Racagni, Parmigianino, Corridoni, lo stato delle scuole....




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Crolli, allagamenti, degrado
Lettera sulla scuola Racagni

Un genitore di ci inoltra la lettera inviata alle istituzioni scolastiche e politiche circa la situazione in cui versa il plesso

"Sono il papà di un bimbo di 7 anni che frequenta la Scuola Primaria "Paolo Racagni" di Parma. Le scrivo in ordine allo stato di fatiscenza e precarietà delle condizioni strutturali della Scuola frequentata da mio figlio, ricordando che già diverse iniziative di protesta e di denuncia sono state realizzate in questi anni, senza che le stesse abbiano sortito alcun risultato tangibile.

Nell'ultimo periodo mi sono stati riferiti episodi, che se confermati, avrebbero dell'inverosimile, quali l'allagamento della sezione 5° A di qualche giorno fa, o la caduta di pezzi del soffitto in uno dei bagni della struttura. Lo scorso anno, inoltre, dopo i primi giorni di scuola, i bambini della 1° A sono stati spostati in un locale fino ad allora non adibito ad aula, in quanto nella loro classe vi erano evidente crepe e/o cedimenti strutturali.





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Ed ancora, la vetrata esterna, che da sulle scale attraverso le quali i bimbi raggiungono le rispettive aule, è segnata da vistose crepe, per cui ci fu assicurato al temine del trascorso anno scolastico, che prima della riapertura della scuola, si sarebbe intervenuto a porvi rimedio: è ancora nelle stesse condizioni di sempre!

Per non parlare dei pavimenti sconnessi, dei montanti delle porte incrinati, delle infiltrazioni d'acqua, tutte cose conosciute ed esaminate dalle amministrazioni comunali che si sono succedute che hanno, infine, portato l'allora assessore Aiello a promettere, in estate, la piena risoluzione del problema che, a suo dire, poteva raggiungersisolo se la Scuola Racagni fosse stata "demolita e ricostruita invece che semplicemente ristrutturata.

Questo, non solo per come è stata costruita, negli anni '50,'60, per i materiali impiegati, per la natura e lo stato degli impianti, che risultano decisamente obsoleti, per il non rispetto dei livelli energetici imposti dalle vigenti normative, ma ancor più per la carenza di sicurezza statica e, in particolare, per l'assenza assoluta di resistenza al sisma".

Per di più, il presidente del Consiglio nazionale dei geologi, Gian Vito Graziano, ha ricordato recentemente che nelle scuole italiane vi è "una totale carenza di sicurezza" per quanto riguarda il rischio sismico. Difatti, secondo i dati pubblicati dal ministero dell'Istruzione, il 95% delle scuole italiane è stato costruito tra il 1900 e il 1990, dato già di per se non rassicurante. A ciò deve aggiungersi, che il 57% degli istituti non ha alcun documento che ne certifichi la cosiddetta "agibilità statica", ovvero la buona salute dei pilastri, delle travi e di tutte le parti strutturali di un edificio.

Assenza assoluta di resistenza al sisma, diceva dunque l'assessore Aiello, affermazione grave ed incomprensibile se pensiamo che in quella struttura sono ancora presenti bambini, insegnanti, bidelli, ecc., senza che, all'apparenza, nulla venga fatto per garantire un minimo di sicurezza a tutti loro.

La preoccupazione diventa angoscia se pensiamo allo sciame sismico che ha interessato fino a pochi mesi fa la provincia di Parma, che mi porta a chiederLe, quand'anche ne fosse garantita la copertura finanziaria, cosa non scontata per i tagli lineari imposti dal Governo con le ultime leggi finanziarie, se, allo stato attuale, possiamo permetterci di aspettare il mese di giugno per il rifacimento della scuola Racagni, o forse non sarebbe il caso di studiare nell'immediato soluzioni alternative che rendano sicura la frequentazione delle lezioni dei nostri bambini?"

Gianluca Giliberti (15 novembre 2011)


Articolo tratto da: Istruzione: bene comune - https://www.rknet.it/lascuolasiamonoi/
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