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L'Era Monti. Prima vittima la scuola?

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L’Era Monti e il pareggio di bilancio. Prima vittima la scuola?

Pubblicato da comitatonogelmini su 13 novembre 2011

 

di Fabio Bentivoglio e Michele Maggino
da megachipdue
13 novembre 2011

Che cosa mai c’azzeccano le prove INVALSI con l’obiettivo di raggiungere il pareggio di bilancio dei conti italiani entro il 2013? Ce lo spiega Olli Rehn. Non sapete chi è? È un signore finlandese dall’aria ragionevole e bonaria che ispira fiducia e che ci indica la strada per un futuro migliore dal suo nordico osservatorio distaccato. Olli Rehn è il Commissario dell’Unione Europea agli Affari Economici e Monetari. Il 4 novembre 2011 ha inviato una lettera al nostro Ministro del Tesoro, chiedendo informazioni dettagliate sui provvedimenti annunciati dall’allora Presidente del Consiglio italiano Silvio Berlusconi nella famosa lettera di promesse all’UE di fine ottobre.

Ebbene, questa lettera (quella di Olli Rehn) è per certi versi ancora più agghiacciante di quella famigerata di agosto di Draghi e Trichet.




Il nostro Olli ci fa capire in concreto che cosa vuol dire il commissariamento del nostro Governo da parte dell’UE e la riduzione di sovranità per il nostro Paese.

Olli dice che non è sufficiente quello che ha promesso il Governo italiano: servono misure aggiuntive per poter conseguire l’obiettivo di raggiungere il pareggio di bilancio. E allora ecco predisposto un prontuario sotto forma di domande, tanto per far vedere che non si tratta di ordini (che finirebbero tutti con dei bei punti esclamativi).

Il questionario è diviso in 11 capitoli per complessive 39 domande (qui si può scaricare il testo completo tradotto in italiano). Il questionario in generale vuole sapere con quali strumenti legislativi e con quali tempi parlamentari il Governo italiano ha intenzione di procedere alla realizzazione delle promesse fatte e addirittura pone pure una scadenza immediata per avere le risposte precise.

I vari capitoli affrontano argomenti di varia natura: si va dall’aggiustamento dei conti, alla riforma delle pensioni, alla riforma fiscale, al mercato del lavoro, all’uso dei fondi UE, alle liberalizzazioni, alle privatizzazioni dei beni pubblici. Il commissario dell’UE chiede tra l’altro esplicitamente «quali provvedimenti di riforma si pensa di varare nel settore delle acque, malgrado i risultati del recente referendum?».

Tra gli altri quesiti posti al governo italiano, quattro riguardano direttamente scuola e università, anzi, per dirla con il linguaggio usato nella lettera da questi tecnocrati, riguardano il “capitale umano” . Ecco il testo letterale:

13. Quali caratteristiche avrà il programma di ristrutturazione delle singole scuole che hanno ottenuto risultati insoddisfacenti ai test INVALSI?

14. Come intende il governo valorizzare il ruolo degli insegnanti nelle singole scuole? Quale tipo di incentivo il governo intende varare?

15. Il governo potrebbe fornirci ulteriori dettagli su come intende migliorare ed espandere l’autonomia e la competitività tra le università? In pratica, che cosa implica la frase “maggior spazio di manovra nello stabilire le tasse di iscrizione”?

16. Per quanto riguarda la riforma dell’università, quali misure e quali provvedimenti devono essere ancora adottati?

Prima di proseguire è bene chiarire, per chi non fosse dentro le faccende strettamente scolastiche, che cosa sono le prove INVALSI.

L’INVALSI (Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema Educativo di Istruzione e Formazione) predispone annualmente delle prove scritte che hanno lo scopo di valutare i livelli di apprendimento degli studenti italiani; dal 2009 la prova (di italiano e matematica) concorre nella valutazione finale dell’esame del primo ciclo di istruzione (per maggiori dettagli si può visitare il sito dell’INVALSI).

Sembrerebbe dunque qualcosa di molto specifico attinente la realtà scolastica italiana. Per anni gli insegnanti sono stati “martellati” con l’argomentazione che le prove INVALSI avrebbero avuto lo scopo di fornire un quadro unitario e una valutazione di sistema.

Nello stesso tempo, però, l’INVALSI ammette che «l’approccio scelto è stato quello di integrare la Valutazione di sistema e delle scuole in un quadro di riferimento o framework unitario, al fine di tenere insieme una prospettiva macro, utile a chi sia interessato ad una comprensione generale del funzionamento della scuola, e una prospettiva micro, centrata sulla singola unità scolastica». Ed è proprio su quest’ultimo aspetto (la singola unità scolastica, “individual schools” come recita il testo in inglese), che può apparire una sfumatura, che si centra il punto della lettera del nostro amico Olli. È evidente che non si ragiona più in termini di sistema scolastico ma in termini di singola unità scolastica che deve essere valutata sulla base di criteri omogenei funzionali ad una logica competitiva e di mercato. Si tratta cioè di un’impostazione che sovverte il dettato costituzionale. Diversamente non ci spiegheremmo la relazione tra la rassicurazione dei mercati sulla futura solidità dell’Italia con una verifica di quanto gli studenti italiani possano conoscere di Dante, Petrarca e Pitagora.

Come sarebbe? Insomma: che c’entra allora la scuola con il pareggio di bilancio? Il signor Olli è Commissario agli Affari Economici e Monetari: con quale autorità interviene per chiedere chiarimenti su un’istituzione deputata a formare l’uomo e il cittadino e che non riguarda le dinamiche monetarie e di mercato? È forse andato un po’ fuori del seminato?

Purtroppo no! Siamo di fronte ad un documento che, se non altro, ha il merito di chiarire dove stiamo andando, a chi non lo avesse ancora compreso.

Questa lettera, insomma, ha un grande merito: svela la verità.

La verità è che i test INVALSI fanno parte di un sistema complessivo concepito negli ultimi anni (a partire dalla riforma Berlinguer e dall’introduzione dell’autonomia per gli istituti scolastici e per le università), predisposto da organismi economici con l’obiettivo di implementare criteri di definizione e valutazione di un’istruzione appiattita e finalizzata alle esigenze del mercato e della competitività.

Tutti gli interventi dei grandi organismi internazionali (dal FMI, al WTO, alla Banca Mondiale) negli ultimi decenni, hanno mirato a creare un mercato mondiale omogeneo funzionale agli interessi della circolazione delle merci e dei capitali cancellando ogni differenza: le differenze in qualsiasi ambito della vita produttiva e culturale di una società sono viste come impedimenti e rallentamenti alla libera circolazione delle merci e al loro consumo.

Tutti dobbiamo avere le medesime competenze funzionali a questa ideologia.

Traduciamo in chiaro: dopo la perdita della sovranità politica (v. programma di governo scritto dalla BCE), dopo la perdita della sovranità nazionale (v. “guerra” di Libia), dopo la perdita della sovranità monetaria, ora si esige anche la perdita definitiva della sovranità culturale.

Si prendano dunque provvedimenti per quelle singole scuole che hanno ottenuto risultati insoddisfacenti alle prove INVALSI. I lumi della concorrenza e della competitività globale non possono permettere che le singole scuole rimangano indietro rispetto al passo dei tempi del neo-neo-liberismo. E dunque, come penserà il Governo italiano di intervenire sulle singole scuole e di alimentare “merito” e concorrenza? Quali provvedimenti saranno presi per incrementare la competitività tra le università?

Non si tratta quindi di pareggio di bilancio ma di colpire al cuore l’essenza della cultura che consiste nel coltivare diversità di linguaggi, di visioni del mondo e nel promuovere il ventaglio delle tante possibilità esistenziali percorribili nel corso della nostra vita.

Ci troviamo, oggi, novembre 2011, anni luce distanti dalla scuola così come pensata e delineata dalla nostra Costituzione più di 60 anni fa: come è possibile che sia accaduto tutto ciò? Come è possibile che una parte degli insegnanti (si spera minoritaria) partecipi attivamente a questo processo di svuotamento culturale e professionale senza rendersi conto che per questa via il docente è ridotto a semplice intermediario privo di ruolo e identità?

Ha detto Mario Monti (sua intervista dal corriere a gennaio 2011):
L'ESEMPIO DI GELMINI E MARCHIONNE
Esistono in Italia due illusionismi. Essi sono riconducibili, sia detto senza alcuna ironia, alla dottrina di Karl Marx e alla personalità di Silvio Berlusconi.
Marx ha alimentato a lungo un sogno sul futuro: la classe operaia un giorno avrebbe vinto il capitalismo e avrebbe governato come classe egemone in un sistema più equo. Fallito quel sogno, in quasi tutti i Paesi le rappresentanze della classe operaia e delle nuove fasce deboli hanno modificato le loro azioni e rivendicazioni, ispirandole all' esigenza di tutelare al meglio e pragmaticamente tali interessi nel contesto di economie di mercato In Italia, data la maggiore influenza avuta dalla cultura marxista e la quasi assenza di una cultura liberale, si è protratta più a lungo, in una parte dell' opinione pubblica e della classe dirigente, la priorità data alla rivendicazione ideale, su basi di istanze etiche,

Questo arcaico stile di rivendicazione, che finisce spesso per fare il danno degli interessi tutelati, è un grosso ostacolo alle riforme. Ma può venire superato. L'abbiamo visto di recente con le due importanti riforme dovute a Mariastella Gelmini e a Sergio Marchionne. Grazie alla loro determinazione, verrà un po' ridotto l'handicap dell'Italia nel formare studenti, nel fare ricerca, nel fabbricare automobili.

Ma, come ha detto il presidente Napolitano, «non possiamo consentirci il lusso di discorsi rassicuranti, di rappresentazioni convenzionali del nostro lieto vivere collettivo». L'illusionismo berlusconiano non fa sentire al Paese la necessità delle riforme, che comunque l'illusionismo marxiano e il cinismo delle corporazioni provvedono a rendere più difficili. Eppure, la riforma dell'università e la riforma della contrattazione indicano la strada, mostrano che è possibile percorrerla. Se si procederà così, le gravi tare dell'Italia elencate da Ernesto Galli della Loggia

Mario Monti
02 gennaio 2011(ultima modifica: 04 gennaio 2011

L'INGIUSTIFICATO OTTIMISMO DEL POPOLO DELLA SCUOLA 2

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inviata da luigi ambrosi

Concordo pienamente con lo spirito del messaggio e aggiungo.
Non ci sarà nessuna ricostruzione dell'economia ma anzi una sua estensione liberista, con l'attacco alle condizioni di vita ed ai beni comuni, scuola compresa. E' pericoloso farsi alcuna illusione, ciò che era becero culturalmente ora si raffinerà e diventerà becero economicamente. Come è possibile farsi illusioni se Mario Monti è, come il suo nuovo pari greco, uomo Goldman Sachs e uomo Bce, le protagoniste dell'attacco finanziario all'Italia e alla Grecia? Affidiamo i nostri risparmi e la nostra scuola al rappresentante europeo della feroce cupola finanziaria della Trilaterale, a rappresentanti delle grandi finanziarie e dei banchieri euro-americani? La Grecia dopo dieci anni di suggerimenti, trucchi contabili fatti sotto la guida di Goldman Sachs (Draghi) si trova in questa condizione; è un destino che sta toccando anche l'Italia. Non è il caso di esultare ne di rimboccarsi le maniche per fare ulteriori sacrifici: siamo in mano al volto scoperto delle multinazionali finanziarie e dell' imperialismo occidentale. Potranno accontentarvi con un taglio di stipendi alla casta,per qualche unità di miliardi, in cambio del saccheggio di qualche centinaia di miliardi sui nostri beni comuni e salari. Era meglio che Berlusconi fosse caduto sotto la spinta del furore e della forza popolare, e non sotto la spinta delle multinazionali finanziarie. Goldman sachs ha fatto salire i rendimenti dei bund per affossareil governo Berlusconi e sostituirlo con suoi uomini di fiducia: questo è ormai ammesso anche dai giornali finanziari. Un anno di governo tecnico dei rappresentanti dei finanzieri occidentali bruceranno l'Italia e la sinistra tanto quanto essa lì appoggerà.
Un mio approfondimento in
http://informarexresistere.fr/2011/11/11/oltre-la-padella-e-oltre-la-brace-alleanza-strategica-coi-brics-e-rivolta-popolare/#axzz1dIAcL8vv

più sotto invece info su chi è Monti, prima che cali la cortina di silenzio sul suo passato (e presente)
Luigi Ambrosi

http://sitoaurora.splinder.com/post/25744453/mi-chiamo-monti-mario-monti-mi-manda-goldman-sachs
http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=41050
http://www.eurasia-rivista.org/il-fallimento-controllato-dellitalia/12184/
http://isegretidellacasta.blogspot.com/2011/11/la-vera-storia-dellormai-neopremier.html
http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=41050
http://informazioneconsapevole.blogspot.com/2011/11/governo-montilombra-del-bilderberg.html
http://www.rinascita.eu/index.php?action=news&id=11459
http://www.rinascita.eu/index.php?action=news&id=11427
http://www.libreidee.org/2011/11/indifesi-senza-piu-sovranita-ora-ci-prenderanno-tutto/
http://www.libreidee.org/2011/11/tutto-tranne-democrazia-i-mandanti-di-mario-monti/?utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign

Pubblicato Mercoledi 16 Novembre 2011 - 22:33 (letto 3116 volte)
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