di Antonello Venditti
5 settembre 2014
Il nuovo sistema che prevede di mandare in pensione quello attuale degli scatti di anzianità, per introdurre il merito … con 26 euro in meno al mese per tutta la vita del docente (lavorativa e pensionistica).
La tabella presentata nella pubblicazione “La Buona Scuola” a pagina 55 è costruita sull’ipotesi che il docente ogni tre anni percepisca SEMPRE gli scatti fino alla fine della sua carriera.
Ma la proposta del Governo prevede che solo i due terzi dei docenti potranno percepire lo scatto (anche se bravi). Questo significa che ogni 9 anni verrebbero mediamente percepiti solo 2 scatti.
Di qui ho provveduto a ricostruire una tabella più realistica, che prevede che il docente percepisca 2 scatti dopo 6 anni e non percepisca un ulteriore scatto dopo altri 3 anni (2 scatti ogni 9 anni).
Il risultato si commenta da solo: anche se nei primi 8 anni il docente percepirà mediamente di più, a partire dal 9 anno, la convenienza viene ad assumere un risultato negativo che rimane fino alla fine della vita lavorativa, prevista intorno ai 42 anni di servizio (danno che si protrarrà anche sulla pensione, dato i valori sono proporzionali).
La tabella calcola anche un risultato medio: ben 26 euro mensili in meno per tutta la vita.
26 euro mensili in meno significano 312 euro (=26×12) in meno all’anno per il docente, che significano anche un risparmio per lo Stato, ipotizzando in 650.000 il numero di docenti, di circa 200milioni di euro annui (=312×650000).
Veramente un bel risultato: lavorare con la carota appesa ad un filo davanti alla bocca a mo’ di asino e cinquanta mila lire in meno al mese!
Poi si dice male di Grillo che organizza i v-days…
Il “furbone Renzi” e le riforme di contrabbando
Posted by comitatonogelmini su 4 settembre 2014
di Vincenzo Pascuzzi
4 settembre 2014
L’aspetto geniale, strategico e insieme madornale, dell’operazione riforma non-riforma di Renzi consiste nell’aver ignorato del tutto o dribblato il suo stesso Governo, il suo stesso Consiglio dei Ministri presentando direttamente on-line le sue proposte. Siamo in presenza di una riforma promessa solo verbalmente, senza nessun documento scritto e controfirmato, senza nessun impegno o garanzia a supporto!
Al riguardo, osservano giustamente i Cobas Scuola: “Il furbone Renzi promette assunzioni di massa on-line ma non in Consiglio di Ministri” (1). Da notare poi il titolo a mo’ di slogan pubblicitario: “La buona scuola”, un titolo “pieno di buonismo perfidino” e “che sottintende una cattiva scuola da cui prendere le distanze”, mentre in realtà “La nostra non è una cattiva scuola. È una scuola senza risorse” (2). Anche la grafica e i colori della prima pagina sono chiaramente studiati per apparire accattivanti e piacere, tanto che richiamano i cartoons della Warner Brothers.
Niente di male, slogan e grafica andrebbero pur bene se effettivamente corrispondessero ai contenuti che invece risultano vaghi e deludenti, come denunciano e dimostrano molti commentatori.
Innanzi tutto mancano le risorse economiche, tanto che: “i prof si pagano il costo della riforma da soli” (3). Forse Renzi e Giannini vogliono prima trattenere le risorse degli scatti di anzianità e solo successivamente destinarne una parte (neanche tutte) al mitizzato merito e ci vorrà del tempo. In quanto è tutto da inventare, non ci sono indicazioni su come rilevare o misurare il merito, ma di sicuro sarà operazione complessa, non facile, controversa, implicherà maggiore burocrazia, gerarchia, arbitrarietà, attriti, errori e contenzioso (4). Altro aspetto rilevante e preoccupante: risulta accantonato, cancellato o sotterrato il programma elettorale Pd sulla scuola del 2013 che puntava a destinare alla scuola – allineandosi alla media Ue – il 6% di Pil, a raddoppiare il numero dei laureati e a dimezzare la dispersione scolastica entro il 2020 (5) (6) (7). Renzi si è invece ispirato ad Aprea e Gelmini. Nulla viene concretamente previsto su: l’affollamento delle classi, il contributo volontario-obbligatorio, il materiale di normale consumo per i servizi igienici e la didattica (dalla carta igienica ai pennarelli), le attività di recupero.
Sui tempi, solo qualche indicazione (assunzione precari 1.9.2015 ?), ma nessuna garanzia.
Per il momento, restano fuori riforma i maggiori (e incostituzionali) contributi alle scuole private cattoliche, che stanno molto a cuore alla Cei, probabilmente verranno recuperati in corso d’opera, se davvero questa verrà avviata.
Ci sono poi due mesi di una discussione in rete, che vorrebbe scavalcare il Parlamento e che verrà opportunamente pilotata e gestita dai moderatori, in modo da approvare a larga maggioranza (80% ?) la proposta renziana. Poi Governo e Parlamento dovranno accodarsi, salvo imprevisti.
I sindacatoni (Cgil e c.) risultano in apparenza spiazzati e si stanno acconciando a gestire e recitare la parte loro assegnata: fare da spalla al governo e al Miur, abbaiare un po’, guaire, ma non mordere, poi accontentarsi. Bisogna capirli, da tempo sono nell’angolo, senza alternative, senza coraggio. Già si riscontrano loro dichiarazioni di buona volontà, disponibilità e accondiscendenza. È già accaduto in passato (2008), probabile che accada di nuovo ora.
Infine va osservato che il documento sulla riforma non-riforma non fa altro che codificare e ufficializzare – in un certo senso – comportamenti non ortodossi ma già praticati e sperimentati, che possono essere indicati come “riforme di contrabbando” già ben descritti e denunciati: “Così si fanno le riforme in questo paese, come ho scritto nell’articolo: si lanciano “ballon d’essai”, si lascia che i fessi si sfoghino a protestare e a dibattere, ignorandoli con occhio sornione, poi si torna alla carica per indottrinare – indottrinare, non discutere. Infine, si fa un altro passo avanti di fatto, e poi un altro, e un altro ancora. Fino a che ci si trova di fronte a una realtà cambiata in modo irreversibile e tutta la discussione è stata una logomachia riservata ai fessi. Quali siamo. Ci vorrebbe una vigorosa protesta di massa. Ma ormai tutti sono esausti…“ (8) (9). Non resta che confidare o sperare in un risveglio e in una presa di coscienza della categoria dei docenti ingannata ormai da troppo tempo e in una conseguente reazione diffusa.
Osservava Abramo Lincoln: “You can fool all the people some of the time, and some of the people all the time, but you cannot fool all the people all the time” / “Potete ingannare tutti per qualche tempo e alcuni per tutto il tempo, ma non potete ingannare tutti per tutto il tempo”.
Che siparietto…
Posted by comitatonogelmini su 4 settembre 2014
di Cosimo De Nitto
4 settembre 2014
Che siparietto. Farsa o dramma su rai 3. Centemero e Faraone. La Centemero rivendica la paternità della riforma renziana sulla scuola, dice (giustamente) che quelle sono le posizioni della destra da sempre. Faraone non risponde dice le stesse cose della Centemero. Poi il giornalista fa rilevare che sono d’accordo su tutto e quel cretino di Faraone sapete cosa risponde non accorgendosi dell’autogol? “Ciò che voi avete pensato noi l’abbiamo(?) realizzato”. La bocca della verità. Renzi sta portando avanti la politica della destra. C’è qualcuno che può dire il contrario? Il giornalista è passato alla politica estera, sulla scuola era una voce sola, quella della destra.
Vergogna!