In questi giorni di polemiche sulle prove Invalsi, sull'utilità/inutilità delle prove, sui rischi di banalizzare la scuola e sui pericoli a non misurare qualità e merito, c'è - a margine, troppo a margine- il dolore e lo spaesamento che si coglie tra i genitori dei bambini disabili che frequentano le scuole italiane. Le domande sono moltissime. All'Invalsi, a Frascati, gran parte dei quesiti giunti nelle settimane che hanno preceduto le prove, riguardavano proprio loro, i bambini con disabilità. Sottoporli ai test, oppure no. Portarli a scuola, tenerli a casa. Sottoporli alle prove ma in un'altra stanza, senza inviare poi i test all'Invalsi per non farli rientrare nella elaborazione statistica. Io non mi permetto di dare risposte o sollevare obiezioni o anche sospettare un ritorno in auge delle classi differenziate. Più di una volta in questo blog mi sono detta convinta della necessità che la scuola italiana si doti di un sistema di valutazione. Ma penso anche che i test abbiano, se non un cuore, certamente una testa, nel ministro Gelmini e nel presidente dell'Invalsi, che attualmente non c'è. E magari più che la relazione dell'Istituto sugli allievi con i bisogni educativi speciali - indispensabile alle scuole, ai presidi, agli insegnanti - ai genitori sarebbe servita una dichiarazione, un'intervista, un'apparizione in televisione . Un sorriso per spiegare, per condividere. E per dimostrare sensibilità e attenzione. Sul tema della disabilità, vi consiglio la lettura dell'intervista a Claudio Imprudente su Education 2.0. Quando nacque, alla mamma fu detto che sarebbe stato un vegetale per tutta la vita. Il 18 maggio, Claudio Imprudente, che ama definirsi "un geranio fiorito tra i vegetali", otterrà la laurea honoris causa in formazione e cooperazione all'Università di Bologna.
CONCLUSO CON SUCCESSO IL PRIMO TEMPO DELLA PARTITA CONTRO LA SCUOLA-QUIZ
A GIUGNO SCIOPERO DEGLI SCRUTINI CONTRO LA SCUOLA-MISERIA E LA SCUOLA-QUIZ
Si è concluso oggi con grande successo il primo tempo della partita contro gli ignobili quiz Invalsi e la scuola ad indovinelli. L’indignazione contro questa degenerazione dell’insegnamento si è espressa in mille forme da parte dei docenti, degli studenti, dei genitori: alle superiori almeno il 20% della categoria e degli studenti si è sottratto a ricatti e minacce (il dato fornito da Gelmini è ridicolo: si riferisce solo alle 2000 classi-campione, con circa 50 mila studenti, dove i quiz sono stati gestiti dagli ispettori ministeriali; ma è tra gli altri 2 milioni e 150 mila che si è svolta la protesta); alle medie e alle elementari le cifre sono state minori perché molti Collegi avevano deliberato ad inizio anno o perché i quiz Invalsi sono stati imposti come obbligatori alla prova di Terza Media, ma comunque il malcontento è stato diffusissimo. Un ruolo assai negativo lo hanno giocato in tante scuole i presidi-padroni, convinti oramai dal MIUR di essere i proprietari degli istituti e di poter cancellare gli organi collegiali. Questi DS (dittatori scolastici) ne hanno fatte di tutti i colori per costringere docenti e studenti a svolgere i grotteschi e distruttivi quiz, che insultano la scuola pubblica e ogni didattica di qualità e che vorrebbero annullare ogni serio insegnamento per addestrare gli studenti a indovinelli da Settimana Enigmistica. A tanti docenti è stato impedito fisicamente di entrare nelle proprie classi, alcuni hanno addirittura dovuto chiamare i carabinieri per poter fare lezione, altri sono stati sostituiti da bidelli ed addetti di segreteria. Gli studenti sono stati spesso ammassati in aula magna, dove qualche docente servizievole ha “somministrato” l’amara medicina; in molte scuole sono usciti dalle classi o hanno consegnato in bianco; e in altrettante, i presidi-padroni hanno minacciato gli studenti che non svolgevano i quiz di “denuncia penale” o addirittura li hanno sospesi in massa. Perseguiremo legalmente queste orripilanti forme di “fascismo scolastico”: e d’ora in poi tali dichiarazioni di guerra ai docenti, agli studenti e alla democrazia avranno adeguate risposte sindacali e politiche. Tanti genitori, infine, hanno tenuto i figli a casa per non sottoporli al grottesco carrozzone quizzarolo. Comunque, malgrado l’indegna esibizione di muscoli dei nuovi padroni e il gravissimo deficit di democrazia sindacale, che ci ha impedito di svolgere assemblee nelle scuole, la nostra campagna ha smascherato la colossale truffa. Tutti i mass-media hanno dato grande spazio ad un argomento non semplice per i non-addetti ai lavori, con editoriali, interviste, pagine di commenti e valutazione, ove, in gran parte si è espressa la preoccupazione generale per l’avanzare di una scuola-miseria supportata dalla scuola-quiz. E con questo conforto ci prepariamo ai Collegi di settembre, ove chiederemo ai docenti di rifiutare in massa i quiz in orario scolastico.
Ma prima c’è il secondo tempo della partita e si giocherà a giugno durante lo sciopero degli scrutini da noi indetto, che si svolgerà il 14-15 giugno in tutte le Regioni, tranne Marche e Puglia (9-10 giugno), Veneto (10-11 giugno), Liguria e prov.Bolzano (16-17 giugno).
Sarà uno sciopero contro la scuola-miseria, per la cancellazione dei tagli degli organici, per l'apertura immediata della trattativa per il contratto con adeguati aumenti salariali, per l'inserimento nella Finanziaria delle somme per la restituzione degli scatti di anzianità scippati, per l'assunzione dei precari su tutti i posti vacanti e disponibili, contro lo strapotere dei presidi-padroni, per la restituzione a tutti del diritto di assemblea. E in continuità con la lotta di questi giorni sarà anche uno sciopero per la fine della pratica illegale dei quiz Invalsi in orario di lezione e la eliminazione degli indovinelli nell'esame di Terza Media e per impedire l’introduzione della prova a quiz anche nell’Esame di Maturità delle superiori dal prossimo anno, come minacciato da Gelmini.
Piero Bernocchi portavoce nazionale COBAS
Roma, 13 maggio 2011