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Risposte ai Dirigenti Scolastici di Parma su Sciopero e INVALSI

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Caro Dirigente Scolastico prof.  Pier Paolo Eramo,

 scriviamo a lei, in quanto Lunedì 4 Maggio ha rilasciato un’intervista alla Gazzetta di Parma spiegando le motivazioni della sua mancata adesione allo sciopero unitario del mondo della scuola del 5 Maggio scorso. Scrivendo a lei, vorremmo scrivere a tutti coloro che si riconoscono in ciò che lei ha espresso.

 Avremmo gradito che le sue posizioni, argomentate e precise, fossero state espresse nell’incontro pubblico del 16 aprile, al quale, assieme a tanti altri suoi colleghi, era stato invitato, proprio per capire quale fosse la posizione dei Dirigenti Scolastici in merito al DDL 2994. Ma l’invito purtroppo non è stato accolto da nessuno dei dirigenti contattati.

 Le dobbiamo prendere, quindi, per come sono state espresse dal giornale - alla lettera -e ragionarci, per chiederci, come si sta chiedendo anche lei, quale scuola emergerà dopo gli interventi del Governo e della maggioranza parlamentare.

 Non le nascondiamo che il suo pensiero ha suscitato profonda amarezza in molt* insegnanti della città che conoscono il suo impegno, la serietà e la consistenza dei suoi ragionamenti e provano nei suoi confronti stima e fiducia. 

Constatare la distanza che ci separa nella valutazione del disegno di scuola che il Governo sta mettendo a punto, il disprezzo manifestato per le ragioni della protesta, la lontananza (irrimediabile?) tra Dirigenti scolastici e docenti nell’affrontare questioni che li riguardano insieme, provoca sconcerto e forte delusione. Come se operassimo in mondi paralleli…

 In ragione di questa stima, dunque, e considerando il rispetto presupposto indispensabile per qualunque tentativo di dialogo, le proponiamo alcune nostre argomentazioni.

 Non riprendiamo quelle espresse da Cristina Quintavalla, il giorno dello sciopero, perché già pubbliche e da noi condivise totalmente.

 Riprendiamo, invece, punto per punto ciò che Lei ha dichiarato, e proviamo a offrire qualche spunto di riflessione, aperta e non esaustiva, sulla base dell’ esperienza di anni di insegnamento  nella scuola e di impegno nella costruzione di una cittadinanza attiva:

 1)      Questo governo ha invertito una lunga tendenza negativa  sulla scuola, sia in termini di valorizzazione della funzione pubblica che di concreti investimenti (l’assunzione di 100.000 precari è di per sé una svolta epocale”.

Lei, meglio di noi, conosce l’inesattezza e la parzialità di quanto ha affermato. La verità è che si viene da più di un decennio di tagli alla scuola pubblica (questo è l’unico dato certo e sotto gli occhi di tutti): rallentamento del taglio non significa investimento. Come si evince dalla relazione tecnica allegata al DDL 2994, tutto il piano di assunzioni straordinario non implica un solo Euro di spesa in più per lo Stato. Il costo delle assunzioni a tempo indeterminato  dei 100.000 precari (in quanto si tratta di personale che già lavorava tutti gli anni per lo Stato e che la Sentenza della Corte Europea ha obbligato a regolarizzare) verrà ammortizzato attraverso la riduzione delle supplenze brevi, il mancato pagamento dei rimborsi per cause legali, il blocco dei salari al settore, il taglio del personale ATA (previsto in Legge di Stabilità), il taglio degli esoneri ai vice-presidi, ecc., ecc. ecc. La scelta di assumere 100.000 persone in un’unica soluzione è una scelta mediatica: di queste 100.000, più della metà, sono persone necessarie alla scuola tutti gli anni per coprire il normale turn-over, tra pensionamenti e copertura di posti vacanti. Meno della metà saranno parte del fantomatico “organico funzionale”: allo stato attuale del testo di Legge, tale organico ha numeri indefiniti, parametri di calcolo indefiniti e funzioni indefinite. Calcolando che i Dirigenti Scolastici dovrebbero formulare un progetto entro fine maggio per averlo a settembre operativo, ci pare pura propaganda mediatica. Per Lei un contratto degli insegnanti fermo dal 2009 e bloccato fino al 2018, con un taglio del MOF di 700 milioni di Euro rispetto a tre anni fa  - e in proposito la ringraziamo per essere stato uno dei pochi Dirigenti a Parma a scrivere alle famiglie per segnalare tale criticità - significa valorizzazione della funzione pubblica dei docenti ed investimento reale nella scuola ?

 2)      Concordo con i principi di rafforzamento dell’autonomia, governabilità, valutazione, responsabilità e rendicontazione sociale che stanno alla Base del Disegno di Legge”:

crediamo che tutti possiamo esser d’accordo su principi così generici, che tuttavia assumono un profilo ben diverso nel testo del DDL 2994 conoscendo il contesto politico e sociale della scuola italiana. Non si può valutare e svalutare contemporaneamente, non le pare? Rafforzare i dispositivi di controllo non favorirà minimamente la costruzione di un’etica della responsabilità, e questo è evidente a chiunque abbia un ruolo educativo. L’autonomia finanziaria della scuole, inoltre, non sarà minimamente rafforzata da questo decreto. Le scuole proporranno una dotazione organica secondo il proprio progetto, ma l’ultima parola spetterà, come sempre, al Ministero dell’Economia  e delle Finanze. Centralistico come prima.

Governabilità: significa avere più potere come Dirigente e non dover consultare nessuno? Significa non perdere tempo in discussioni? Significa poter gestire il personale in modo più snello e a proprio piacimento? Citando testualmente il DDL 2994, ci dica esattamente che aiuto arriverà alle scuole in termini di governabilità, che attualmente il testo sull’Autonomia non permetta.

 3)      Sono stanco degli slogan populisti buoni per tutte le stagioni e privi di contenuto propositivo”:

 per noi è drammatico che da 10 anni il mondo della scuola ribadisca preoccupazioni che lo Stato, nel rispetto della propria Costituzione, avrebbe già dovuto provvedere a fugare da tempo. La scuola è un organo istituzionale dello Stato, con precise funzioni, volte a garantire pari opportunità a tutti i cittadini. Se lo Stato stesso adotta formule di organizzazione e finanziamento che mettono in discussione tale diritto per tutti e per tutte sta venendo meno al proprio dovere. Ed è compito nostro, come docenti, come Dirigenti Scolastici, come genitori, segnalarlo. Non ci pare che, come Dirigenti Scolastici, a fronte del ventilato taglio dei servizi per disabili del Comune di Parma, abbiate risposto che le proteste erano slogan populistici, buoni per tutte le stagioni. Avete affermato il diritto dei bambini ad avere quanto necessario. La stessa cosa stiamo facendo sui contenuti del DDL 2994 che vanno contro il dettato costituzionale. In quanto a proposte, Lei sa benissimo, perché era ad uno degli incontri pubblici sul tema, che c’è una Legge di Iniziativa Popolare denominata “Per una Buona Scuola della Repubblica” (scritta nel 2006, in tempi non sospetti in quanto ad assonanza di nomi), depositata presso i due rami del Parlamento ed in attesa di una discussione contestuale al DDL 2994. Se il Governo userà il ricatto dell’assunzione dei precari per trascinare a ritmi forzati l’approvazione del DDL entro il 20 maggio alla Camera, non sarà certo la dimostrazione della volontà di ragionare con competenza e nel merito sulle proposte in campo. Dunque, chi si è rifiutato di ascoltare?

 4)      stanco delle rivendicazioni irrealistiche che hanno l’unico effetto di aumentare lo scontento e la frustrazione di chi a scuola ci lavora, lasciando tutto come prima”:

 per quanto ci riguarda, non abbiamo mai condotto una lotta per mantenere lo status quo. Se però “cambiamento e Riforma” significano gli 8 miliardi di tagli della Riforma Gelmini, gli 80.000 docenti in meno, la scuola fatta di spezzatini, il tempo scuola ridotto in tutti gli ordini di scuola, allora meglio difendere il passato, perché aveva un valore indiscutibile. Perché Lei, che crede tanto nella valutazione, non rende pubblica una serena e fondata valutazione degli effetti della Riforma Gelmini sulla qualità della scuola italiana?

TUTTI , organi nazionali e internazionali ne riconoscono gli effetti nefasti : purtroppo,  il piano straordinario annunciato mediaticamente dall’attuale  Governo non riuscirà a rimediare ; tra l’altro il DDL 2994, che pretende di  riscrivere da capo a piedi la Scuola Italiana , contiene  13 deleghe  in bianco al Governo su ben 13 temi diversi . Ma non c’è traccia di un provvedimento semplicissimo: l’abrogazione dei capitoli della legge Gelmini.

E’ una rivendicazione irrealistica quella di avere una scuola all’altezza di chi la frequenta e della complessità dei problemi che affrontiamo giorno dopo giorno? E’ irrealistico chiedere che, per riformare l’impianto della scuola pubblica nazionale, si parta dagli studi e dalle esperienze psicopedagogiche nazionali e internazionali, e da lì si proceda con sperimentazioni graduali che coinvolgano direttamente le insegnanti e gli insegnanti?

E’ irrealistico chiedere condizioni di lavoro degne? Lei, signor Dirigente, ha ritenuto degno e doveroso fare sciopero, alcuni mesi fa, per rivendicare uno stipendio degno, in comparazione alle responsabilità che Le si chiedono come Dirigente. Ne ha illustrato le ragioni in una lettera pubblica alle famiglie. Quindi perché ora mostra una così aspra incomprensione per ciò che hanno fatto 618.000 docenti, ATA e dirigenti della scuola pubblica statale italiana? 618.000, cioè l’80% del personale totale.

Irrealistico chiedere che la scuola pubblica statale funzioni con i soldi dello Stato (presi dalla fiscalità pubblica), senza contributi volontari, 5x1000, donazioni detraibili al 65%, school bonus o altre amenità che generano soltanto competizione e iniquità?

 5)                           la sensazione più forte è che questo sciopero serva quasi esclusivamente ai sindacati, al loro tentativo di ritrovare un ruolo sociale e politico nel confronto con il governo, ma c’entri ben poco con la nostra vita quotidiana nelle classi”:

non torniamo a ricordarle che la pensa diversamente la stragrande maggioranza di chi ha scioperato, perché non crediamo siano i numeri a dire la verità delle cose, qualsiasi sia la maggioranza. Crediamo che le adesioni allo sciopero e alla mobilitazione di questi mesi da parte del mondo della scuola siano profonde, sincere, non corporative e “personali”: il fatto che vadano ben oltre il ruolo e le istanze dei sindacati è dimostrato dalla miriade di iniziative extrasindacali nate ovunque in Italia, le cui ragioni saranno riproposte fino a quando troveranno ascolto VERO. E hanno, invece, moltissimo a che vedere con la nostra vita quotidiana nelle classi, che è ogni giorno più faticosa e frustrante e non migliorerà di una virgola senza compresenze, senza le ore di sostegno necessarie, senza una  formazione qualificata e seria, senza una valutazione che abbia l’obiettivo di intervenire per migliorare, senza collegialità, senza fiducia e riconoscimento per il nostro ruolo e la nostra professionalità. Da voi Dirigenti, che siete stati insegnanti prima e che dovreste continuare ad esserlo insieme a noi, che avete sotto gli occhi e sulle spalle le stesse nostre fatiche, ci aspettavamo molta più considerazione e solidarietà.

Roberta Roberti, Giordano Mancastroppa, Viviana Colla, Cristina Di Patria, Sara Chierici, Myriam Ponticelli, Giovanna Affanni, Francesco Caffarra, M. Teresa Ollari, Stefania Ablondi - La scuola siamo noi- Parma










Pubblicato Lunedi 18 Maggio 2015 - 10:53 (letto 2921 volte)
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