Palermo vive da  5 anni, con il padre che sta in Italia da una vita. Insieme agli altri  marocchini del corteo, oggi chiede giustizia. Sono alcune centinaia in corteo da piazza Politeama, con gli studenti e il movimento del forum antirazzista.
  Tutti in solidarietà con la famiglia di Noureddine. È lui il martire della  giornata.
  In Tunisia una storia molto simile alla sua ha funzionato da detonatore per la rivoluzione. In Italia è molto verosimile che non ci sia nessuna rivoluzione e che la vita di Noureddine sia stata sacrificata per  niente. Ma in fondo, dipende solo da noi.


Articolo tratto da: Istruzione: bene comune - https://www.rknet.it/lascuolasiamonoi/
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