Pubblicato da comitatonogelmini su 26 agosto 2011
Ultimi giorni prima dell’inizio del nuovo anno scolastico, il terzo dell’era Gelmini.
Come è cambiata la scuola nella nostra regione in questi tre anni?
Cercando negli archivi del Ministero, si possono trovare una serie di dati particolarmente interessanti.
Negli ultimi tre anni sono andati in pensione 4.893 docenti; contemporaneamente sono stati tagliati 5.522 posti di insegnamento nei vari ordini di scuola: in tutto, quindi, in Veneto non lavorano più 10.415 insegnanti.
Essi sono stati solo parzialmente sostituiti dalle immissioni in ruolo, pari complessivamente a 3.470 posti nel medesimo periodo.
In totale, quindi, in tre anni nella nostra regione abbiamo perso la bellezza di 6.645 docenti, con buona pace del ministro e della sua opera di razionalizzazione!
La tabella seguente riassume in modo sintetico quanto affermato in precedenza:
Regione Veneto | |
Docenti tagliati a partire dall’anno scolastico 2009/2010 | 2.227 |
Docenti tagliati a partire dall’anno scolastico 2010/2011 | 1.633 |
Docenti tagliati a partire dall’anno scolastico 2011/2012 | 1.662 |
Totale Docenti tagliati negli ultimi tre anni scolastici (2009 – 2011) | 5.522 |
Docenti pensionati alla fine dell’anno scolastico 2008/2009 | 1.997 |
Docenti pensionati alla fine dell’anno scolastico 2009/2010 | 1.366 |
Docenti pensionati alla fine dell’anno scolastico 2010/2011 | 1.530 |
Totale Docenti pensionati negli ultimi tre anni (2009 – 2011) | 4.893 |
Totale Docenti eliminati negli ultimi tre anni scolastici (2009 – 2011) | 5.522 + 4.893 = 10.415 |
Docenti immessi in ruolo all’inizio dell’anno scolastico 2009/2010 | 482 |
Docenti immessi in ruolo all’inizio dell’anno scolastico 2010/2011 | 755 |
Docenti immessi in ruolo all’inizio dell’anno scolastico 2011/2012 | 2.233 |
Totale Docenti immessi in ruolo negli ultimi tre anni scolastici (2009 – 2011) | 3.470 |
Totale posti di Docente persi negli ultimi tre anni scolastici (2009 – 2011) | 10.415 – 3.470 = 6.645 |
Questi numeri danno un’idea ben precisa di quale colpo sia stato inflitto all’offerta formativa del Veneto; a ben poco è servito l’intervento dell’assessore regionale all’istruzione Donazzan, che solo ultimamente si è resa conto della gravità della situazione: il problema sta a monte ed è legato alla sistematica opera di smantellamento dello stato sociale, e dell’istruzione statale in particolare, che l’attuale maggioranza sta portando avanti.
Oltre a questo, per il personale che lavora nella scuola pubblica, dopo il blocco dei contratti sino al 2014, dopo la cancellazione degli scatti di anzianità, ora, con gli ultimi provvedimenti in approvazione, si aggiungono i due interventi sul tfr e sulla tredicesima; inoltre viene proposta una finestra per cui dal 2012 si ritarderà di un anno l’andata in pensione. E in più sono previsti tagli agli enti locali con conseguenze drammatiche, perché circa il 17 per cento delle spese per l’istruzione (mense, trasporti, edilizia scolastica) oggi è a carico di Regioni, Province e Comuni.
Ma tagliando i servizi sociali, i diritti, i salari e le pensioni si ipoteca il futuro della società!
Di fronte alla gravità della situazione è indispensabile una forte risposta anche da parte del mondo della scuola; per tutti questi motivi, penso sia giusto aderire allo sciopero che CGIL e sindacalismo di base hanno indetto per la giornata del 6 settembre, contro la manovra di ferragosto ingiusta, inefficace contro la crisi e lesiva dei diritti dei lavoratori di tutte le categorie, che non attacca i grandi patrimoni, non contrasta l’evasione fiscale, non abbatte le spese militari e quelle della politica.Pubblicato da comitatonogelmini su 26 agosto 2011
Quando si dice il caso. Il ministro dell’istruzione, Mariastella Gelmini, è stato bacchettato per errori, anche nell’uso dei verbi, proprio nel regolamento con cui dice agli insegnanti come valutare il rendimento degli studenti, assegnare loro il voto in condotta e ammetterli agli esami finali. A scovarli i giudici del Consiglio di stato, che nei giorni scorsi hanno dato il via libera al dpr, domani al consiglio dei ministri per il sì definitivo. Un via libera, quello del Cds, non privo di perplessità. A colpire quelle sulle imprecisioni che i giudici di controllo hanno riscontrato nel testo. «Così, per esempio, l’indicativo, invece del congiuntivo, al primo rigo del comma 2 dell’articolo 14», si legge nel dispositivo. Errori tali che il Cds raccomanda alla Gelmini di rileggere attentamente il regolamento e di fare tutte le correzioni necessarie. Per un ministro dell’istruzione una bocciatura cocente. Al confronto, i rilievi di merito del Cds finiscono in secondo piano. Per esempio, il fatto che ci sono troppe leggi, regolamenti e circolari a dire come giudicare uno studente e che per chi lavora nella scuola capirci qualcosa è diventato veramente arduo.
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