Soldi per aree sottosviluppate alla Scuola europea di Parma - risposta alle affermazioni dell'Assessore Bernini ed Acri


Lo denunciano gli insegnanti precari ed è documentato anche da una delibera del Cipe. Totale finanziamenti attinti dal Fas (Fondo statale aree sottoutilizzate): 8,36milioni di euro, che serviranno alla costruzione della nuova sede. E intanto il Governo taglia i fondi a ricerca e scuola pubblica

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di MARCO SEVERO
 

Come i terremotati dell'Abruzzo, la viabilità di Calabria e Sicilia, l'emergenza rifiuti. La Scuola europea di Parma riceve soldi dal Fas, il Fondo statale per le aree sottoutilizzate. Totale 8,36 milioni di euro, beneficiati al pari del Mezzogiorno e delle sue urgenze infrastrutturali. Obiettivo, costruire la nuova sede dell'istituto al Campus universitario. Lo denunciano gli insegnanti precari del coordinamento "Maestri autoconvocati di Parma e provincia" ma non solo: il flusso di denaro dal Fas alla prestigiosa scuola di Parma è previsto da una delibera del Cipe, il Comitato interministeriale per la programmazione economica, datata 26 giugno 2009. SCARICA Il documento

"Il contributo sarà erogato - si legge nel documento - secondo modalità temporali compatibili con i vincoli di finanza pubblica correlati all'utilizzo delle risorse Fas". Ancora più chiara, sebbene articolata nei suoi passaggi normativi, la premessa alla delibera: "Visto l'art 18 del decreto legge 29 novembre 2008, n.185 (...) convertito con modificazione nella legge 28 gennaio 2009, n 2, il quale (...) dispone che questo Comitato (il Cipe ndr) assegni una quota delle risorse nazionali disponibili del Fondo aree sottoutilizzatea al Fondo infrastrutture...". Ed è proprio dal Fondo infrastrutture, alimentato dal Fas, che il Cipe attingerà gli 8,36 milioni di euro destinati alla nuova sede della scuola Europea. "In realtà non siamo a conoscenza - fanno sapere dal Comune di Parma - della provenienza dei fondi stanziati dal Governo per la Scuola europea, non è una questione che riguarda noi".

E intanto, mentre il decreto Gelmini sforbicia da una parte (ridotte del 90 per cento le borse di studio universitarie, lasciati a casa quasi 42mila lavoratori precari della scuola pubblica, 321 a Parma e provincia) il Fas elergisce dall'altra. Gli studenti bloccano l'Italia contro i tagli alla ricerca e la "scuola di eccellenza" - come il sindaco Pietro Vignali ha definito l'istituto europeo oggi con sede in via Saffi - incassa fondi in principio destinati alle aeree più povere del Paese. Entro il 2012 la nuova sede del Campus universitario dovrebbe essere pronta. Il plesso, pensato come un fiore all'occhiello di "Parma capitale europea", ospiterà 894 alunni in gran parte figli dei dipendenti Efsa.

Fu prorio in seguito all'insediamento dell'Authority alimentare a Parma, nella primavera 2005, che il ministero dell'Istruzione istituì con un decreto (datato già 23 luglio 2004) la Scuola europea "per fonteggiare le esigenze dei funzionari dell'autorità alimentare europea" come sta scritto proprio sulla delibera del Cipe del giugno 2009. Tra le finalità dell'istituto quella di offrire un piano didattico di alto livello, omogeneo a quello di analoghe scuole presenti in Europa e destinato a favorire l'assimilazione culturale all'interno dell'Unione. 

A breve, in zona Campus, dovrebbero iniziare i lavori per la costruzione della nuova sede (GUARDA IL PROGETTO). Vincitrice dell'appalto, indetto dalla Stu Athority, è risultata l'Ati (Associazione temporanea di impresa) formata dalla CoGe di Parma e dall'Unieco di Reggio Emilia. Costo complessivo dell'opera 26,923 milioni di euro, cifra che - dice il Cipe - "potrà subire una lievitazione del 10-15% per ulteriori gradi di sofisticazione impiantistica". Un prgetto prevede futuri ampliamenti del plesso, al fine di portare a 1200 i posti disponibili per gli studenti. Dalla materna alla scuola secondaria di secondo grado tutti i gradi della formazione, a parte l'universitaria, saranno garantiti. Anche grazie ai fondi per le aree depresse.
 

Scuola Europea, i maestri: "I fondi non sono UE. I politici pagheranno"

La denuncia dei Maestri autoconvocati di Parma e Provincia: "Spesi 30 milioni per spostare una sede, ma incapacità di tutelare il personale della scuola dai tagli. Ce ne ricorderemo alle prossime elezioni del 2012"

di Redazione - 04/12/2010

banchi-scuolaDopo l'annuncio con il quale i decisori politici hanno ufficializzato l’avvio dei lavori della nuova sede della Scuola Europea, che da Via Saffi verrà trasferita in via Langhirano, al modico costo di circa 30milioni di euro, il gruppo “Maestri autoconvocati di Parma e Provincia” ritiene utile precisare che i soldi non sono stanziati dall’Unione Europea - come da più parti si vorrebbe far credere - bensì dal Comitato interministeriale della Programmazione Economica, all’epoca dei fatti presieduto dall’Onorevole Nicola Cosentino, la cui deliberà autorizza il prelievo delle risorse economiche dal “fondo per le aree sottoutilizzate”.

Inoltre la stessa delibera prevede un aumento dello stanziamento elevabile fino al 15%. Un’operazione faraonica della quale beneficeranno solamente 894 alunni con l’idea di poter aumentare fino a 1200 studenti. Siccome questo buon affare dal quale trarranno beneficio soggetti economici di Parma e di Reggio Emilia, coinciderà con le elezioni comunali che si terranno nella primavera del 2012, il gruppo Maestre e Maestri, autoconvocati, di Parma e provincia, memore del fatto che i politici parmensi mentre si impegnavano per ottenere un mega finanziamento di quel tipo, non hanno avuto la capacità di ottenere che la scuola di questo territorio non subisse la riduzione di circa 321 addetti (per ora), tra i quali ben 56 maestri elementari, attraverso il portavoce Salvatore Pizzo, fanno sapere che, se le cose non cambieranno, si stanno attrezzando affinché i politici che non sono stati capaci di ottenere intatti i livelli occupazionali della scuola parmense, paghino in termini di consenso, la disparità d’impegno che hanno dimostrato. Conclude Pizzo: “Questo vale per destra, centro e sinistra, devono capire che ogni lavoratore della scuola rappresenta una famiglia di elettori”.

 



Articolo tratto da: Istruzione: bene comune - https://www.rknet.it/lascuolasiamonoi/
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