Interessante leggere i commenti “del giorno dopo” sui giornali, relativi al “merito” della Riforma Costituzionale appena bocciata dal referendum.
Interessante leggere il commento del Direttore della Gazzetta di Parma, che in perfetta linea con l’Unione Industriali, ha appoggiato a spada tratta il SI.
Ora, dopo la sconfitta, definisce una serie di errori del Presidente del Consiglio dimissionario, tra cui l’insieme di atteggiamenti un po’ “duceschi” e “l’aver avuto troppa fretta nel fare le riforme- forse per una vocazione a voler bruciare le tappe- finendo con il raffazzonarle, e legando ad esse il suo destino”.
Quindi, se la valutazione a posteriori è di riforme “raffazzonate”, perché i cittadini avrebbero dovuto approvarle e costruire su questi presupposti una Costituzione che durasse negli anni a venire?
Come mai la valutazione della Riforma cambia, in base al risultato ottenuto?
Non sarebbero state “riforme raffazzonate” anche in caso di vittoria?
Perché i cittadini avrebbero dovuto accettare il ricatto tra “governo” e “Costituzione raffazzonata”?
Perché dovrebbero sentirsi in colpa, coloro che hanno votato No, per il caos istituzionale attuale, provocato dalla scarsa lungimiranza di chi ha lasciato il paese senza leggi elettorali coerenti e sperimentate, legittimate da una Costituzionalità sancita dalla Corte?
Perché avrebbero dovuto accettare il ricatto a naso chiuso, come hanno fatto tanti “servi fedeli” o “riformatori dal naso tappato”?
Quale sarà il prossimo governo e come uscire dall’impasse della mancanza di leggi elettorali legittime e coerenti non è responsabilità di chi ha votato coerentemente NO, dichiarandolo da tempo, e lottando per renderne pubbliche le ragioni, nel silenzio dei media dominanti.
E’ responsabilità di chi ha trascinato il paese in una grande scommessa su sé stesso, senza aver avuto la lungimiranza di garantire un futuro istituzionale anche in caso di bocciatura della riforma proposta.
Ci sarà via di uscita solo in caso di onestà e coerenza, ammettendo gli errori commessi e scegliendo vie diverse, per il futuro.
Purtroppo i segnali emersi in questi giorni dicono altro, solo mosse tattiche per riposizionarsi verso un potere futuro, da riconquistare.
Non uno sguardo vero sui bisogni veri dei cittadini e del loro desiderio di cittadinanza rappresentata degnamente.
Non basta esaltare il dato di partecipazione al referendum, se non si ascoltano i significati dei voti espressi da così tanti cittadini che avevano persino perso la speranza di dire la loro e domenica l’hanno detta.
Giordano Mancastroppa
maestro elementare e membro Comitato per il NO-Parma