sciopero 6 maggio


Cari/e compagni/e,
Il 6 maggio 2011, sciopereremo per l'intera giornata insieme a tutto il mondo del lavoro. 

Ad oltre due anni dall'inizio della crisi l'Italia è oggi più povera, più povere sono le famiglie, più alta è la disoccupazione a cominciare da quella dei giovani e delle donne. Si è aggravata la condizione dei pensionati ed è aumentata la percezione di insicurezza tra le giovani generazioni. In questo quadro, noi, lavoratori della conoscenza siamo fra quelli più bistrattati. Siamo stati letteralmente saccheggiati e abbiamo dovuto spesso rispondere ad offese e accuse infondate da parte dello stesso premier.

A Parma nelle ultime assemblee la FLC ha incontrato circa 1700 lavoratori, abbiamo condiviso rabbia, mortificazione, difficoltà, preoccupazioni ma sopratutto la voglia di non ci rassegnarci. Il Paese ha bisogno di una svolta, la conoscenza è futuro e il 6 maggio fermeremo il ritorno al passato voluto da questo Governo.

Intervento Giacomo Russo ad Annozero
www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-48ec6a18-b365-45a0-95f6-a91c55c2dbf4.html

La FLC CGIL chiama tutti i lavoratori a ribellarsi ed è importante la riuscita di questo sciopero. Sono centinaia le assemblee territoriali, le tavole rotonde, i volantinaggi, le iniziative pubbliche su tutto il territorio nazionale. In lungo e in largo, spieghiamo le nostre ragioni, mortificate da una politica che divide il movimento sindacale, che non punta sul lavoro e lo sviluppo, che ritiene la cultura un inutile orpello.

Vi invito a partecipare in massa allo sciopero del 6 di maggio, e ad essere presenti in piazza a Parma, non solo per le ragioni che noi tutti ben conosciamo, ma per ribadire al mondo del lavoro nel suo complesso che la scuola, l'università, la ricerca, i lavoratori dell'afam, sono pronti a fare la loro parte, in difesa dell'istruzione pubblica per il bene del Paese.

In allegato trovate i volantini, vi prego di stamparli e diffonderli nei plessi nei quali non siamo riusciti ad arrivare. Chi volesse può venire nella nostra sede a prendere il materiale a colori, adesivi, e nastri da diffondere negli Istituti.

fraterni saluti

Simone Saccani



parma.repubblica.it/cronaca/2011/05/06/news/sciopero_generale_cgil_migliaia_in_corteo_per_il_vero_25_aprile-15872617/

www.parmasera.it/economia-e-lavoro/tanta-partecipazione-allo-sciopero-generale-a-parma-cgil-siamo-diecimila%C2%A0.jspurl

www.parmatoday.it/cronaca/sciopero-generale-parma-6-maggio-2011.html

www.parmatoday.it/cronaca/caro-affitti-studenti-occupano-stabile-abbandonato-borgo-tanzi.html

parma.repubblica.it/cronaca/2011/05/06/foto/occupazione_per_art_lab-15887678/1/

universita-parma.blogautore.repubblica.it/2011/05/06/e-nato-art-lab-in-borgo-tanzi-26/




Car* compagn*,
un altro disastro si profila per il prossimo triennio, nel comparto della conoscenza! Vi inoltro la nota di Fabrizio Dacrema, del dipartimento formazione e ricerca della CGIL nazionale:

Il Governo programma il calo della spesa pubblica per la scuola fino al 2040: dal 4,5% del PIL al 3,2%
Il Documento di Economia e Finanza 2011 presentato dal governo prevede fino al 2040 la graduale diminuzione della spesa per l'istruzione, già pesantemente inferiore alla media europea, dal 4,5% al 3,2% del Pil.
Secondo il Ministro Gelmini i pesanti tagli lineari che stanno destrutturando la scuola pubblica sono necessari per “liberare” risorse dalla spesa corrente (in gran parte stipendi) agli investimenti per la qualità.
Ancora una volta il Ministro Tremonti rivela la totale inconsistenza di questa versione dei fatti: gli investimenti non ci saranno, il ridimensionamento della spesa pubblica della scuola continuerà per altri 30 anni, fino a farci scendere al 3,2% del Pil.
Sulla base di queste previsioni le tabelle finanziarie del Def indicano una riduzione di spesa per i sistemi della conoscenza di 4,5 miliardi per ognuno degli anni 2012, 2013, 2014, per un totale di 13,5 miliardi nel triennio.
Le previsioni del documento economico del governo, basate sui dati previsionali relativi alla popolazione scolastica, escludono investimenti strutturali per migliorare la qualità dell’offerta formativa, ridurre la dispersione scolastica, migliorare l’edilizia scolastica, aumentare gli stipendi degli insegnanti e le risorse per il diritto allo studio. I risparmi della spesa scolastica prodotti dai tagli saranno utilizzati solo per contenere il deficit pubblico, nonostante nelle tabelle del documento economico-finanziario del governo evidenzino l'arretratezza del nostro paese rispetto ai target Europa 2020 riguardanti l'abbandono scolastico (16% contro 10%), numero dei laureati (26% contro 40%), investimenti in ricerca e sviluppo (1,53% contro 3%).
Continua, quindi, quanto è già accaduto con i tagli in corso: il previsto reinvestimento del 30% non è stato utilizzato per migliorare la qualità del sistema, ma per restituire temporaneamente agli insegnanti gli scatti di anzianità bloccati unilateralmente dal governo.
Senza una radicale inversione di tendenza, gli investimenti italiani in formazione e ricerca continueranno ad allontanarsi dai paesi più virtuosi (quelli scandinavi investono nell’istruzione più del 7% del Pil), compromettendo a medio e lungo termine le prospettive di sviluppo economico e civile del paese.
In allegato i documenti del governo (link http://www.tesoro.it/primo-piano/primo-piano.asp?ppid=26691) con l'indicazione delle pagine contenenti i dati citati:
sez. 1. Programma di Stabilità dell'Italia (pag. 47)
sez. 3. Programma nazionale di Riforma (pagg. 18 e 37)

FLC CGIL


Articolo tratto da: Istruzione: bene comune - https://www.rknet.it/lascuolasiamonoi/
URL di riferimento: https://www.rknet.it/lascuolasiamonoi/index.php?mod=read&id=1304856999