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1milione 200mila a nove scuole private parmensi!!
Carissimi, nei giorni scorsi sono stati diffusi dei dati dell’Ocse secondo cui la scuola italiana starebbe migliorando, una rilevazione che non sappiamo a Parma come sia stata eseguita, e che si riferisce ad un’altra stagione politica precedente alla cosiddetta riforma Tremonti – Gelmini. Questo è bastato al vice presidente del Consiglio Provinciale Manfredo Pedroni, la cui funzione istituzionale non ha alcuna correlazione rispetto alle vicende nazionali che regolano la pubblica istruzione, per invocare i recenti dati OCSE per dire che la scuola, finalmente, grazie a questo Governo, sta migliorando, senza sapere, forse, che quei dati si riferiscono agli inizi del 2009, quando l'Esecutivo era da pochi mesi in carica. Non si capisce cosa centra la vice presidenza del consiglio provinciale con queste cose, i politici di rilievo locale farebbero meglio a trovarsi altri argomenti per avere visibilità, visto che in tema di scuola non sanno difendere il territorio Intanto a fronte dei tagli a nove scuole private parmensi qualche giorno fa sono andati complessivamente 1milione 244mila euro di soldi pubblici, danari di tutti che incassano oltre alle rette pagate dalla loro clientela, sarebbe bene che le famiglie parmensi si appuntassero i nomi di chi prende certe posizioni e se ne ricordino durante le campagne elettorali.
Cordiali saluti, Maestre e Maestri, autoconvocati, di Parma e provincia.
www.parmatoday.it/cronaca/maestri-tagliati-milione-euro-private.htmlScuola: maestri tagliati, ma oltre un milione di euro alle private di Parma
Salvatore Pizzo, portavoce dei Maestri autoconvocati parmensi: "Nel parmense non sono state autorizzate 25 classi a tempo pieno. Inoltre la scuola primaria è stata decurtata negli ultimi due anni di 56 maestri"
di Redazione - 11/12/2010
Intervento del comitato "Maestre e Maestri, autoconvocati, di Parma e provincia". Nei giorni scorsi sono stati diffusi dei dati dell’Ocse secondo cui la scuola italiana starebbe migliorando, una rilevazione che non sappiamo a Parma come sia stata eseguita, e che si riferisce ad un’altra stagione politica precedente alla cosiddetta riforma Tremonti – Gelmini. Questo è bastato al vice presidente del Consiglio Provinciale Manfredo Pedroni, la cui funzione istituzionale non ha alcuna correlazione rispetto alle vicende nazionali che regolano la pubblica istruzione, per invocare i recenti dati OCSE per dire che la scuola, finalmente, grazie a questo Governo, sta migliorando, senza sapere, forse, che quei dati si riferiscono agli inizi del 2009, quando l'Esecutivo era da pochi mesi in carica.
Il signor Pedroni farebbe bene a ricordare che nella sola provincia di Parma non sono state autorizzate 25 classi a tempo pieno, vanificando così le richieste di circa 600 famiglie, la scuola primaria è stata decurtata negli ultimi due anni di 56 maestri, nelle scuole di montagna, sono aumentate le pluriclassi con bambini di età diverse costretti a frequentare lo stesso corso di studi. In scuole come ad esempio quelle di Noceto e Polesine Parmense, per cercare di limitare i danni dovuti alla mancanza di insegnanti, gli enti locali hanno dovuto sopperire con propri fondi per realizzare servizi parascolastici.
Salvatore Pizzo, portavoce dei Maestri autoconvocati parmensi, rispondendo a Pedroni dice: “Non capiamo cosa centra la vice presidenza del consiglio provinciale con queste cose,
i politici di rilievo locale farebbero meglio a trovarsi altri argomenti per avere visibilità, visto che in tema di scuola non sanno difendere il territorio che li ha eletti, portano solo voti ai loro partiti ma sul territorio non impongono una diversa attenzione per la scuola. Noi denunciamo che fronte dei tagli a nove scuole private parmensi qualche giorno fa sono andati complessivamente 1milione 244mila euro di soldi pubblici, danari di tutti che incassano oltre alle rette pagate dalla loro clientela, sarebbe bene che le famiglie parmensi si appuntassero i nomi di chi prende certe posizioni e se ne ricordino durante le campagne elettorali”
Sul merito:
www.forumscuole.it/rete-scuole/buoni-o-cattiviNella scuola pubblica si impara di più
L'Italia in basso per colpa delle private
http://www.repubblica.it/scuola/2010/12/10/news/pubbliche_private-10029837/?ref=HREC1-8di Salvo Intravaia
da La Repubblica
10 dicembre 2010
La lettura approfondita dei dati resi noti qualche giorno fa dimostra che senza le paritarie il nostro Paese scalerebbe le tre classifiche (Lettura, Matematica e Scienze) anche di dieci posizioni
La scuola pubblica italiana sta meglio di quello che sembra, basta leggere correttamente i dati. Sono le private la vera zavorra del sistema. Almeno stando agli ultimi dati dell’indagine Ocse-Pisa 1 sulle competenze in Lettura, Matematica e Scienze dei quindicenni di mezzo mondo. Insomma: a fare precipitare gli studenti italiani in fondo alle classifiche internazionali sono proprio gli istituti non statali. Senza il loro “contributo”, la scuola italiana scalerebbe le tre classifiche Ocse anche di dieci posizioni. La notizia arriva nel bel mezzo del dibattito sui tagli all’istruzione pubblica e sui finanziamenti alle paritarie, mantenuti anche dall’ultima legge di stabilità, che hanno fatto esplodere la protesta studentesca.
“Nonostante i 44 miliardi spesi ogni anno per la scuola statale i risultati sono scadenti. Meglio quindi tagliare ed eliminare gli sprechi”, è stato il leitmotiv del governo sull’istruzione negli ultimi due anni. E giù con 133 mila posti e otto miliardi di tagli in tre anni. Mentre alle paritarie i finanziamenti statali sono rimasti intonsi. Ed è proprio questo il punto: le scuole private italiane che ricevono copiosi finanziamenti da parte dello Stato fanno registrare performance addirittura da terzo mondo. I dati Ocse non lasciano spazio a dubbi. Numeri che calano come una mazzata sulle richieste avanzate negli ultimi mesi dalle associazioni di scuole non statali e da una certa parte politica. Questi ultimi rivendicano la possibilità di una scelta realmente paritaria tra pubblico e privato nel Belpaese. In altri termini: più soldi alle paritarie.
Un mese fa, nel corso della presentazione del XII rapporto sulla scuola cattolica, la Conferenza episcopale italiana ha detto a chiare lettere che in Italia manca una “cultura della parità intesa come possibilità di offrire alla famiglia un’effettiva scelta tra scuole di diversa impostazione ideale“. Il segretario generale della Cei, monsignor Mariano Crociata, ha anche sottolineato come, da un punto di vista economico, “la presenza delle scuole paritarie faccia risparmiare allo Stato italiano ogni anno cinque miliardi e mezzo di euro, a fronte di un contributo dell’amministrazione pubblica di poco più di 500 milioni di euro” e ricorda che “in Europa la libertà effettiva di educazione costituisce sostanzialmente la regola”. Sì, ma con quali risultati?
Il quadro delineato dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico attraverso l’indagine Pisa (Programme for International Student Assessment) è impietoso. Il punteggio medio conseguito dai quindicenni italiani delle scuole pubbliche in Lettura e comprensione dei testi scritti è pari alla media Ocse: 489 punti, che piazzano la scuola pubblica italiana al 23° posto. Con le scuole private scivoliamo al 30° posto. Discorso analogo per Matematica e Scienze, dove il gap con la media dei paesi Ocse è di appena 5 punti: 492 per le statali italiane, che ci farebbero risalire fino al 25° posto, e 497 per i paesi Ocse. Mescolando i dati con quelli degli studenti che siedono tra i banchi delle private siamo costretti ad accontentarci in Scienze di un assai meno lusinghiero 35° posto.
Ma c’è di più: la scuola pubblica italiana, rispetto al ranking 2006, recupera 20 punti in Lettura, 16 in Scienze e addirittura 24 in Matematica. Le private, nonostante i finanziamenti, invece crollano. L’Ocse, tra gli istituti privati, distingue quelli che “ricevono meno del 50 per cento del loro finanziamento di base (quelli che supportano i servizi d’istruzione di base dell’istituto) dalle agenzie governative” e quelli che ricevono più del 50 per cento. E sono proprio i quindicenni di questi ultimi istituti che fanno registrare performance imbarazzanti: 403 punti in Lettura, contro una media Ocse di 493 punti, che li colloca tra i coetanei montenegrini e quelli tunisini.
è interessante notare che l'Assessore Bernini ha voluto coinvolgere al tavolo del Patto per la scuola anche i rappresentanti delle scuole "paritarie", che hanno evidenziato l'assoluta differenza in quanto a utenza e percentuali di alunni stranieri....ma guarda un pò....
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Sarebbe opportuno che la classe politica andasse a rileggersi la Costituzione Italiana.
Dando i finanziamenti alle scuole private, si è violato l'art.33, infatti così recita al punto 3: "Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato".
Sarebbe quindi lecito che il denaro pubblico fosse destinato al pubblico e non ai privati, e che se mandano i figli alle scuole private i soldi li hanno indubiamente.
Una speranza ai giovani.