Referendum, un lunedì per dire sì ai cittadini
Si riunirà lunedì prossimo la conferenza dei capigruppo del consiglio comunale di Parma.
All'ordine del giorno anche la richiesta di referendum proposta dal COMITATO NO INCENERITORE, un gruppo di oltre 50 cittadini di Parma che ha fondato una apposita associazione finalizzata a riportare i cittadini al centro delle decisioni importanti, come quella sul forno di Ugozzolo.
La valutazione della richiesta referendaria, secondo il regolamento, sarebbe di competenza dell'apposita commissione affari istituzionali, ma non essendo tale commissione presente, quella dei capigruppo ne fa le veci.
Il COMITATO NO INCENERITORE chiede l'indizione di un referendum abrogativo di tutte le delibere comunali inerenti il progetto dell'inceneritore di Parma.
Oggi davanti ai parmigiani si apre questa opportunità, di potersi esprimere su un tema che toccherà la qualità della loro salute per i prossimi vent'anni.
Ci aspettiamo dai capigruppo un approccio positivo alla richiesta di democrazia avanzata dai cittadini, alla loro voglia di esporre il proprio pensiero. Sarebbe la miglior prova di disponibilità all'ascolto che i capigruppo potrebbero dare alla città.
Una città che in questi anni ha cambiato atteggiamento, si è fatta più attenta alle tematiche ambientali, ha dato prova di maturità e capacità di approfondimento, si è a volte addirittura sostituita ai propri delegati per far emergere le storture di alcuni progetti.
Molte volte i partiti, anche quelli che siedono nel consiglio comunale di Parma, si presentano a parole aperti al confronto ed alla condivisione, in atteggiamento di ascolto e di sensibilità ai temi cari ai loro concittadini.
Ecco una valida occasione per passare dalle parole ai fatti, ecco una occasione per dimostrare che gli apparati hanno cambiato pelle e si sono rimessi in ascolto e dialogo con la città.
Una occasione che siamo certi sarà colta da tutto l'arco politico rappresentato in consiglio, dalla sinistra alla destra, passando per il centro e i civici.
La migliore risposta alle critiche di queste ultime settimane sarebbe proprio un sì unanime al referendum sull'inceneritore.
Noi ci contiamo.
Nicoletta Paci
Comitato No Inceneritore
Scandaloso. Come novelli Ponzio Pilato, quelli che dovrebbero tutelare la salute degli emiliano-romagnoli se ne sono lavati le mani, abdicando dal proprio ruolo di rappresentanti dei cittadini. Mercoledì 27 in Aula l'assise ha bocciato una risoluzione che il Movimento 5 Stelle aveva depositato lo scorso novembre. Nonostante l'avessimo protocollata otto mesi fa la risoluzione era ancora attualissima: tutti sappiamo che l'inceneritore di Uguzzolo è stato fermato per sospetto abuso edilizio e che il TAR ha respinto la richiesta di sospensiva d'urgenza dell'atto amministrativo avanzata da Iren Spa. Inoltre sul progetto c'è una inchiesta della Commissione Europea perché l'affido diretto ad Iren Spa dell'opera non rispetterebbe le norme europee: il rischio di una multa minima di 9 milioni di euro. La nostra risoluzione, scritta con l'aiuto di alcuni tecnici europei, proponeva alternative all'inceneritore per consentire che il piano provinciale della Provincia raggiungesse gli obiettivi di una raccolta differenziata minima al 65% con soluzioni alternative. Invece l'aula è stata muta. In un quarto d'ora ha liquidato un problema serissimo, senza che nessuno intervenisse nel dibattito. E' l'assordante silenzio dei difensori degli inceneritori. Una vergogna, e i cittadini devono sapere. A votare la nostra risoluzione, oltre al nostro Capogruppo Andrea Defranceschi e al sottoscritto, solo la Consigliera Gabriella Meo. L'aula era semideserta, con 30 presenti e 20 assenti. In dieci si sono astenuti, non sapendo evidentemente di cosa si parlasse: sono Aimi, Bazzoni, Leoni, Pollastri e Alberto Vecchi (tutti PdL), oltre a Cavalli e Manfredini (Lega Nord), Grillini (IdV, l'unico dei suoi in aula), Noè (UdC) e Naldi (Sel). Compattissimo invece il fronte pro-inceneritore: è quello del PD. Hanno votato contro la risoluzione Alessandrini, Barbieri, Casadei, Cevenini, Costi, Marani, Mazzotti, Monari, Montanari, Mori, Moriconi, Mumolo, Pagani, Pariani e Luciano Vecchi, tutti del Partito Democratico. Richetti ha scelto di non votare. E Gabriele Ferrari, il Consigliere di Parma? Ovviamente anche lui allineato e coperto: ha votato contro la proposta, a favore quindi dell'inceneritore. Ma almeno Roberto Garbi? No, lui addirittura era già andato a casa, forse ad accogliere Pier Luigi Bersani atteso nella sua città. Almeno l'opposizione si sarà opposta? Macché, anche Luigi Giuseppe Villani era già in macchina verso casa. Ma nemmeno la Lega, sempre sul territorio? No, anche Roberto Corradi era a casa. Che vergogna: assieme a lui mancavano anche Barbati, Bartolini, Bernardini, Bignami, Bonaccini, Carini, Donini, Errani, Fiammenghi, Filippi, Lombardi, Malaguti, Mandini, Piva, Riva, Sconciaforni e Zoffoli. Che i cittadini sappiano che i loro rappresentanti non ritengono un problema serio come l'inceneritore degno della loro presenza sul luogo di lavoro. A settembre faremo una conferenza stampa dove mostreremo il video del 'non-dibattito' surreale cui abbiamo assistito.
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