Il contagio
Quasi quasi, pigliar la peste nera
il tetano, ‘l vaiolo, febbre gialla
nonché infezioni all’una e all’altra palla
vorrei quasi provar. La piaga azera,
malanni cagionanti brutta cera,
epidemie, slogature di spalla,
affezion che ‘l ventricolo mi sballa,
ne metta chi più ne ha, ma almen la sera
mi si risparmi d’ora innanzi chi
sdegna altrui indomito in la sua purezza.
E’ certo che se la godrà parecchio
a contemplarsi nell’amato specchio
(salvo poi, a noi, riservar la schifezza);
ma è meglio ‘l contagio, di quelli lì.
Massimo "Er soneggiatore"
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